di Andrea Pellegrino
L’obiettivo del Partito democratico resta sempre quello: evitare le primarie in Campania. Ed ora con il caso Roma (Mafia Capitale) da affrontare ed evitare e con l’appello della senatrice campana Rosaria Capacchione, pare che a via del Nazareno abbiano un’arma in più. Domenica ci sarà l’assemblea nazionale. Incontro che ufficialmente avrebbe fatto slittare all’undici gennaio le primarie in Campania ma che ufficiosamente servirà per fare il punto della situazione.
E a quanto pare, secondo indiscrezioni, circolerebbe già un ordine del giorno dalla valenza nazionale, naturalmente, ma che avrebbe inesorabili ricadute in qui in Campania. Il testo o la proposta che gira in queste ore sarebbe questa: via dalle liste i candidati rinviati a giudizio. Insomma se passasse in assemblea nazionale sarebbe una “carneficina” politica. A partire proprio da Vincenzo De Luca, i cui procedimenti penali non sono di poco conto. E non solo. L’ultimo rinvio a giudizio l’avrebbe incassato solo qualche settimana fa nell’ambito dell’inchiesta Crescent. Tra l’altro sempre De Luca sarebbe in attesa della sentenza sull’inchiesta sul Termovalorizzatore. Qui rischierebbe, se confermata la richiesta del pubblico ministero, una condanna a tre anni di reclusione per peculato. Ma naturalmente sotto la tagliola del Pd passerebbero anche i sindaci, i consiglieri e gli aspiranti tali con sulle spalle un rinvio a giudizio. Meno probabile che il testo si estenda anche ai “semplici” destinatari di avvisi di garanzia. Insomma questo odg potrebbe aprire la strada per spazzare via le primarie in Campania. Il tutto mentre si continua a lavorare sul nome unico. Gennaro Migliore pare sia ritornato in auge, seppur le trattative seguono anche altri tavoli. Ossia quelli di Ncd ed Udc che finalmente si sarebbero ritrovati sotto lo stesso tetto. Ora però bisognerà sapere quale dei due “forni” sceglieranno. Appello alla “sintesi” anche da Umberto del Basso de Caro, sottosegretario al Mit: «Mi auguro che ci sia la possibilità di fare sintesi su un candidato che sappia incontrare un consenso largo e diffuso nel centrosinistra. Le primarie sono uno strumento democratico di consultazione previsto dallo statuto del partito e accolto nei suoi regolamenti – riconosce del Basso de Caro – ma naturalmente, non sono un obbligo di legge». «Si fanno quando non si è capaci di fare sintesi – aggiunge – se, invece, la sintesi c’è, le primarie non si fanno». «La partita è importante – conclude – noi la giocheremo con grande impegno qualunque sia il candidato e speriamo di vincere».