Chi si ferma è perduto. Con o senza proroga, al momento, i Consorzi di Bacino salernitani dovranno avanti con la gestione ordinaria della raccolta rifiuti, nonostante non ci sia una formale proroga che lo consenta. In caso contrario, sarebbe nuovamente emergenza immondizia. Un fermo del servizio getterebbe, infatti, nel caos tutti i territori della provincia di Salerno che fanno riferimento ai servizi dei Consorzi di bacino per la gestione del ciclo dei rifiuti. L’empasse legislativa in cui sono finiti gli enti che si occupano di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, potrebbe trovare una sola soluzione definitiva che dovrebbe arrivare direttamente dal Governo, il quale dovrebbe far chiarezza su quello che è il surplus di norme che regolamentano la gestione del ciclo dei rifiuti, dettando la linea unica da seguire, a seguito di quella che sarebbe dovuta essere la dismissione dei Consorzi dalla gestione ordinaria per dedicarsi esclusivamente alla fase liquidatoria a partire dal primo gennaio 2013. Ora, le soluzioni sono sostanzialmente due: o arriva la proroga ufficiale e, in questa direzione ci sarebbe già l’impegno del ministro Clini a portare la questione al primo Consiglio dei ministri utile per consentire una proroga non oltre, comunque, il mese di febbraio, oppure si adotta una interpretazione autentica della normativa che, finalmente, faccia chiarezza su chi debba gestire effettivamente il servizio rifiuti. Da un lato c’è la legge 26 del 2010 che individuava nelle Province i nuovi soggetti cui far capo per il servizio; dall’altro, la legge 135 del 2012, ha cambiato le carte in tavola dirottando tutto sulle amministrazioni comunali (in virtù del destino incerto di quelle provinciali che solo poco tempo fa anno ottenuto una proroga delle proprie funzioni piene fino al termine del 2013) che, però, sono state sostanzialmente colte impreparate e, in molti casi, sprovviste di strumenti, impossibilitate a sostenerne i costi, in particolare per quel che concerne il personale, dove ci sarebbe, di fatto, un esubero. I Comuni dovrebbero, infatti, farsi carico, dei lavoratori dei Consorzi salernitani, che ammontano a circa 1000 unità. In un breve incontro, ieri a Salerno, presso l’impianto di compostaggio, il sindaco De Luca ed il Governatore Caldoro hanno affrontato la questione: il Comune di Salerno, come gli altri, sulla base di un eventuale piano industriale, si troverebbe a dover fare i conti con gli esuberi. Sempre nel caso in cui non affidino il servizio a terzi, lasciando senza occupazione gli attuali dipendenti consortili.
Ieri mattina, a Nocera Inferiore, un incontro informale tra l’assessore provinciale all’ambiente, Adriano Bellacosa, e i commissari liquidatori dei Consorzi Saleno 1 e 2, Fabio Siani e Giuseppe Corona. La decisione assunta è quella di andare avanti, in attesa di chiarimenti dall’alto. Di più non si può fare, tranne che chiedere un incontro al Prefetto di Salerno per priovare a far quadrare il cerchio. «Abbiamo trovato una prima soluzione – spiega l’assessore Bellacosa – per quel che concerne il mantenimento della gestione ordinaria, per evitare un fermo preoccupante per le nostre comunità ed i nostri territori. Aspettiamo, comunque, che arrivi la decisione definitiva del Governo».
«Per il momento – afferma il commissario liquidatore del Consorzio Salerno 2, Giuseppe Corona – abbiamo deciso di proseguire alla meno peggio, consapevoli che a questo caos legislativo si dovrà porre fine».
«La situazione è critica, abbiamo contratti in scadenza con i fornitori, non riusciamo a garantire la manutenzione dei mezzi e stiamo operando tra incertezze e difficoltà – ha dichiarato il commissario del Consorzio di bacino Salerno 1, Fabio Siani – Auspichiamo che arrivi una proroga che ci consenta di operare con maggiore serenità». Alcuni Comuni dell’Agro nocerino sarnese, intanto, si starebbe organizzando per affidare il servizio a ditte esterne. “Corbara temendo il blocco delle attività si è rivolto a società esterna – ha spiegato Siani – ma noi contestiamo questa scelta e, in una serie di missive, abbiamo provveduto a precisare che le attività non si sono mai bloccate».