Camerota, appalto Soget e l'archiviazione - Le Cronache Ultimora
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Camerota, appalto Soget e l’archiviazione

Camerota, appalto Soget e l’archiviazione

Di Antonio Manzo

Non c’è fine alla fantasia creativa del malaffare nelle amministrazioni cilentane, assediate da presunte disamministrazioni, accertate infiltrazioni criminali dei boss della camorra  e spasmodica caccia pubblicitaria da Bandiera Blu. Lo chiamano un indefinito “Sistema Cilento” che corrompe la vita dell’amministrazioni locali declinato parallelamente alla tragedia dell’insoluto omicidio di Angelo Vassallo, senza colpevoli a 15 anni di distanza. La fantasia del Sistema Cilento va dall’invenzione della macchinetta per il conteggio del denaro delle tangenti imposte al comune di Santa Marina di Policastro, all’appalto sospetto di circa sei milioni di euro per la riscossione tributi a Camerota all’impresa Soget, nota per le vessazioni ai contribuenti in numerose amministrazioni locali del Salernitano. È quest’ultimo business di Camerota che è al centro di una storia singolare di giustizia domestica. La procura della Repubblica di Vallo della Lucania apre una inchiesta sull’appalto da sei milioni di euro per la riscossione dei tributi (Pm incaricato Luigi Spedaliere procedimento 499/19/mod.44) e si affida ad un noto consulente della procure italiane, funzionario prefettizio delle procedure antimafia per capire le modalità di un affidamento diretto, cioè senza gara di appalto, di un milionario appalto, secondo la Procura della Repubblica molto sospetto con un cambio in corso d’opera del bando di gara, della strana pubblicità delle offerte in gara che dovevano essere segrete prim’ancora dell’assegnazione dell’incarico. Carte che cambiano ripetutamente, giorno dopo giorno a seconda delle circostanze operative per far vincere l’affidamento diretto dei 6 milioni di euro. Lui, consulente tecnico nominato dalla procura della Repubblica, si chiama Salvatore Carli, noto funzionario dello Stato più volte nelle commissioni di governo dei comuni sciolti per camorra, un funzionario che sa fare tanto bene il suo mestiere da esser minacciato di morte nei comuni di Pompei e Portici. Sa leggere le carte ma soprattutto capire cosa c’è dietro i numeri. Il consulente Carli manda una relazione al pm di Vallo della Lucania di ben 96 pagine elencando una raffica di illegalità passate poi al pubblico ministero della procura della Repubblica di Vallo della Lucania. Viene così indagata l’amministrazione comunale con i funzionari del Comune e della Soget. e poi la stessa Procura chiede l’archiviazione del malaffare Soget denunciato dal suo consulente tecnico. Delle nove  persone iscritte nel registro degli indagati non ne resta più nessuna nonostante la corposa perizia del consulente tecnico d’ufficio. L’inchiesta vede coinvolto il Comune di Camerota e la Soget spa. Il gip del tribunale di Vallo della Lucania chiude le indagini e notifica gli avvisi, al sindaco Mario Scarpitta, alla Giunta comunale, al segretario comunale, al responsabile dell’ufficio Finanziario e a due persone della Soget. Le indagini sono relative a presunti reati riferiti alla rimodulazione del contratto con la Soget S.p.A. e al successivo affidamento del servizio parcheggi alla stessa società, cioè avevano manomesso e riscritto il contratto con la Soget. Non fu facile il lavoro del consulente tecnico della Procura. Deve aspettare che i carabinieri acquisiscano la enorme rilevante documentazione sull’affidamento diretto, senza gara, che il Comune si rifiuta di esibire. Il sindaco Giuseppe Scarpitta e il Comune non vogliono fornire gli atti incriminati ma esprimono il rispetto per il lavoro degli inquirenti: <È vero che abbiamo  rinegoziato il contratto con la Soget, ma l’unica colpa è quella di aver fatto risparmiare –si difende il sindaco Giuseppe Scarpitta – 3,3 MILIONI DI EURO ai cittadini di Camerota>. Si difende così il sindaco dopo aver dichiarato non specificate “circostanze impreviste” che avrebbero consigliato agli amministratori un affidamento diretto di un servizio per sei milioni di euro. E le stesse “circostanze impreviste” valgono anche per l’affidamento del servizio relativo ai parcheggi con poco chiarire assunzioni di ausiliari del traffico superpagati dalla Soget secondo una estrazione della fortunata lotteria del comune gestita dal sindaco.

Ma è la sfortuna che insegue le amministrazioni comunali del Cilento. Dall’invenzione della macchinetta per le tangenti al comune di Santa Marina all’utilizzo di 30mila kilogrammi di tritolo per distruggere un pezzo di costa recuperando pietre spedite al porto di Santa Marina e liberare così lo spazio necessario a costruire un parcheggio per un lido. Ma la sfortuna non finisce qui. Si palesa anche quando il servizio tributi è utilizzato come una clava per i possibili nemici che debbono essere convertiti, pena pignoramenti, sequestri vari e mancato pagamento delle tasse. Olio di ricino come le tasse da pretendere per tutti i nemici tranne che per gli stessi amministratori spesso evasori delle tasse comunali. E in questi giorni tumultuosi a Camerota non si può ignorare, di fronte allo scempio edilizio e alle sanatorie per gli amici, quel che accadde all’assessore all’urbanistica del tempo che fece approvare il piano regolatore di Camerota. Un deputato socialista e gli oppositori indussero l’allora procuratore della Repubblica di Vallo della Lucania (siamo alla fine degli anni Ottanta) ad emettere ben 80 avvisi di garanzia per l’assessore che voleva solo una regola urbanistica onde evitare il paese dell’abusivismo. Era solo un moralizzatore del tempo che andava punito con la clava giudiziaria a comando politico.