Eboli, Politiche sociali e partiti: gli ASSI del Pd - Le Cronache Attualità
Attualità Eboli

Eboli, Politiche sociali e partiti: gli ASSI del Pd

Eboli, Politiche sociali e partiti:  gli ASSI del Pd

Di Peppe Rinaldi

 

Dicevamo: l’ASSI (Azienda Speciale Sele Inclusione) da molti mesi non paga i fornitori, mentre il parco clienti incarnato da personale vario caricato a bordo in continuità con l’antico costume, gode della massima serenità. E la cosa, ovviamente, fa piacere dal momento che è fuori discussione che chi lavora vada pagato. Per le aziende che erogano servizi pubblici, al netto delle maree di imbroglioni che bagnano quasi tutti i litorali della vita pubblica, pare non valere questa regola aurea perché, ove mai sospendessero i servizi stessi, scatterebbero sanzioni penali: per loro e non per il committente, la qual cosa, frutto dell’impianto “socialista” che precede ed opprime parte della nostra legislazione, lascia perplessi. Certo, le aziende, le cooperative, i professionisti operanti nel sociale, nel nostro caso quelle in rapporti con ASSI, possono sempre attivare le azioni regolate dal diritto civile procedendo per il recupero delle somme,  solo che una volta azionata la macchina ingiuntiva lo stesso soggetto creditore potrà dire addio a gare, appalti, lavoro e ad ogni altro rapporto con l’ente pubblico del caso: si chiamano, figurativamente, “estorsioni”, cioè se ti comporti bene, stai muto, non crei fastidio e, soprattutto, non pretendi di essere pagato, allora potrai continuare a sperare di lavorare. Avendo, potendo, pagando. Diversamente, sei “fired”, bruciato, licenziato come direbbe un certo Donald Trump.

Non è il caso di ASSI, almeno non ancora e questa è di certo una buona notizia anche perché non è che l’Azienda sia in mano a malfattori: il punto sono le maglie larghe, la fluidità di gestione, l’opacità di alcune procedure di gara e di assunzione del personale, che congiurano nel farsi una brutta idea dell’andazzo.

Come abbiamo provato a raccontare la scorsa settimana.

 

PARTITO ONNIPRESENTE

 

Senza troppi fronzoli, proviamo ora a schematizzare, per quanto possibile, le piccole e meno piccole stravaganze riscontrate durante quest’incursione nell’universo delle politiche sociali ebolitane. Delle convenzioni, dei colloqui “pezzotti”, delle mance ad amici e figli/parenti/nipoti di amici (pardon, compagni),abbiamo già detto in precedenza.

Partiamo ora dal cuore del problema, quello cioè che ha ingenerato le iniziali curiosità, vale a dire il “dazio” pagato con i soldi della collettività al solito Partito Democratico, idrovora storica di risorse pubbliche e molto altro. Non che gli altri siano migliori per grazia ricevuta, sia chiaro, spesso si va di male in peggio, ma per capire di cosa parliamo si può partire da una domanda che circoscrive il ragionamento specifico su questa frazione operativa di ASSI: a cosa serve un consulente “di supporto” a figure già previste per legge che di supporti non abbisognano? Risposta: a niente, a meno che tu non debba fare un favore a qualcuno, sdebitarti o ingraziarti qualcun altro e via dicendo. Tanto i soldi mica escono dalle tasche personali. Allora: il 3 luglio di quest’anno ASSI incarica un centro culturale (centro culturale?) riconducibile a una altrettanto nota figura targata Pd, di svolgere attività di “supporto al Rup sulla piattaforma Meta”. I nostri cinque lettori sanno di cosa parliamo: la piattaforma Meta è quella che ospita le gare della pubblica amministrazione telematicamente, fa tutto da sola, basta seguire la procedura passo per passo e il servizio si attiva, lo sanno fare tutti, o quasi. All’ASSI forse no, al punto che hanno dovuto far ricorso a un esterno che supporti un interno che di suo dovrebbe già saper fare. Per questa “pazziella”, come recita il gergo locale, l’ASSI ha staccato un assegno di 30mila euro per un impegno di 17 mesi, per il dopo si vedrà. Serviva, non serviva, di certo si sosterrà la indispensabilità della figura visto questo e visto quello. Trentamila euro è lo stesso importo che a giugno 2024 l’azienda ha impegnato in favore di un partner del vertice ASSI in precedenti attività private, partner “selezionato per titoli” di cui, guarda caso, disponeva in esclusiva. E siamo a 60 mila euro presi e forse buttati dalla finestra, così, tanto per farsi qualche amichetto in più in vista di sempre più disperate manovre politico elettorali. Spiace.

Oltre all’irrinunciabile supporter di Rup (Responsabile Unico del procedimento) di osservanza piddina, ne abbiamo poi un altro di caso emblematico che autorizza al raddoppio della congettura giornalistica, disegnando sullo sfondo uno scenario che potrebbe indicare quale sia il “vero” interesse aziendale: far politica coi soldi pubblici, i disabili, i malati, gli asili nido, etc vengono dopo, con calma.

 

VIGILIA DI FERRAGOSTO

 

A circa 48 ore dall’ultimo Ferragosto, infatti, nel periodo migliore per il varo di manovre e blitz obliqui, sempre ASSI prende in squadra una società privata non locale (come il centro culturale di cui sopra) da anni nel mondo del sociale cosiddetto e notoriamente caratterizzata da una militanza “democratica” certa e indiscutibile, sfociata in vere e proprie candidature elettorali.

Operazione fatta per far cosa? Ma per supportare qualcuno, ovvio. In cosa? Nelle gare, negli appalti e via dicendo. Quindi all’ASSI non le sanno fare queste cose? Può darsi di sì ma sembrerebbe di no. E’ normale? Non si direbbe, e qui sta il punto: come fermo è il punto che questa società così vicina al Pd salernitano – che prima o poi dovrà decidersi a sciogliere su Eboli l’ambiguità di essere in maggioranza e all’opposizione contemporaneamente, uno dei tanti motivi per cui è un partito in fase cancrenosa – si beccherà dai 2500 ai 10mila euro per ogni gara in cui avrà “supportato”. Dal supporto alla supposta (per gli altri) insomma.

Battutacce a parte, la seconda tassa che ASSI ha versato al partito guidato dalla leader mondiale dei fuori-corso annoiati, il/la signor* Schlein che fa rimpiangere anche agli anticomunisti i bei tempi dello stalinismo, non rappresenta per la città di Eboli una novità, nel senso che il tributo era già stato versato più o meno nelle stesse forme dalla precedente amministrazione Cariello, che a questa “società/apriporte” aveva fatto affidare incarichi.

Cariello, politiche sociali, incarichi, Pd, sappiamo com’è andata. Qui non lo sappiamo, almeno non ancora.

(2-fine. La I puntata è stata pubblicata giovedì 3 ottobre)

 

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