di Salvatore De Lucia
Salerno, un tempo fiore all’occhiello della Campania e città simbolo di sviluppo e vivibilità, oggi appare sempre più abbandonata a sé stessa. Passeggiando nel cuore cittadino, a pochi passi dalla stazione ferroviaria e dal porto, lungo Via Fratelli De Mattia – strada parallela al Lungomare Trieste, nei pressi di Piazza della Concordia – lo scenario che si presenta agli occhi dei cittadini e dei visitatori è desolante: marciapiedi invasi da erbacce, rifiuti accumulati agli angoli delle strade, segni evidenti di un degrado che avanza inarrestabile. Una città che avrebbe tutte le potenzialità per essere un modello di vivibilità ed eccellenza europea e mondiale, oggi lotta contro l’incuria e l’inefficienza amministrativa. Il problema, infatti, non è soltanto estetico, ma colpisce profondamente la qualità della vita dei residenti, l’attrattività turistica e le prospettive economiche del territorio. L’amministrazione comunale, responsabile della gestione della città, sembra aver abbandonato il suo compito, lasciando che Salerno scivoli lentamente verso un destino di trascuratezza. Il degrado si estende senza freni, e l’assenza di interventi concreti lascia intendere che il benessere della comunità non sia una priorità per chi governa. Strade sporche, cassonetti stracolmi, aiuole incolte e infestazioni di blatte e scarafaggi non sono più episodi sporadici, ma la triste normalità per molti quartieri. La manutenzione ordinaria è carente, la raccolta rifiuti inefficace e l’attenzione verso il decoro urbano praticamente inesistente. È paradossale che una città di tale importanza, capoluogo di provincia e punto di riferimento per l’intera regione, non riesca a garantire nemmeno i servizi essenziali. Un fallimento amministrativo che pesa come un macigno sulle spalle dei cittadini, costretti a convivere con l’indifferenza di chi dovrebbe tutelarne il benessere. Come se non bastasse il degrado urbano, Salerno si trova a dover affrontare anche un grave problema demografico. I dati parlano chiaro: la popolazione è in costante diminuzione, e presto la città potrebbe perdere il suo storico secondo posto tra i comuni più popolosi della Campania, venendo superata da Giugliano in Campania. Si tratta di un fatto gravissimo per un capoluogo di provincia che, oltre a vantare una storia millenaria, ha ricoperto un ruolo di primo piano anche nel contesto nazionale, essendo stata capitale d’Italia nel 1944. Ma perché sempre più cittadini scelgono di lasciare Salerno? Le risposte sono molteplici, ma tutte riconducibili alla scarsa qualità della vita: opportunità di lavoro limitate, servizi pubblici inadeguati, trasporti inefficienti e un degrado urbano che scoraggia giovani e famiglie dal costruire il proprio futuro in città. Se a tutto questo aggiungiamo la pressione fiscale locale, la difficoltà di accesso ai servizi essenziali e l’assenza di una politica di rilancio economico e culturale, il quadro è completo. Il risultato è una città che si svuota, perdendo la sua linfa vitale e il suo tessuto sociale, senza che chi di dovere sembri preoccuparsene. Salerno possiede un potenziale straordinario, grazie alla sua posizione geografica, al patrimonio storico e culturale e alle enormi possibilità di sviluppo legate al turismo. Ma senza una gestione attenta e lungimirante, queste risorse rischiano di rimanere inespresse, condannando la città a un declino sempre più rapido e inesorabile. Nonostante i continui appelli dei cittadini, l’amministrazione comunale continua a non rispondere con interventi concreti e tempestivi, lasciando che Salerno sprofondi in una crisi da cui sarà sempre più difficile risollevarsi. È arrivato il momento di dire basta. Salerno merita di più. I cittadini meritano di più. Il cambiamento non può più essere rimandato, perché ogni giorno perso significa un ulteriore passo verso la decadenza definitiva di una città che, invece, avrebbe tutte le carte in regola per tornare a splendere.





