Preside Barone: dignità e autonomia di studenti maggiorenni - Le Cronache Attualità
Attualità Salerno

Preside Barone: dignità e autonomia di studenti maggiorenni

Preside Barone: dignità e autonomia di studenti maggiorenni

di Erika Noschese

 

 

Il clamore suscitato dalla circolare di un liceo di Pescara che richiede anche agli studenti maggiorenni la firma dei genitori per le giustificazioni ha riaperto il dibattito sul ruolo e i diritti di chi ha compiuto 18 anni a scuola. Per approfondire la questione, abbiamo chiesto il parere del dirigente scolastico del Liceo statale “Alfano I” di Salerno, Elisabetta Barone, che ogni giorno gestisce le dinamiche tra studenti, famiglie e personale docente. Quali sono le ragioni dietro provvedimenti come quello della preside Angela Pizzi, e quali sono le implicazioni legali e sociali di tali decisioni? La Barone ci offre il suo punto di vista, analizzando una questione che tocca da vicino il tema dell’autonomia e della responsabilità degli studenti, e il delicato equilibrio tra istituzione scolastica e nucleo familiare.

A Salerno, nel suo istituto, come si affronta la questione delle assenze e delle uscite anticipate degli studenti maggiorenni? Esistono direttive specifiche per loro?

«Nel nostro istituto le regole scolastiche sono uguali per tutti gli studenti, siano essi minorenni o maggiorenni. La differenza riguarda soltanto il rapporto con i genitori. Al compimento della maggiore età, lo studente può richiedere che i genitori non abbiano più accesso al registro elettronico; in assenza di tale richiesta, i genitori mantengono le credenziali e possono continuare a monitorare la carriera scolastica del proprio figlio o figlia. Per quanto riguarda assenze e uscite anticipate, i minorenni devono sempre avere la richiesta da parte del genitore tramite registro elettronico, mentre i maggiorenni se ne assumono direttamente la responsabilità sempre tramite registro elettronico. Nei casi di malessere improvviso, nessuno studente può lasciare l’istituto da solo, indipendentemente dall’età».

La vicenda dell’istituto di Penne è un esempio di come una circolare interna possa generare un dibattito pubblico. Quali sono le sue considerazioni in merito?

«Il caso dimostra come un provvedimento interno, se percepito come limitativo della libertà personale, possa accendere un confronto non solo tra scuola e famiglie ma anche nell’opinione pubblica. È un esempio di quanto le regole scolastiche debbano essere sempre bilanciate e comunicate con chiarezza».

La preside Pizzi ha giustificato la circolare come una forma di “tutela delle famiglie”. Che cosa ne pensa di questo approccio?

«Fino a qualche anno fa anche nella nostra scuola era richiesta la giustifica delle assenze da parte dei genitori anche per i maggiorenni. Poi abbiamo capito che il problema non era la giustificazione ma l’informazione. Ritengo che sia fondamentale tenere informate le famiglie, ma questo non deve trasformarsi in una compressione dei diritti degli studenti maggiorenni. La tutela non può coincidere con la riduzione dell’autonomia di chi, compiuti i 18 anni, è già cittadino a tutti gli effetti».

Come si conciliano il diritto allo studio con l’esigenza di sicurezza e controllo che emerge da provvedimenti come quello abruzzese?

«Sicurezza e diritto allo studio devono procedere insieme. È giusto monitorare l’andamento scolastico e le uscite, ma le regole devono rispettare la dignità e l’autonomia dei maggiorenni, senza creare disparità eccessive o imposizioni percepite come punitive».

Secondo lei, l’istituzione scolastica ha la responsabilità di sorvegliare anche gli studenti maggiorenni allo stesso modo dei minorenni?

«La scuola ha certamente una responsabilità generale, ma non può trattare allo stesso modo chi è minorenne e chi è maggiorenne nei rapporti con i genitori. Sul piano delle regole interne, però, tutti gli studenti sono uguali, e devono rispettare le stesse disposizioni».

Ritiene che il dibattito su questa circolare possa essere un’opportunità per le scuole di riflettere sul proprio regolamento interno e sull’autonomia degli studenti?

«Assolutamente sì. È un’occasione per confrontarsi sul senso dell’autonomia degli studenti maggiorenni e sul ruolo della famiglia, ripensando le regole in modo equilibrato e attuale».

Un regolamento che tratta tutti gli studenti allo stesso modo, a prescindere dall’età, è una semplificazione efficace o una limitazione ingiusta?

«È corretto che le regole scolastiche siano uguali per tutti, perché ciò garantisce equità e chiarezza nella vita dell’istituto. La differenza non deve stare nelle regole ma nel rapporto con i genitori: i minorenni necessitano della loro autorizzazione, i maggiorenni se ne assumono la responsabilità in prima persona. Trattare in modo identico gli aspetti scolastici è dunque una semplificazione utile; sarebbe invece ingiusto negare ai maggiorenni autonomia nei rapporti scuola-famiglia. Educare le persone all’autonomia e alla responsabilità delle scelte, è uno dei compiti primaria della scuola».

Quali sono le alternative che la sua scuola potrebbe adottare per mantenere un contatto costante con le famiglie, senza che ciò comporti una limitazione della libertà degli studenti maggiorenni?

«Si potrebbero potenziare le comunicazioni tramite registro elettronico, newsletter e colloqui periodici. In questo modo i genitori restano informati senza che i figli maggiorenni debbano dipendere da firme o presenze obbligatorie».

La preside Pizzi si è detta “amareggiata” dal clamore. Crede che la reputazione di una scuola possa essere facilmente danneggiata da episodi di questo tipo?

«Sì, perché oggi la comunicazione è immediata e il dibattito pubblico si sposta rapidamente sui media. Un singolo provvedimento può diventare simbolo di rigidità o di scarso rispetto dei diritti, anche se nato con buone intenzioni. In ogni caso, andrebbe verificato se la circolare è successiva a una delibera del Consiglio di istituto che, nella sua autonomia, è assolutamente sovrano, avendo al proprio interno tutte le componenti scolastiche».

In che modo un dirigente scolastico può bilanciare le aspettative dei genitori, l’autonomia degli studenti maggiorenni e la normativa scolastica in modo da non generare polemiche?

«Occorre agire con trasparenza, avviare un dialogo costante con famiglie e studenti, e costruire regole condivise. Un equilibrio tra normativa, responsabilità educativa e rispetto dell’autonomia dei maggiorenni è l’unico modo per evitare conflitti e garantire un clima sereno. Probabilmente è necessario lavorare maggiormente sui patti di corresponsabilità educativa».