Un uomo di sport al comando dello sport. Una definizione sicuramente appropriata per Giovanni Malagò, neopresidente del Coni. E uomo di parola soprattutto:?“L’avevo promesso, se vinco vengo a Salerno”. Un rapporto particolare quello tra Malagò e la Campania: “Delle venti regioni italiane è quella che mi è stata più vicina. Tutte le persone, i rappresentanti,?Sibilia,?Talento sin dall’inizio sono stati al mio fianco. E non era certo facile.?Con Sibilia è bastato parlare quindici minuti. Mi hanno fatto sempre sentire la loro grande fiducia. Prima delle elezioni con Talento ci sentivamo anche dieci volte al giorno. Psicologicamente Talento e Chimenti, altro figlio di questa terra, sono stati fondamentali al di là dei voti.?E anche un po’ paraculi considerato che solo dopo l’elezione mi hanno rivelato che in in certo momento eravamo sotto un treno”. Ma al di là dei ringraziamenti, fatti a braccio e col cuore (come ha detto lo stesso presidente nda), Malagò ha delineato anche le linee programmatiche per il futuro dello sport italiano: “L’Italia deve aggrapparsi allo sport che può essere da traino per l’intero Paese e può dare speranze. Vogliamo che il Coni sia vicino alla gente, un palazzo di cristallo, io ho sempre lavorato con le porte aperte”. Il neo presidente ha toccato anche temi caldi. Innanzitutto la questione relativa ai fondi erogati alla federazioni: “Lo Stato eroga 411 milioni allo sport che poi vengono spalmati tra le 45 federazioni e le discipline associate. Devo avere un po’ di tempo per valutare questa spartizione e se apportare correttivi. Ma il concetto è un altro: vogliamo proporre un modello nuovo di sport che non sia solo frutto di assistenzialismo ma sia in grado anche di produrre. Non un atteggiamento passivo ma aggressivo”. E in tal senso il problema impianti diventa fondamentali:?“Prima di costruirne nuovi, verificheremo se sarà possibile ristrutturare quelli già esistenti. Importante sarà il coinvolgimento delle società. La legge sugli stadi? Beh innanzitutto è una legge sugli impianti. E’ stato incluso anche il calcio per l’impatto mediatico, ma bloccata la legge sugli stadi si sono bloccate anche le sorti dei palazzetti da mille posti. Su questo punto lotteremo”. Così come contro il doping:?“Bisogna avere mezzi tali da poter combattere questa piaga, ma credo sia innanzitutto un problema di cultura. Bisogna allontanare i cattivi maestri che danno ai giovani messaggi sbagliati. Il passaporto biologico sarebbe un passo importante”.