Giornate diabetologiche. Due giorni tra esperti - Le Cronache Attualità
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Giornate diabetologiche. Due giorni tra esperti

Giornate diabetologiche. Due giorni tra esperti

di Mario Rinaldi

Questo fine settimana, venerdì’ 29 e sabato 30 novembre, presso il Lloyds Baia Hotel a Vietri sul Mare si terrà la XV edizione delle “Giornate Diabetologiche Salernitane”, in presenza del presidente prof. Giovanni Ghirlanda e del responsabile scientifico dott. Claudio Lambiase. Quest’ultimo ha spiegato nel dettaglio come si svolgerà la due giorni dedicata a un tema sanitario che, purtroppo, vede coinvolti milioni di italiani e centinaia di milioni di soggetti nel mondo affetti da questa patologia.
Dottor Lambiase può spiegarci lo scopo di questa iniziativa?
“Scopo di questo evento è quello di riunire tutte le figure professionali che compongono il team diabetologico nel ricercare la strategia migliore per la prevenzione di tale patologia e delle sue complicanze acute e croniche. In questo team figurano, oltre al diabetologo, il neurologo, il cardiologo, il nefrologo, l’oculista, l’angiologo e anche l’infermiere che ha competenze in diabetologia, in quanto il diabete è una malattia tecnicamente definita cardionefrovascolare”.
Una patologia, dottor Lambiase, di cui sono affetti milioni di persone nel mondo.
“Purtroppo si. Il diabete è una malattia pandemica. Oggi nel mondo ci sono 500 milioni di diabetici e la prospettiva nel 2035 è di 700 milioni. In Italia, tra i soggetti adulti ci sono 4 milioni di diabetici noti e 1,5 milioni di diabetici non noti. Questo perché a volte il diabete non presenta sintomi immediatamente visibili. Solo attraverso analisi specifiche si possono conoscere i soggetti portatori di patologia”.
Qual è il messaggio che intendete diffondere nel convegno di questo fine settimana?
“Quello della prevenzione. E’ importante fare prevenzione, quindi diffondere una cultura sull’aspetto delle malattie cardio-metaboliche, in quanto il diabete presenta anche rischi di natura cardiaca. Tanto per fare un esempio, un soggetto diabetico presenta un rischio di contrarre un infarto al pari di un paziente che ha già avuto l’infarto e non è diabetico. Questo un dato importante. Con questa iniziativa, inoltre, intendiamo coinvolgere tutta la popolazione e di operare un confronto costruttivo con tutti i professionisti del settore per cercare di trovare soluzioni dinanzi alle complicanze di questa patologia subdola”.
Può spiegarci come si svolgerà la due giorni di convegno?
“Nella prima giornata parleremo della prevenzione e formazione sulle modalità di intervento contro il diabete. Poi introdurremo il discorso sulle complicanze cardiache e renali. Nel secondo giorno parleremo del “piede diabetico”, che rappresenta una complicanza molto seria: l’80% delle amputazioni non traumatiche riguarda proprio pazienti diabetici. Tengo a sottolineare che le complicanze del diabete hanno dei costi molto alti e incidono sull’economia reale dei pazienti affetti da questa patologia. Se ci sono farmaci adeguati per contrastare la patologia si potrebbero ridurre di molto gli accessi al pronto soccorso e ridurre di conseguenza i costi sanitari e i costi del ricovero”.
Dottore Lambiase cosa ne pensa del trattamento del diabete nell’ambito della sanità locale?
“Nell’Asl Salerno non c’è cultura della diabetologia nel senso che io ho fatto il responsabile della diabetologia di Mercato S. Severino per oltre 30 e poi ho lavorato anche a Nocera per tamponare delle carenze di personale e in tutti questi anni nessuno mi ha mai chiesto se avevo bisogno di qualcosa. In molte circostanze ci ho anche rimesso, compiendo spostamenti e altro a spese mie. Chi doveva essere responsabile dell’Asl Salerno non ha tutelato i pazienti. A Mercato S. Severino e a Nocera non c’erano diabetologi e abbiamo sofferto molto di questa condizione. In Costiera, ad oggi, ad esempio non c’è un solo diabetologo e un residente in uno dei Comuni della Costiera se volesse sottoporsi ad una visita diabetologica è costretto a recarsi a Salerno centro. Responsabile di tutto questo è l’Asl Salerno”. Un dottor Lambiase che, quindi, non le manda a dire, esprimendo rammarico per la gestione di questa patologia nella sanità locale e lanciando un chiaro segnale di allarme nella speranza che presto gli addetti ai lavori possano intervenire per far fronte a tali complicazioni.

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