In Italia ci sono quattromila e 416 luoghi del patrimonio culturale, archeologico e artistico e per il 65% sono di proprietà pubblica; 53 sono i siti Unesco di interesse storico e archeologico, il 4,6% dei 1.148 totali nel mondo, di cui almeno 14 di interesse sono al Sud. L’archeologia è una componente rilevante e l’Italia può contare su 293 aree e parchi archeologici, considerando solo i siti Unesco. Se ne è parlato giovedì sera alla XXVI Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum, durante una tavola rotonda sul tema: “Cultura e Archeologia per un turismo sostenibile di qualità. Il valore sociale ed economico del volontariato a sostegno del patrimonio culturale ed archeologico”. Lo studio è stato presentato da Salvio Capasso, Responsabile Servizio Imprese e territorio del Centro S.R.M. Studi e Ricerche per il Mezzogiorno collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo. L’indice di domanda culturale cresce dal 2011 al 2019 e, dopo la contrazione del lockdown, riprende ad aumentare fino a che, nel 2022, torna ai livelli del 2017. L’indice è fortemente influenzato dal dato del Centro Italia con i poli di Roma e del turismo diffuso in Toscana e Umbria; a seguire viene il Mezzogiorno. Questa enorme mole di offerta culturale soffre di un deficit di occupazione e in tale contesto gli operatori del Terzo Settore svolgono un ruolo cruciale. Si tratta di un settore “giovane”, strutturato e che richiede impegno a tempo pieno. La mission è quella della cura e dello sviluppo di beni comuni, soprattutto nell’accesso a siti che altrimenti rimarrebbero chiusi al pubblico. Hanno introdotto la tavola rotonda, moderata da Umberto Croppi, Direttore di Federculture, il Presidente di Federculture Andrea Cancellato, che ha messo in evidenza la quantità di siti italiani in rapporto a una presenza debole di addetti ai lavori professionisti; Simonetta Giordani, Segretario Generale dell’Associazione Civita, che ha raccontato l’esperienza di un borgo abbandonato trasformato in destinazione turistica tra le maggiori; Adriano Rizzi, Presidente di CoopCulture, che ha illustrato la rete dei rapporti che si creano intorno a una missione culturale di volontariato; Carolina Botti, Direttore Divisione Rapporti Pubblico Privato e Progetti di Finanziamento Ales Spa, che ha accompagnato la nascita e lo sviluppo del progetto Arte Bonus. Sempre nel pomeriggio di giovedì, Unioncamere e Isnart, in collaborazione con l’Associazione Mirabilia Network, insieme alle Camere di Commercio di Campania, Basilicata e Puglia, hanno lanciato un progetto di valorizzazione turistica della “Via Appia”, la regina viarumche dallo scorso 27 luglio è entrata a far parte della prestigiosa Lista del Patrimonio Mondiale Unesco (60° riconoscimento per l’Italia). Il riconoscimento della Via Appia apre grandi opportunità di valorizzazione e maggiore attrattività turistica per le aree interne delle 4 regioni attraversate: Lazio, Campania Basilicata e Puglia, per 89 Comuni coinvolti. Queste aree si candidano così a diventare una meta ambita per il turista potenziale visitatore delle aree interne che presenta caratteristiche specifiche: prevalentemente è un millennial (nel 46,4% dei casi), laureato (52,4%), con buona capacità di spesa, fortemente attratto dal patrimonio ambientale ed attento ai temi della sostenibilità. Un bacino potenziale di nuova utenza turistica che va “corteggiato” con un duplice obiettivo: favorire la destagionalizzazione e valorizzare i borghi e i piccoli centri, decentrando progressivamente i flussi turistici dalle coste. “La centralità dell’arte e della cultura italiana è stata ben colta dalla rete Mirabilia che ha coinvolto 21 Camere di Commercio nel comune obiettivo di potenziare il turismo culturale e le eccellenze territoriali collegate ai luoghi Unesco meno conosciuti”, ha dichiarato il Presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “Il progetto “Via Appia” punta a dare vita a una progettualità trasversale a più territori, guidata dalle Camere di Commercio, per una valorizzazione turistica di destinazioni interne del Paese basata sulla valorizzazione dei beni culturali, con una forte attenzione ai temi della sostenibilità ambientale e sociale”.
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