Salerno. Il tribunale della discordia! - Le Cronache Attualità
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Salerno. Il tribunale della discordia!

Salerno. Il tribunale della discordia!

di Alfonso Malangone*

La notizia del prossimo acquisto del Tribunale, da parte della Regione, ha colto di sorpresa. Su queste pagine, è stato il dott. Michelangelo Russo, ex-Magistrato, a esprimere stupore osservando che si pagherebbe inutilmente per disporre di quello che si potrebbe avere ‘a gratis’. Però, nelle sue argomentazioni, ‘c’è un però’. Perché, per evitare ogni esborso, sarebbe necessario assegnare alla struttura una finalità culturale. Conseguenza logica: visto che è impossibile pensare che nessuno ‘ci abbia pensato’, allora la Regione potrebbe non avere questo obiettivo. E, quindi: “a cosa potrà mai servire l’immobile se si è disposti a pagare per ottenerlo”? Ancora: “è esclusa una sua possibile trasformazione”? Domande giustificate da avvenimenti di cui si è molto discusso in passato. Su questo argomento, non può essere evitata una considerazione preliminare. E’ davvero sconcertante che un bene della Città possa essere oggetto di futuri progetti senza che nessuno ne sappia qualcosa, neppure la classe dirigente che, a quanto sembra e salvo errore, nulla ha detto. In verità, se pure sono note le difficoltà finanziarie dell’Ente, che addirittura sembrano non consentire la sistemazione urgente del bagno al piano dell’Aula del Consiglio, inaccessibile e con tanto di cartello di pericolo (?), non dovrebbe comunque mancare la capacità ideativa e progettuale per assumere le scelte giuste a beneficio della Comunità. Così, forse ha ragione il prof. Aniello Salzano quando dice che molti Assessori “sono inutili e, taluni, anche dannosi”. Un uomo di grande cultura, a capo di un partito che sostiene la maggioranza, dovrebbe però fornire qualche soluzione, visto che appare indubbio che la Città stia a cuore pure a Lui. Ciò premesso, non si comprende perché, per l’ex-Tribunale, siano stati sempre proposti utilizzi estemporanei, fantasiosi e anche fantastici, invece di suggerire la modalità più elementare: continuare ad utilizzarlo per l’esercizio della Giustizia. Il fabbricato è nato per questo e, per questo, ha una sua precisa identità che sarebbe certamente compromessa se divenisse sede di attività variegate e si trasformasse in edificio ‘spezzatino’, o in una ‘insalatiera’, facendo convivere gli attuali Uffici del Giudice di Pace, della Notifica Atti Giudiziari e delle Segreterie di servizio, con altre realtà di ben diversa ‘umanità’, allo stato pure sconosciute. L’identità del fabbricato è la sua ricchezza, unica e irripetibile, che ne alimenta la vita, come le radici fanno con un albero. E, quando si tagliano le radici, non ci sono alberi in grado di elevarsi verso il cielo. Così, può essere considerato un grave errore l’aver accantonato la proposta di insediare nell’immobile gli Uffici del TAR e del Tribunale per i Minorenni che sono attualmente nell’ex Convento di Santa Maria della Mercede, in Largo San Tommaso d’Aquino. Una sistemazione che, per quanto degna, non rende loro onore, sia per la posizione decentrata, sia per le difficoltà di accesso da parte dei rappresentanti di Enti, di Aziende, di Studi tecnici, di Professionisti dell’intero territorio nazionale. Senza dire che il minuscolo parcheggio per le auto impedisce la pedonalizzazione di Piazza del Plebiscito e la sua valorizzazione come porta di accesso alla parte storica e come sede dell’importante ‘Museo Diocesano’. All’opposto, l’edificio dell’ex Tribunale sarebbe sede prestigiosa, al ‘centro del centro’, e agevolmente raggiungibile dalla Stazione Ferroviaria. Questa soluzione consentirebbe anche l’insediamento di altri Uffici legati alla funzione Giudiziaria, oggi variamente distribuiti in Città, con l’aggiunta di una Biblioteca Forense per la preparazione alla carriera dei neo-laureati, di laboratori di Studi Giuridici, di Dottorati di Ricerca post-Universitari e di aule di rappresentanza dell’Università per le più rilevanti manifestazioni pubbliche. Con questo progetto, nel recuperato immobile Conventuale potrebbe essere insediata una Biblioteca Pubblica, oggi vergognosamente mancante, annessa ad una struttura museale, il ‘Museo Urbano Salernitano-MuSa’, nel quale esporre i reperti archeologici, storici e documentali tuttora sottratti all’attenzione di cittadini e visitatori. Peraltro, la vicinanza alla Chiesa di Santa Maria della Porta e San Domenico, dove fu ospitato San Tommaso d’Aquino, darebbe vita ad un significativo polo culturale nell’ambito di un grande percorso pedonalizzato, il ‘Quadrilatero del Duomo’. C’è da aggiungere che lo scambio non sarebbe fonte di criticità in termini di gestione della proprietà immobiliare, visto che entrambe le strutture sono beni Demaniali. Per tutto questo, addolora davvero la notizia di un progetto, neppure conosciuto, per un edificio che nel rispetto di una diversa visione darebbe lustro e qualità alla Città utilizzando la sua identità storico-culturale anche per contrastare il progressivo degrado economico e sociale. Per chi lo ignorasse, va detto che Salerno fu Città di scienza e di corretta gestione che la resero ‘Opulenta’ e Capitale di un Principato Longobardo esteso all’intero territorio meridionale. E’ tutto scritto nelle tante pietre del Centro Storico, ciascuna delle quali è stata testimone del suo valore. Recuperare alla Comunità il Convento di Santa Maria della Mercede e assegnare una giusta funzione allo storico palazzo del Tribunale sarebbero scelte opportune per il recupero della vitalità del Centro Storico e, soprattutto, per accrescere la forza attrattiva della Città in chiave turistica. Perché, che viene da noi, è alla ricerca di un luogo per apprendere, per meravigliarsi, per stupirsi, per risalire alle origini della sua stessa civiltà. Chi vuole vedere i grattacieli, i centri commerciali, il grigio di luoghi senza anima, va a Dubai. Ali per la Città, Gruppo Civico

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