Google era stato inventato da poco e ancora non aveva caricato le immagini riprese dall’alto delle città italiane. Perché solo nei primi anni Duemila a avrebbe potuto riprendere la distruzione dello storico disegno urbano e dell’architettura ebolitana del verde pubblico in quel crocevia storico tra via fratelli Adinolfi, via Carlo Rosselli e via Umberto Nobile. Ora lì, in quel ragionato incrocio, c’è una distesa anonima di cemento dopo lo sventramento di aree verdi. Or, di questi giorni, parte l’operazione-sterminio del verde pubblico ad Eboli. È già previsto l’abbattimento di 30 alberi, soprattutto platani che costeggiano vie centrali della città. È nei progetti della cosiddetta riqualificazione urbana l’operazione sterminio, con le proteste dei cittadini che hanno appena avuto notizie da Bologna del maestro-giardiniere Carlo Pagani. A lui si affianca l’autorevole parere del professore Alberto Minelli dell’università di Bologna, noto docente in materia di progettazione di parchi e giardini e gestione di alberi monumentali. Bologna è lontana ma fa sempre scuola anche laddove ci sono le storie di tre significative distese di cemento armato nel centro cittadino che hanno determinato l’abbattimento di alberi: i casi più clamorosi della cementificazione cittadina dov’erano spazi verdi sono state attuati con la mitigazione del dissenso civico con la promessa o la realizzazione di parchi giochi per i bambini (un dondolo e pochi attrezzi da coreografia). I tre luoghi cementificati: l’obbrobrio di piazza Pezzullo per fare posto ad un fallimentare project financig di parcheggi sotterranei incompiuti laddove c’erano due giardini contigui; la distruzione di un giardino con alberi piantati negli anni Settanta antistanti la scuola elementare Berniero Lauria per realizzare all’inizio della salita Ripa parcheggi utili ai docenti ed ai cittadini che ora certamente diventeranno strisce bleu per tariffe a pagamento; terza distruzione avvenuta con l’abbattimento della scuola del rione Borgo, già scuola Lauria, un luogo ora ridotto a indecente discarica che dovrebbe ospitare un parcheggio o un fabbricato privato. C’era una volta lì la scuola elementare demolita per un presunto rischio crollo mai certificato scientificamente. Sono solo tre cartoline dell’effetto distruzione di macchie di verde, altro che orti urbani. Nei prossimi giorni sarà messo in atto un attacco feroce nei confronti del patrimonio arboreo della città. Sono programmati 30 abbattimenti di alberi: viale Perito (sette): viale Amendola (undici), statale 19 (uno); piazza della Repubblica (uno); via Sandro Pertini (sette); via Ugo Foscolo (uno); corso Garibaldi (uno); salita Ripa (uno); piazza s. Antonio (due). La somma dell’operazione sterminio conta 32 esemplari di cui 2 alberi già sostituiti. Vale la pena far notare che il patrimonio arboreo urbano ad Eboli è già fortemente ridotto, e costituisce un bene comune insostituibile per la salute pubblica, il decoro urbano, la biodiversità e l’adattamento climatico. Sono sempre più frequenti interventi di abbattimenti di alberature su viali, piazze e spazi pubblici, giustificati da relazioni tecniche affidate ad un’unica figura professionale, la stessa che già in passato ha redatto pareri simili che hanno condotto all’abbattimento di decine di alberi: i tecnici forestali con ragguardevoli studi ed esperienza alle spalle contestano le modalità con cui vengono effettuate le valutazioni, basate esclusivamente su un esame visivo ( Vta, acronimo che sintetizza la valutazione della stabilità degli alberi)) con qualche supporto penetrometrico per valutare la resistenza alla penetrazione non offrirebbero garanzie di oggettività e ,soprattutto, non sono corroborate da diagnosi strumentali approfondite( tomografia, analisi micologiche, prove di carico a trazione).. Le alberature adulte forniscono servizi eco sistemici incompatibilmente superiori rispetto a esemplari giovani appena piantati, i cui benefici fanno parte di un ragionamento a lungo termine ( 15-20 anni). Non c’è dubbio che alcuni degli alberi destinati all’abbattimento presentavano problemi gia’ segnalati nei precedenti censimenti, ma sono rimasti in vita senza arrecare danni allontanando la cultura dell’abbattimento più che della cura. I cittadini nei quartieri ebolitani interessati dall’operazione sterminio-verde chiedono di sospendere l’iter di abbattimento immediato dei 30 esemplari previsti perché gli amministratori organizzino una fase di confronto tecnico-scientifico con esperti terzi ( prof universitari o funzionari pubblici del corpo forestale) e valutare in contraddittorio ogni singolo caso con obbligo della doppia perizia per abbattimenti non urgenti o imposti da pericolo immediato con obbligo di pubblicazione delle relazioni tecniche affidate sulla stampa e sul sito del Comune. Le piante adulte, come infrastrutture da tutelare, non come pericolo da eliminare, secondo i cittadini. Tanto vale anche per il prossimo intervento di riqualificazione urbana del quartiere popolare compreso tra viale Amendola e via G. Gonzaga. L’amministrazione comunale avrebbe confermato, , l’abbattimento di 30 platani adulti presenti sul territorio cittadino. Nulla giustifica, nei fatti, un pericolo immediato o l’urgenza di un abbattimento sistematico. In casi come questi la giurisprudenza è chiara: l’abbattimento può avvenire solo in presenza di un pericolo imminente e concreto, e solo quando ogni altra soluzione sia stata valutata e scartata con motivazioni tecnico scientifiche ben documentate. La legge non si ferma ad Eboli, neppure per il verde.





