Il carcere non deve separare gli affetti - Le Cronache Attualità
Attualità Salerno

Il carcere non deve separare gli affetti

Il carcere non deve separare gli affetti

E’ stato un convegno di grande interesse psico-sociale quello tenutosi presso la sede dell’Associazione Salernitani Doc di via Bottiglieri. La tematica ha riguardato “Le problematiche psicologiche e psichiatriche nel sistema penitenziario attuale”. A relazionare un’autorevole personalità del settore, il Prof. Gaetano Galderisi, membro della Commissione Nazionale presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Presidente della Società Italiana di Psichiatria Penitenziaria. Dopo i saluti di Massimo Staglioli, presidente dell’Associazione Salernitani Doc, e dell’Assessore alle Politiche Sociali, dott.ssa Paola De Roberto, in rappresentanza del Comune di Salerno, i lavori sono stati aperti dall’On.le Prof. Guido Milanese il quale nel corso del suo intervento introduttivo ha voluto sottolineare la delicatezza del problema dell’affettività all’interno delle carceri e le conseguenti problematiche di carattere psicologico. “Dobbiamo evitare che il carcere diventi un luogo di perdizione”, ha affermato l’On.le Milanese. Una particolare attenzione da parte della numerosa platea intervenuta è stata rivolta per la presenza di don Luigi Merola. Nel prendere la parola don Luigi Merola ha espresso parole di pesanti critiche verso la fiction televisiva “Mare Fuori”. “Quando guardo questa fiction mi sembra di vedere un set di un’agenzia matrimoniale e non il carcere di Nisida, come si vuole rappresentare”, ha polemicamente affermato don Luigi. Ma il fulcro dell’incontro è stato certamente quello del prof. Gaetano Galderisi. Nel corso della sua relazione, attenta e precisa, ha esplicitato quelle che sono le problematiche psicologiche e psichiatriche che quotidianamente vengono affrontate all’interno delle carceri. Problematiche che non investono solo i detenuti ma anche il personale della polizia penitenziaria. “Stiamo seguendo il caso di un agente di polizia penitenziaria, il quale dopo pochi anni dall’assunzione ha iniziato a manifestare segnali di continui tentativi di suicidio”. La Corte Costituzionale – è stato rimarcato – con la sentenza n. 10/24 ha inteso dare una svolta significativa concedendo, al detenuto che ne fa richiesta, la possibilità di colloqui intimi senza il controllo di un sistema di videosorveglianza e senza la presenza del personale carcerario. Un interessante dibattito tra i presenti ha fatto seguito alla relazione del prof. Garderisi. . Quando è stata la volta della dott.ssa Rita Romano – ex direttrice della Casa Circondariale di Fuorni – un velo di commozione ha preso il sopravvento con la lettura di una lettera scritta dalla direttrice del carcere di Sulmona, Armida Miserere, suicidatasi nella notte tra il 18 e il 19 aprile 2003, con un colpo di pistola alla tempia, nel suo appartamento di servizio, all’interno del carcere. I lavori sono stati conclusi dall’interessante intervento del dott. Michelangelo Russo, magistrato salernitano, ora in pensione ed editorialista di Le Cronache. Il dott. Russo ha voluto soffermare la sua attenzione sulla riforma costituzionale, esprimendo parole di forte critica verso il Governo. Nicola Castorino