Scafati. Aliberti, basta sciacallaggio - Le Cronache Attualità
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Scafati. Aliberti, basta sciacallaggio

Scafati. Aliberti, basta sciacallaggio

di Erika Noschese

“A dire la verità non sta riguardando soltanto Scafati, perché l’incendio è stato drammatico sotto tutti gli aspetti. Io l’ho vissuto stando lì sul posto”. Così esordisce il sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, in una serie di dichiarazioni rilasciate in seguito al vasto incendio che ha colpito un sito industriale locale, generando una densa nube di fumo visibile anche dai comuni limitrofi. Il primo cittadino non ha nascosto la sua preoccupazione e ha puntato il dito contro la gestione iniziale dell’emergenza: “C’è stato qualche problema legato soprattutto all’intervento dei Vigili del fuoco, che io credo non avessero capito l’importanza della cosa. Poi è arrivato il Comandante provinciale, attraverso il comandante regionale dei Vigili del Fuoco, e abbiamo lavorato con dieci autobotti, insieme alla Polizia Municipale e i Carabinieri. Abbiamo fatto un lavoro sinergico. Stanotte (la scorsa notte per chi legge, ndr) si è lavorato, ancora oggi (ieri mattina per chi legge, ndr) si è sul posto per spegnere le fiamme ancora oggi, ancora in questo momento”. Aliberti ha sottolineato come l’emergenza abbia coinvolto un’area più vasta: “Il problema naturalmente si pone: l’ho detto ieri al prefetto, nel comitato che abbiamo avuto, a breve ne avremo un altro: il problema si pone naturalmente anche per gli altri Comuni. Il vento soffiava in una certa direzione verso la parte sud; quindi, ha interessato i comuni di Angri, Sant’Egidio del Monte Albino, Corbara, Il tenente colonnello Albanese, dei Carabinieri, comunicava di aver visto le nubi di fumo sin da Nocera, tanto per essere chiari. Per cui l’emergenza c’è”. Immediata la reazione del Comune con un’ordinanza sindacale: “Ho fatto subito ordinanza sindacale, ho detto di restare chiusi in casa e di evitare l’utilizzo dell’aria condizionata, perché naturalmente porta aria dall’esterno verso l’interno. Ho detto di evitare di mangiare verdura che insomma è stata raccolta dopo che sono accaduti i fatti”. Rassicurazioni sono arrivate in merito all’evacuazione dei residenti: “Le famiglie non sono state evacuate: abbiamo consigliato ai soggetti più fragili di andare via, per cui un po’ di persone le abbiamo portate via. Non molte, credo sei nuclei familiari, poi altri hanno deciso naturalmente di andare via per il momento ma di loro spontanea volontà, avendo la cosa sotto controllo. Anche perché poi il fumo si innalza e poi funziona come con le antenne di telefonia mobile: chi sta sotto l’antenna non acchiappa le radiazioni, mentre invece a distanza è peggio. Però la puzza poi cominciava a sentirsi, quindi: evacuazione no, se ci sono casi di difficoltà, abbiamo messo a disposizione alberghi per i nuclei familiari che sono proprio a ridosso della fabbrica, perché sono case che sono nate nell’area industriale diversi anni fa”. Il futuro del sito industriale è incerto e preoccupa il sindaco: “Se il sito potrà continuare a restare nell’area? Forse non vi rendete conto del danno che ha subito quel sito. Io mi concentro, ad oggi, su quanto tempo ci vorrà per bonificare il tutto. È un problema tremendamente serio. Poi ci sono gli sciacalli, anche perché sono quelli che speculano su questa vicenda, no? Noi siamo per la salute dei cittadini, e gli sciacalli poi di solito sono sempre le persone che non dovrebbero parlare. Anche perché uno dei proprietari del sito è stato il mio competitor in campagna elettorale. Voglio dire: questo non significa assolutamente nulla. Sono vicino da un punto di vista istituzionale agli imprenditori, ancora di più ai miei cittadini per la salute, è chiaro? Però, insomma, fare sciacallaggio per recuperare il consenso di chi dice che era meglio che il sito lì non ci stava… Il sito è molto molto antico, nel frattempo per Scafati è passato qualche altro nostro sindacato ed è passata anche una commissione che doveva ripristinare la legalità e se non sono stati da loro capaci di ripristinare la legalità vuol dire che quello è un sito legale”. Aliberti ha poi ripercorso la storia del sito, sottolineando la sua preesistenza e le verifiche passate: “Questo è un fatto risaputo da quando facevo il sindaco nel 2008, dal 2008 al 2016, poi naturalmente insomma sono stato sciolto per camorra perché ero un camorrista fino al 13 novembre. Oggi non lo sono più. Ma nel frattempo, in questi sette anni in cui sono mancato, quel sito è stato anche commissariato: c’è stata la Procura che lo ha commissariato l’ha dato in gestione a dei commissari che lo hanno gestito. Quindi i commissari che lo hanno gestito sanno, naturalmente, dei lavori che sono stati fatti o meno all’interno del sito. Poi vi faccio una domanda: a Napoli si dice il formaggio sotto e i maccheroni sopra. Non perché io debba difendere il sito, le norme regionali o la norma regionale che cosa dice? Che quel tipo di sito dove deve essere impiantato? In un’area industriale. Quella è un’area industriale che poi è diventata piano di insediamento produttivo. Quindi nell’ambito della conferenza dei servizi, il Comune decide soltanto rispetto alla compatibilità urbanistica. Io oltre alla compatibilità urbanistica, all’epoca, ho detto semplicemente che il sito era compatibile da un punto di vista urbanistico, ma ho dato una serie di indicazioni anche all’ASL per fare dei controlli, all’ARPAC per fare dei controlli e non so se questi controlli naturalmente sono stati fatti o no. O meglio, so che sono stati fatti. Quello che è emerso dai controlli è nelle mani, in questo momento, dei Carabinieri del NOE e poi, naturalmente, il fatto che insomma ci siano delle indagini mi sembra piuttosto normale”.