Piantedosi apre ai tifosi granata - Le Cronache Ultimora

di Erika Noschese

l ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, a margine dell’evento ‘Spazio Sud’ di Fratelli d’Italia a Paestum, ha tenuto banco su una serie di temi cruciali per il Paese, spaziando dalla tenuta del governo alla sicurezza, passando per le questioni locali e le riforme istituzionali. La sua presenza è stata l’occasione per tracciare un bilancio dei primi nove mesi di esecutivo e lanciare un chiaro messaggio politico: il centrodestra è destinato a una lunga stagione di governo. Uno dei punti cardine dell’intervento del Ministro è stata la ferma convinzione sulla stabilità e la durata del governo guidato da Giorgia Meloni. Piantedosi ha dichiarato, con una sicurezza che non ammette dubbi, che “siamo un governo che durerà”. La sua analisi non si limita al presente, ma guarda al futuro, ponendo il primo mandato come trampolino di lancio per un’ulteriore fase di governo. “Al di là del mio contributo personale,” ha spiegato il Ministro, “credo che il governo di Giorgia Meloni stia creando i presupposti perché il centrodestra possa governare anche nel successivo quinquennio”. Questo non è solo un auspicio, ma un vero e proprio “investimento” che Piantedosi ha voluto suggerire agli elettori. Un invito che il Ministro ha declinato anche in chiave locale, sottolineando l’importanza di replicare il modello di successo nazionale a livello regionale. “È un investimento che io raccomando ai cittadini elettori,” ha ribadito, aggiungendo che “sarebbe importante investire allo stesso modo in questa Regione, investire in un governo di centrodestra anche in questa regione”. Il tema della sicurezza, al centro delle competenze del Ministero dell’Interno, ha offerto a Piantedosi l’opportunità di presentare dati confortanti. I primi nove mesi di gestione del Viminale, secondo il Ministro, mostrano una tendenza positiva e significativa. “I primi nove mesi fanno registrare un calo statistico, anche abbastanza importante, su tutti i reati in generale e su tutte le voci principali,” ha affermato, sottolineando l’efficacia delle misure preventive messe in atto. Tra queste, spiccano le cosiddette “zone rosse” istituite per prevenire i fenomeni di criminalità diffusa. “Da quando sono state istituite le zone rosse, in due anni, sono più di 2 milioni le persone che sono state controllate, ci sono migliaia di arresti e migliaia allontanamenti da queste zone,” ha spiegato. Il Ministro ha poi messo in luce una preoccupazione che va al di là della pura statistica, quella del senso di abbandono che a volte percepiscono i cittadini. “La sconfitta per un rappresentante delle istituzioni è quando i cittadini dicono ‘qui lo Stato non c’è'”, ha ammonito, aggiungendo che “al di là di quelli che sono i fenomeni, si ha la sensazione che lo Stato sia assente. Noi dobbiamo colmare questo tipo di sensazione.” Per contrastare tale percezione, il Viminale ha messo in campo una strategia basata sul rafforzamento degli organici delle forze di polizia. “Abbiamo assunto, da quando siamo in carica come governo, oltre 37.000 nuove unità di forze di polizia, con qualche migliaio di unità in più rispetto al turn over,” ha dichiarato. Un piano ambizioso che non si ferma qui: “Abbiamo in programma di completare l’anno con oltre 7.000 unità di personale che dedicheremo ad accogliere le richieste dei territori di vedere rafforzata la presenza sulle parti più critiche sul territorio nazionale. E, nella programmazione attuale ce ne sono altre 22.000 che ci ripromettiamo di assumere nei prossimi due anni.” Oltre al controllo del territorio, Piantedosi ha toccato il delicato tema del caporalato, fenomeno che affligge in particolare il Mezzogiorno. Il Ministro ha illustrato la sua visione di un approccio non solo repressivo ma anche preventivo. “Il caporalato si contrasta non solo con l’intensificazione dei controlli che abbiamo fatto e che stiamo facendo in maniera progressivamente crescente, ma anche prosciugando quelli che sono i meccanismi che in qualche modo lo favoriscono,” ha spiegato. Un approccio a 360 gradi che punta a eliminare le radici economiche e sociali che alimentano lo sfruttamento del lavoro. A proposito della discussa riforma dell’Autonomia Differenziata, il Ministro ha difeso il progetto dell’esecutivo, respingendo l’idea che possa rappresentare un “boomerang” per il Sud. “L’autonomia è un processo di valorizzazione delle classi dirigenti locali,” ha affermato Piantedosi. “Favorire i processi di autonomia dovrebbe essere qualcosa che incide positivamente nella logica di chi, in qualche modo, afferma il valore della propria partecipazione alla politica regionale.” Interrogato sulla decisione di innalzare le misure di protezione per alcuni leader politici, il Ministro ha confermato l’iniziativa, definendola “doverosa.” “A partire dai nostri leader, ho dato mandato di verifica, di aggiornamento delle condizioni di sicurezza,” ha dichiarato Piantedosi. La decisione, ha spiegato, è stata ispirata da un clima politico che ha visto “qualche tono esagerato, anche in sede parlamentare,” oltre che dagli ultimi episodi sullo scenario internazionale. “È un’iniziativa che abbiamo assunto ieri,” ha aggiunto. Sempre in materia di sicurezza, ma in un contesto diverso, il Ministro ha risposto alle domande relative allo stop alle trasferte per i tifosi della Salernitana. “Le istituzioni del ministero dell’Interno adottano questi provvedimenti, non è l’unico ovviamente, quando succedono degli episodi che, in qualche modo, fanno emergere l’esigenza di creare prevenzione,” ha spiegato. Piantedosi ha poi aperto a un possibile ritorno alla normalità, legandolo al comportamento delle tifoserie. “Io credo che verranno valutati tutti i comportamenti che le tifoserie terranno e come è successo per il passato, credo che le articolazioni del ministero dell’Interno che si occupano di queste cose sapranno valutare anche dei segnali molto importanti che potranno essere dati.” Infine, il Ministro non si è sottratto a una domanda sul caso locale che ha visto il Comune di Capaccio Paestum al centro di una bufera giudiziaria, con l’invio di una commissione d’accesso per valutare il rischio di infiltrazioni criminali. “Io lascio sempre molta indipendenza a queste commissioni di valutazione,” ha commentato Piantedosi. “Ci saranno delle valutazioni che verranno fatte, verranno rassegnate poi alle autorità provinciali di pubblica sicurezza che le valuteranno in concorso con l’autorità giudiziaria e quindi, poi, si prenderanno delle decisioni.” Interrogato sull’eventualità che la commissione d’accesso possa essere prorogata, il Ministro ha spiegato che “è una condizione ricorrente, perché vuol dire che c’è l’esigenza, poi, di fare approfondimenti maggiori e migliori possibili.” Una risposta che lascia intendere la serietà con cui il Viminale sta monitorando la situazione locale, a testimonianza di un impegno che va dal generale al particolare.