di Arturo Calabrese
L’arte è un qualcosa di importante per un popolo e le opere devono come tali essere rispettate. Un assioma semplice ed ordinario che vale in uno Stato civile. In Italia, certo, come anche in altri Paesi ma non ad Albanella.
Sono dolenti le note per il centro della Piana del Sele, un fatto nel quale rientra anche l’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento e la Fondazione Matteo e Claudina de Stefano con sede ad Ogliastro Cilento. Questa realtà, attraverso la vicepresidente Angela Riccio, ha avviato un progetto di promozione turistica del Cilento attraverso l’arte moderna. L’idea era l’installazione in diversi comuni di varie opere e la creazione di un percorso.
Nome del progetto è o era, e poco cambia, “Pac, Percorsi d’Arte Contemporanea Cilento”. I comuni che hanno beneficiato, o che avrebbero e anche qui poco cambia, sono quelli afferenti all’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento. Albanella, Capaccio Paestum, Giungano, Cicerale, Ogliastro Cilento, Agropoli, Prignano Cilento, Torchiara, Rutino, Lustra con Rocca Cilento, Laureana Cilento, Perdifumo.
Il condizionale, in questo caso, è d’obbligo perché, come detto, il paese retto da Renato Iosca ha ricevuto una di esse. Oggi, però, quel monumento è tristemente gettato a terra, in un’area comunale, tra la vegetazione. Era il dicembre del 2023 quando ad Albanella venne installata “La Torre”, opera di Ettore Consolazione.
Taglio del nastro, fiori, foto ricordo, Renato Iosca e Angela Riccio in posa con tanto di sorriso. Ed ora? Ora l’oblio, quel monumento tanto decantato dall’amministrazione è diventato un rifiuto.
“A partire da oggi – diceva il primo cittadino – avremo un’attrazione in più che richiamerà nuovi flussi di turisti”. Evidentemente, tutto è stato dimenticato. Nel novembre scorso, si decise per lo spostamento in quella che era definita un’area più consona e cioè il cosiddetto “hangar” in zona Santa Sofia.
Uno spostamento che è stato effettuato ma “La Torre” è oggi distesa su un lato, probabilmente danneggiata e prossima ad essere ricoperta dalla vegetazione. Ad Albanella, quindi, un’opera d’arte è diventata un rifiuto gettato in una discarica abusiva, senza rispetto alcuno per l’artista, per la Fondazione, per l’ambiente e per i cittadini che quell’opera l’hanno pagata.
È stato un regalo della realtà culturale, ma Angela Riccio ha chiesto e ottenuto dall’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento il finanziamento di 15mila euro per rendere concreto tale progetto nel quale rientrano anche la Regione Campania e il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Danaro dei contribuenti che è divenuto spazzatura.
L’artista per descrivere la sua opera aveva usato parole che lette col senno di poi hanno del paradossale: “la collocazione – si legge nell’opuscolo – sarà fissa, ma avrà la capacità di mutare superficialmente grazie a un processo naturale”. A onor del vero è mutata, ma non come aveva voluto. Insomma, per Consolazione non c’è alcuna consolazione.






