Di Antonio Manzo
Se Ernesto Galli della Loggia avesse assistito al confronto sui programmi declinati da i cinque candidati a rettore dell’università di Salerno avrebbe garantito un 18 “politico” ai docenti più per rispetto ai colleghi che per intima convinzione di non poterli salutare con un 30 e lode.
Ma appena da ieri, venerdì, lo stesso docente di storia contemporanea e editorialista del Corriere della Sera avrebbe trovato conforto nella sua decisione della promozione “politica” dopo aver scritto su i limiti e le cause della nostra classe dirigente del tutto scarsa nella vicenda nazionale. Come crearla una nuova classe dirigente con questa università? Sia chiaro, nessun riferimento a Salerno. Perché a noto editorialista ancora non era giunta la notizia di una lettera indirizzata al prefetto di Salerno che lo invita a garantire alle elezioni per il nuovo rettore la regolarità di previsti quattro appuntamenti elettorali a partire dal 24 giugno prossimo. <Vogliamo – scrive un rappresentante sindacale Gerardo Pintozzi della Cgil – la regolarità del voto e dello scrutinio dopo che è stata persino prevista la ubicazione dei seggi, due stanzini di 15 materi quadrati, senza luce, inadeguati per le migliaia di votanti”. E’ il sospetto pieno, certificato, oltre che allarmistico, di brogli elettorali. E quale migliore occasione per far eleggere un rettore per sette anni in un’università in crisi ma che vive non in una somma di criticità ma coltivi l’ambizione storica, senza demolire che è un esercizio semplice ma improduttivo? Un rettore non un business man esperto di conti e di gestione, con un programma semplice di governare l’ateneo con la volontà di favorire i propri allievi, invece che coltivare simpatie, amicizie, amichettismi, logiche di scambi, azione che corrompono il mondo politico? E soprattutto un rettore che faccia piazza pulita di uno storico rimpianto inutile e anacronistico del mancato ateneo Salernocentrico che fu invece fu realizzato come invidiabile campus europeo a Fisciano (una pagina storica per Salerno scritta da Gabriele De Rosa, Vincenzo Buonocore, Roberto Racinaro, Raimondo Pasquino).
Ma come andranno le elezioni? La tensione pre-elettorale è stata silenziosa ma stanca e invasiva. Delle cinque candidature due sono donne: Alessandra Petrone docente del pensiero politico e Paola Adinolfi, docente di marketing. Salerno potrebbe continuare a rompere il tetto di cristallo. Oggi le università italiane a guida femminile sono 17 su 85. Tra queste c’è Manuela Ceretta (Aosta), Anna Gervasoni (Cattaneo Castellanza) Laura Ramaciotti (Ferrara), Alessandra Petrucci (Firenze) Maria Pierro (Insubria) Giovanna Sparari (Messina) Marina Brambilla (Milano Statale) Donatella Sciuto (Politecnico Milano), Elena Beccalli (Cattolica Milano) Antonella Polimeni (Sapienza Roma) Tiziana Lippiello (Venezia Ca Foscari). L’ultima in ordine di tempo eletta pochi giorni fa Cristina Prandi (Torino). La prima rettrice in Italia fu Maria Tedeschini Lalli eletta nel 1998 alla guida dell’università di Rona. Ci sarà anche Salerno con una rettrice donna? Naturalmente tutto dipenderà dal voto. I numeri dovranno fare i conti con il “lodo Pasquino” firmato da quattro dei cinque candidati, con l’esclusione di Alessandra Petrone che ha dall’inizio declinato ogni invito al tavolo promosso dall’Emerito Rettore. Il “lodo” prevede la concessione dei voti in fase di ballottaggio da parte degli esclusi a vantaggio dei due candidati. Impresa improbabile, tenuto conto della scie di veleni academici tra gli stessi docenti. Paola Adinolfi è componente del consiglio di ammistrazione dell’ateneo dove il marito della stessa candidata Francesco Fasolino è direttore del dipartimento di scienze giuridiche. Alessandra Petrone oltre la cattedra di ordinario di pensiero politico ha ricoperto anche l’incarico di delegata alla comunicazione dell’Ateneo. Tema ignorato da tutti e cinque i candidati gli incarichi esterni dei docenti universitari che privatamente possono operare ma con l’autorizzazione del consiglio di amministrazione. E si tratta di incarichi per diverse decine di migliaia di euro.





