COSENZA – Un pareggio di speranza e ripartenza o un punto che lascia ancora una volta la Salernitana in un limbo, in uno stato di sonnolenza da cui non riesce a svegliarsi? Il pareggio di Cosenza lascia una duplice interpretazione. Sicuramente nel secondo tempo c’è stato un minimo di reazione, dopo gli ingressi di Braaf e Njoh ma per lunghi tratti questa vista in Calabria è stata probabilmente una delle peggiori gare della squadra di Martusciello. Il tecnico continua a non guardare la classifica che resta corta ma da analizzare c’è un trend di risultati e prestazioni. I risultati parlano di una sola vittoria nelle ultime nove gare e due pareggi consecutivi contro due squadre, come Cesena e Cosenza che non sono apparse avversarie insormontabili o irriducibili. Per quanto riguarda le prestazioni, la squadra granata se bene aveva nel primo tempo col Cesena, altrettanto ma ha fatto al Marulla San Vito. Due tiri in porta, il rigore e l’altra conclusione di Verde, in novanta minuti sono effettivamente poco. A lungo l’undici granata è parso sorpreso dall’aggressività del Cosenza, due angoli conquistati nei primi sessanta secondi, non riuscendo a trovare una chiave di volta dal punto di vista tattico per riuscire ad uscire dalla pressione alta dei calabresi che hanno bloccato Amatucci lasciando Ferrari obbligato spesso al lancio lungo, compito lasciato poi a volte a Sepe, recuperato in extremis. La rotazione martuscielliana della rosa ha fatto sì che dal primo minuto si rivedessero Dalmonte, Hrustic e Wlodarczyk, dopo la tribuna contro il Cesena, con Jaroszynski confermato in difesa e Maggiore, forse uno dei migliori di martedì scorso in panchina insieme a Torregrossa. Il Cosenza, seppur aggressivo, dal canto suo non ha incantato ma è stato solo lucido a capitalizzare una ripartenza, su palla recuperata, andando in porta praticamente dalla propria area con appena tre passaggi. La rete dei locali non ha svegliato la Salernitana che ha continuato con l’ormai consueta ragnatela di passaggi, troppo spesso orizzontali, con gli attaccanti sempre spalle alla porta e nessuna particolare idea di come accelerare o verticalizzare il gioco. L’azione che ha portato al pareggio è nata da un pallone recuperato da Soriano con Braaf che ha cercato in area Wlodarczyk, sui cui si è abbattuto in maniera goffa e forse inutile il difensore del Cosenza, Martino. Dal dischetto, poi, Verde ha battuto Micai chiamandolo nuovamente in causa una decina di minuti dopo nell’altro unico sussulto della Salernitana. La pressione del Cosenza è andata scemando ma la squadra granata, anche con i cambi del tecnico, ha scelto di accontentarsi del punto che, come si dice muove la classifica, fa morale ma che a volte lascia tutto inalterato. E questo, nel calcio come nella vita, non è sempre un bene.
COSENZA-SALERNITANA 1-1
COSENZA (3-4-2-1): Micai; Martino, Dalle Mura, Caporale; Ricciardi (78’ Sankoh), Kouan, Charlys (87’ Rizzo Pinna), Ricci (46’ D’Orazio); Fumagalli (72’ Ciervo), Florenzi; Strizzolo (46’ Mazzocchi). A disposizione: Vettorel, Cimino, Zilli, Venturi, José Mauri, Hristov, Begheldo. All. Alvini
SALERNITANA (4-3-3): Sepe; Stojanovic, Bronn, Ferrari, Jaroszynski (58’ Njoh); Hrustic, Amatucci (72’ Maggiore), Soriano (79’ Ruggeri); Verde (79’ Kallon), Wlodarczyk, Dalmonte (58’ Braaf). A disposizione: Corriere, Salvati, Gentile, Velthuis, Simy, Torregrossa, Ghiglione. All. Martusciello.
ARBITRO: Aureliano di Bologna (Cortese di Palermo-Bianchini di Perugia. IV Uomo: Vogliacco di Bari. VAR: Nasca di Bari. Assistente VAR: Muto di Torre Annunziata)
MARCATORI: 37’ Florenzi (C), 64’ Verde (S)
NOTE: Spettatori 8mila circa, 805 dei quali provenienti da Salerno. Ammoniti: Stojanovic (S), Ricci (C), Martino (C), Kouan (C), Wlodarczyk (S), Braaf (S), Calci d’angolo: 3-3 (3-1 pt). Fuorigioco 4-1. Recupero 1’pt, 4’st.