Sollecitazione urgente alle autorità competenti per l’adozione di provvedimenti definitivi, inclusa la chiusura dello stabilimento, in considerazione della documentata incompatibilità tra l’attività produttiva delle Fonderie Pisano e la tutela della salute pubblica e dell’ambiente. È questa una delle richieste che ieri il comitato Salute e Vita ha sottoposto all’attenzione del Prefetto di Salerno, Francesco Esposito. Un incontro richiesto dal presidente dell’associazione, Lorenzo Forte con Medicina Democratica e che ha visto la presenza di una folta delegazione composta dall’avvocato Francomassimo Lanocita; Paolo Fierro, Vice Presidente Associazione Medicina Democratica; Francesco Morra, Sindaco del Comune di Pellezzano; Michele Cammarano, Consigliere Regione Campania; Elisabetta Barone e Claudia Pecoraro, Consigliere Comune di Salerno. Nel corso dell’incontro, la delegazione ha evidenziato la necessità di attenzionare una «situazione che da anni mina la salute e la dignità dei cittadini di Salerno e della Valle dell’Irno». Diverse le richieste sul tavolo del Prefetto, a partire dall’istituzione di un tavolo tecnico permanente presso la Prefettura di Salerno lo scopo di monitorare costantemente la situazione, coordinare gli interventi e garantire la trasparenza verso la popolazione. «Tra gli enti che le proponiamo di coinvolgere ci sono la Regione Campania, i Sindaci dei Comuni interessati, l’Arpac, l’Asl Salerno, le Autorità Giudiziarie, i rappresentanti delle Fonderie Pisano e, in rappresentanza della cittadinanza, le Associazioni che in questi anni hanno combattuto, quali le Associazioni “Salute e Vita” e “Medicina Democratica”», si legge nella richiesta. La Prefettura dovrà farsi carico, in termini sanitari, della popolazione residente nei territori coinvolti, da parte dell’ASL Salerno con l’attivazione di un protocollo di sorveglianza sanitaria e presa in carico clinica per tutti coloro che, come rilevato dallo Studio Spes (Studio di Esposizione della Popolazione agli Emissivi di Siti contaminati), presentano concentrazioni anomale e pericolose di metalli pesanti nel sangue e nelle urine – tra cui arsenico, cadmio, mercurio, nichel e piombo. Tali metalli sono notoriamente associati all’insorgenza di patologie oncologiche (tumori del polmone, fegato, rene, vescica), malattie cardiovascolari, neurodegenerative, respiratorie croniche e disfunzioni endocrine. Tra le altre sollecitazioni l’applicazione immediata della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu) del 6 maggio 2025 che ha condannato lo Stato Italiano per violazione dell’articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (diritto al rispetto della vita privata e familiare), a causa dell’inerzia dello Stato nel tutelare la popolazione dagli effetti nocivi dell’inquinamento ambientale; violazione dell’articolo 13 (diritto a un ricorso effettivo), per non aver garantito ai cittadini strumenti concreti di tutela. «La Cedu ha sottolineato la necessità di azioni concrete e tempestive, richiamando lo Stato italiano a porre rimedio immediatamente alla violazione in corso. Sollecitazione urgente alle autorità competenti per l’adozione di provvedimenti definitivi, inclusa la chiusura dello stabilimento, in considerazione della documentata incompatibilità tra l’attività produttiva delle Fonderie Pisano e la tutela della salute pubblica e dell’ambiente – si legge ancora nella richiesta sottoposta al Prefetto Esposito – Infine, sentiamo il dovere di rappresentare con forza la crescente esasperazione della popolazione. Tra i militanti dell’Associazione “Salute e Vita”, solo nelle ultime settimane abbiamo purtroppo registrato due decessi per patologie oncologiche. Questa drammatica realtà conferma che non si tratta più solo di dati e sentenze, ma di vite umane spezzate. Le chiediamo, pertanto, un ruolo attivo e incisivo nel coordinamento delle istituzioni coinvolte, affinché si ponga finalmente fine a una condizione di sofferenza e abbandono che ha già provocato troppi danni».





