di Erika Noschese
Onorevole, una svolta importante nell’omicidio di Angelo Vassallo. Dopo 14 anni si è sempre più vicini alla verità…
«Dopo 14 anni dall’omicidio del sindaco pescatore Angelo Vassallo, è indubbio che ci sia stato un passo significativo verso la verità, come attestano le nuove attività investigative e le rivelazioni che emergono dal lavoro di inchiesta della Commissione Antimafia, che nella scorsa legislatura ha depositato una relazione votata all’unanimità. L’omicidio di Angelo Vassallo resta una vicenda torbida e sconcertante in cui si sono scontrate la voglia di riscatto di una terra e la volontà di chi intendeva mantenerla oppressa e legata a logiche criminali. È la storia di un uomo che volle dimostrare che lo Stato e le istituzioni non erano entità lontane ed è stato costretto a svolgere un’attività di contrasto allo spaccio di droga in prima persona utilizzando i vigili urbani del comune di Pollica in un clima di isolamento che doveva averlo reso inquieto e deluso. E poi è la storia di una famiglia e di una parte di comunità civile che non si è mai rassegnata al fatto che questa vicenda venisse dimenticata».
Lei, con il Movimento 5 Stelle, si è occupata dell’omicidio del sindaco pescatore. In commissione anche il fratello, oggi presidente della fondazione Vassallo, Dario. Alcuni nomi erano già stati riferiti…
«Il Movimento 5 Stelle ha promosso l’istituzione di commissioni parlamentari per investigare su questo e altri casi irrisolti. La presenza di Dario Vassallo, fratello della vittima e attuale presidente della Fondazione Vassallo, è stata fondamentale per riportare all’attenzione pubblica dettagli e possibili indizi trascurati. Alcuni nomi e piste investigative erano già emersi, ma con il tempo si stanno consolidando grazie al contributo di queste attività istituzionali. Con la Commissione Antimafia della scorsa legislatura abbiamo acquisito gli atti processuali dell’inchiesta, abbiamo parlato con i procuratori, con i giornalisti che si sono occupati del caso, in particolare Iurillo, Iacona, Golia e Di Stefano, e con i sindaci coraggiosi che ci hanno riferito di Angelo Vassallo non solo come uomo di stato ma anche come amico. Inoltre siamo stati in missione a Pollica e ad Acciaroli per osservare da vicino i luoghi di Vassallo».
Dopo il suo lavoro in commissione, c’è oggi un comitato di inchiesta. Tutti strumenti necessari per risalire alla verità…
«La commissione e i successivi comitati d’inchiesta sono strumenti indispensabili per fare luce su questi crimini, favorendo una cooperazione tra istituzioni e società civile che rafforza il percorso verso la giustizia. Essi permettono di ampliare le risorse investigative e di fare emergere dettagli precedentemente inesplorati, godendo la Commissione Antimafia degli stessi poteri dell’autorità giudiziaria».
Tra i coinvolti due esponenti delle forze dell’ordine, un segnale sicuramente non positivo per la comunità…
«L’emergere di ipotesi di coinvolgimento di alcuni esponenti delle forze dell’ordine evidenzia una situazione complessa e sicuramente preoccupante per la comunità. Questo tipo di sviluppo, seppure doloroso, indica che l’indagine è volta a vagliare ogni ipotesi senza riserve, al fine di garantire trasparenza e giustizia».
Tra i suoi impegni anche il delitto di Ponticelli, un mistero ancora irrisolto in parte…
«Il delitto di Ponticelli potrebbe essere uno dei peggiori casi di errore giudiziario. Giuseppe La Rocca, Luigi Schiavo e Ciro Imperante potrebbero aver scontato l’ergastolo senza aver commesso alcun crimine e non possiamo ignorare il loro disperato grido di aiuto. Casi complessi di questo tipo richiedono non solo indagini accurate, ma anche una memoria storica e istituzionale che eviti di perdere tracce rilevanti con il passare del tempo. Nella scorsa legislatura in Commissione mi sono occupata di vari casi irrisolti redigendo per ognuno di loro una relazione approvata all’unanimità, dalla scomparsa di Rossella Corazzin e legame con il Mostro di Firenze (https://bit.ly/3JkvBtz) al delitto di Simonetta Cesaroni (https://bit.ly/3Hds9yn), di Pier Paolo Pasolini (https://bit.ly/3HADGcd), di Aldo Moro (https://bit.ly/3HLaQWZ), del dottor Attilio Manca (https://bit.ly/3Rb3KxM) fino appunto al Massacro di Ponticelli (https://bit.ly/3kJNAzo), oltre che un’indagine specifica sulle carceri e sul regime del 41bis (https://bit.ly/3DwmiSJ). Ma in questa legislatura, nonostante i nostri continui solleciti, la presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo non ci sta permettendo di avviare i lavori e tutto è sospeso».
Come si spiega che ci sono crimini di questa portata che dopo anni non trovano spiegazione?
«Vi sono molteplici motivi per cui casi di questa portata restano irrisolti per anni. Oltre alle possibili difficoltà iniziali delle indagini, causate da troppa superficialità e carenza di formazione, esistono dinamiche locali omertose e complessità operative che, purtroppo, possono ostacolare il raggiungimento della verità in tempi rapidi. Inoltre, la presenza di depistaggi dolosi rende difficile ottenere una ricostruzione chiara e completa».
Ci sono ancora iniziative che il Movimento 5 Stelle intende mettere in campo per contribuire alla ricerca della verità sul caso Vassallo?
«Il Movimento 5 Stelle ha sempre manifestato impegno e sensibilità verso il caso Vassallo, proponendo l’istituzione di un apposito Comitato all’ interno della Commissione Antimafia, in un’ottica di sinergia con le attività investigative della magistratura. Per il futuro, sono certamente allo studio ulteriori iniziative di collaborazione interistituzionale, sensibilizzazione e supporto alle forze investigative».
Dario Vassallo ha lasciato il Movimento dopo le elezioni. Perché secondo lei?
«L’abbandono del Movimento da parte di Dario Vassallo personalmente a me dispiace molto, e colgo l’occasione per chiedergli scusa qualora abbia riscontrato delle mancanze. Da parte mia c’è massima stima per Dario e per la famiglia Vassallo».