Unione dei Comuni: ed ora cosa succede? - Le Cronache Attualità

di Arturo Calabrese

Il terremoto che ha colpito il Cilento con l’arresto di Franco Alfieri ha ripercussioni forti sulla scena politica.

Il principale indagato di una larga inchiesta basata su corruzione e turbata libertà degli indagati, in carcere dal 3 ottobre e poi trasferito lunedì ai domiciliari, è sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno, cariche dalle quali è stato sospeso, ma c’è anche un’altra carica da lui ricoperta della quale si parla molto poco, nonostante sia ugualmente importante.

Franco Alfieri è infatti presidente anche dell’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento, ente che raggruppa diversi comuni della provincia di Salerno. Ne fanno parte Agropoli, Albanella, Capaccio Paestum, Castelnuovo Cilento, Cicerale, Giungano, Laureana Cilento, Lustra, Ogliastro Cilento, Omignano, Perdifumo, Prignano Cilento, Rutino, Salento, Torchiara.

Comuni che oggi, almeno nella loro unione, non hanno più una guida visto lo stato di custodia cautelare di colui che dovrebbe essere il presidente. Tra l’altro, è proprio tramite l’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento che spesso sono passati dei finanziamenti che hanno visto protagonista la Dervit, società di Vittoria De Rosa e Alfonso D’Auria, oggi anche loro ai domiciliari.

Ma vicende economiche a parte, sulle quali di certo si basano e si baseranno le attenzioni dei giudici, la questione della tenuta della grande alleanza è molto seria. Tenuta che passa anche dalla situazione della Comunità Montana Alento Monte Stella.

Questa è invece formata da Cicerale, Laureana Cilento, Lustra, Ogliastro Cilento, Omignano, Perdifumo, Prignano Cilento, Rutino, Serramezzana, Sessa Cilento e Stella Cilento. Al suo interno c’è una spaccatura: sei consiglieri sono a favore di un candidato, cinque di un altro. Michele Apolito, presidente designato da una mozione, contro Luigi Guerra, presidente in carica.

Mozione presentata che è stata poi respinta ed è poi arrivata davanti ai giudici del Tar. Il passo falso dell’assessore Andra Russo, probabilmente il primo ed unico amministratore nella storia ad aver sfiduciato sé stesso per poi riproporsi come il nuovo che avanza, ha decretato la sconfitta presso la sede staccata di Salerno.

Se davvero dovese essere l’unico, poi, nella sua lunga carriera di eterno consigliere Russo potrebbe portare a casa un risultato. Digressioni a parte, è palese la divisione tra i due gruppi contrapposti. Una differenza che gioco forza arriverà da Palazzo Cagnano, sede dell’ente montano, a Palazzo Baronale, sede dell’Unione (nella foto).

Chi si fronteggia da una parte non può essere alleato altrove. Chi spalleggia qualcuno su un fronte non può fare diversamente su un altro e viceversa. Insomma, la situazione è davvero complessa sotto numerosi punti di vista e di certo non ci si possono aspettare novità positive da un futuro particolarmente incerto.

C’è da aggiungere, poi, che dalle elezioni del 12 giugno scorso, ci sono vari amministratori che attendono ancora di insediarsi e tra essi, paradossalmente, anche il confermato Alfieri, prima di essere arrestato. Ci sarebbe, poi, da approvare il bilancio, ma la mancanza di una guida e di una forte alleanza sta portando ad una serie di criticità.