di Marco De Martino
SALERNO. Quelle che stiamo per narrare sono storie che soltanto chi l’ha vissute sulla propria pelle sa quanto belle, significative ed emozionanti siano state. Stiamo parlando di partite, due per la precisione, scolpite nella memoria dei tifosi granata con più anni. Quelli sopra gli “enta”, per intenderci. La prima di esse infatti risale ad ormai 25 anni fa. Un quarto di secolo esatto. Era l’8 aprile del 1990, la Domenica delle Palme. Il primo caldo avvolgeva Salerno. Una città deserta, ad ora di pranzo. E non solo per la festività, ma soprattutto per la gara che si disputava in Salento, a Casarano. In provincia di Lecce. Chi non aveva accompagnato la squadra in trasferta era lì, attorno alle radioline. La Salernitana di Ansaloni si giocava una buona fetta di serie B nel catino del “Capozza”. Dopo un primo tempo in trincea, i granata colpirono a metà ripresa, al minuto 65, con un difensore. Carmine Della Pietra, stopper goleador, di testa, in tuffo, nel cuore dell’area pugliese, trafisse Nunziata. Finì così, 0-1. Salerno esplose di gioia: esattamente due mesi dopo fu serie B dopo 24 anni. Con un salto di 8 anni e di parecchi chilometri arriviamo a Reggio Emilia. Era il 22 febbraio 1998 quando la Salernitana di Delio Rossi affrontava al “Giglio” la lanciatissima Reggiana di Varrella. Faceva freddo, forse anche per questo il Profeta Delio Rossi decise, per la prima volta, di coprirsi, schierando nel suo 4-3-3 un terzino, Ciccio Galeoto, nel tridente con Artistico e Di Vaio. Ed al 54’, con un tiro arcuato, proprio il piccoletto siciliano beffò Beniamino Abate, regalando la vittoria ai granata. Per 0-1, come quella di 8 anni prima, e sempre grazie ad un difensore. E quello fu un altro successo che si rivelò poi decisivo per la conquista storica della serie A, 50 anni dopo l’ultima volta. Della Pietra, Galeoto e… Colombo. Il gol messo a segno a Lecce non può non ricordare, ai tanti tifosi della Salernitana sopra gli “enta”, quelle imprese indelebili. Quel guizzo di un difensore che decide una partita in un campo storicamente ostico, con lo stesso punteggio finale, in una fase della stagione decisiva, con indosso la maglia bianca con risvolti granata, a cavallo dello stesso periodo e quasi negli stessi minuti di gioco: tutto, come fosse un segno del destino, ritorna ciclicamente nella storia della Salernitana. Impressionano soprattutto le similitudini tra l’impresa dell’89/90 e quella di mercoledì scorso. Entrambe in Salento, entrambe grazie ad un colpo di testa dal centro dell’area avversaria, nella porta alla sinistra della tribuna e sotto la curva dei tifosi di casa. Con la casacca bianca ed i risvolti granata. Corsi e ricorsi storici che però lasciano ben sperare per il futuro della Salernitana attuale. Imprese iscritte di diritto nella bibbia granata, eroi come Della Pietra e Galeoto entrati a furor di popolo nella hall of fame della Salernitana. E magari proprio Riccardo Colombo da Tradate potrebbe essere il prossimo ad accedervi. Dipende dai prossimi due mesi. E se la storia si ripetesse…