di Marta Naddei Entra a gamba tesa su Vincenzo De Luca e su ciò che gli sta più a cuore, il suo operato come sindaco di Salerno. Affila i coltelli il presidente uscente della Regione Campania, Stefano Caldoro, a due mesi dall’apertura delle urne per la scelta del nuovo governatore. Lo spunto per pungolare lo sfidante del centrosinistra è stato rappresentato dalle non proprio floride condizioni delle casse del Comune di Salerno, più volte oggetto dell’attenzione della Corte dei Conti di Napoli. «Mi dispiace veder soffrire Salerno - ha detto nel corso di una intervista rilasciata a Telecolore – Soffre, perché le ultime notizie paventano un rischio dissesto. C’è una situazione debitoria preoccupante, rilevata anche dalla Corte dei Conti, e che segnala un rischio sull’equilibrio economico». Una situazione che, dice ancora Caldoro, «non vorrei fosse un esempio di cattivo governo, di cattiva amministrazione», anche perché «Salerno ha una lunga tradizione di buona amministrazione, partita da importanti sindaci come Vincenzo Giordano e anche prima. Lo stesso De Luca – precisa Caldoro – ha fatto cose positive ma gli ultimi anni si caratterizzano per opere incompiute, dalla cittadella giudiziaria a Piazza delle Libertà, e per una difficile situazione economica che rischia di trasformarsi in tasse per i cittadini». Cittadini salernitani che, in questi anni, hanno anche dovuto fare i conti con la drammatica situazione dei trasporti, culminata con la crisi del Cstp. Proprio in merito alla storica azienda di trasporto pubblico locale, il presidente Caldoro ha tirato fuori la Regione Campania dal balletto di responsabilità. «La Regione viene chiamata in causa propriamente – ha specificato il governatore – Quelle sono società comunali ed è strano quando qualcuno chiama in causa la Regione quando fa fallire le proprie società. Se le società sono di proprietà del Comune e falliscono il problema è del Comune, non della Regione, del Governo o dell’Europa. Chi la fa fallire è il proprietario, quindi se ne assuma la responsabilità. Noi non siamo i proprietari, facciamo la programmazione e diamo ai Comuni le risorse che ci dà il governo». Tra le altre frecce scoccate da Caldoro all’indirizzo dell’ex primo cittadino di Salerno anche quella della querelle sull’accelerazione della spesa dei Fondi europei che fu aspro terreno di scontro, anche a livello giudiziario, tra le due parti. «Con l’accelerazione della spesa, con il buon utilizzo dei fondi Ue, ogni Comune della Campania ha avuto una sua opera – ha specificato Caldoro, non mancando di ricordare «una giornata brutta ed è quando ebbi notizia del ricorso presentato dal sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. Fu un ricorso per bloccare tutti i finziamenti per i sindaci a salerno e in tutta la regione. Ci siamo dovuti difendere al Tar e per fortuna de Luca ha avuto torto. Ma non capisco perché fare un azione così contro i sindaci, i suoi colleghi i cittadini. Noi abbiamo difeso tutti e lo stesso sindaco di Salerno, anche perché la Regione in questi anni ha fatto tanto per Salerno: basti ricordare i finanziamenti per il porto e l’intervento per l’aeroporto». Nessuna parola, invece, sul caso Severino che – allo stato attuale – spada di Damocle sul capo di Vincenzo De Luca nel caso in cui dovesse uscire vittorioso dalla competizione elettorale del 31 maggio. Stefano Caldoro, pur continuando a dichiararsi garantista e a sostenere una modifica della Severino, ha ritenuto di non commentare perché «verrebbe facile dire ‘non lo può fare’ ma non useremo questo argomento. I cittadini dovranno decidere su cose concrete e non su questo». Caldoro ha poi paragonato i suoi cinque anni di governo regionale al girone di ritorno di un campionato di calcio, con quello di andata disputato da una squadra differente, ovvero quella del centrosinistra. «Oggi in Italia, la Campania è prima in tante cose. Nel complesso, invece, diciamo di poterci attestare intorno alla zona delle “coppe europee”». Nello screening del suo operato, il presidente Caldoro ha poi ricordato, in merito alla delicata questione della sanità che «la sinistra dei Bassolino e dei De Luca con il decreto 49 chiudeva gli ospedali. Salerno aveva perso un terzo della sua sanità. Noi abbiamo salvato le strutte di Castiglione di Ravello, di Oliveto Citra, di Polla, Scafati, Roccadaspide e Cava. Su Agropoli ci sono state scelte, non vorrei dire errori, dell’amministrazione (si riferisce al sindaco del comune cilentano Franco Alfieri che propose ricorso, ndr) che hanno reso tutto più difficile. La scelta di affidarsi al Tar non ha pagato, hanno perso nel merito, ed ha creato difficoltà ad intervenire adesso. Ma come è noto anche per Agropoli stiamo trovando soluzioni». Insomma, pare che anche la campagna elettorale di Stefano Caldoro sia iniziata.
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