Alberto Cuomo
Il presidente dell’Autorità del Sistema portuale del Mar Tirreno Centrale, l’avvocato sempre in piedi Andrea Annunziata, ce la sta mettendo tutta, dopo aver rovinato il molo Beverello a Napoli con un incongruo progetto per le biglietterie dei traghetti, nel voler rovinare anche il porto di Salerno e, si potrebbe dire l’intera nostra città. È stato infatti presentato il nuovo Piano Regolatore dei porti pubblici di Salerno dove si prevedono interventi catastrofici in proseguimento dei lavori già attuati in ragione del Piano del 2016. Catastrofici non solo perché si intende riempire il mare di cemento al fine di allargare ed allungare le banchine, quanto anche per l’uso che si intende fare di queste. Forse Annunziata ignora che ogni intervento in mare prevede contraccolpi sul litorale sì che il tanto cemento da gettare in acqua non potrà non avere conseguenze sulla città. In questo senso bene ha fatto la consigliera Elisabetta Barone ad interrogare il Consiglio Comunale sull’impatto ambientale degli interventi previsti dal nuovo Piano Portuale, laddove la legge prescrive che questo deve essere redatto di concerto con il Comune onde non confliggere con le previsioni del Piano Urbanistico Comunale. Ebbene appare sicuramente devastante già l’allargamento del Masuccio sino alla foce dell’Irno con una nuova più ampia banchina per i rimessaggi. Il risultato sarà che sia le correnti marine, sia quelle fluviali, respinte dal nuovo molo, si infrangeranno sulle spiagge di cui è stato fatto il “ripascimento”, assottigliando gli arenili a danno dei bagnanti, mentre da piazza della Concordia i cittadini non vedranno più il mare oscurato dalle numerose barche tirate in secca. Un tale impatto però altera l’equilibrio mare-terra di Salerno in misura minore di quello che sarà determinato con gli interventi previsti per il porto commerciale. Qui infatti si intende avanzare di molto il molo di sottoflutto per ricavare una enorme nuova banchina per i container che si “mangerà” parte della spiaggia libera di via Ligea, rendendo un buon “servizio” ai cittadini. E non solo. La stessa spiaggia dell’hotel Baia rischierà di essere rosicchiata dalle correnti di ritorno che saranno alimentate dalla nuova banchina con un buon “servizio” stavolta a cittadini e turismo. Non contenti della nuova banchina, gli operatori portuali devono aver chiesto ad Annunziata anche di collegarla al traffico ferroviario. Ed ecco pronta nel Piano la previsione di un binario che si infili nella roccia sottostante all’hotel Baia per 4 chilometri onde intercettare la linea ferroviaria nazionale, accontentando gli operatori ma mettendo a rischio autostrada, ponti ed edifici sovrastanti. Annunziata è di San Marzano, una cittadina senza mare, e, quindi, nella poca dimestichezza con le questioni marinare, deve aver preso di petto il suo incarico di Presidente di aree portuali, occupandosi dell’esclusiva valorizzazione dei porti, quasi questi siano avulsi dalle città. E i disastri previsti dal nuovo Piano del porto non finiscono qui. Si è progettato infatti anche l’allungamento di molo Manfredi per circa 150 metri in modo da accogliere, invece che una sola nave, almeno due navi da crociera. Si è già scritto su queste pagine di come, secondo una ricerca americana, le attuali navi da crociera emettono più ossidi di zolfo di 1 miliardo di automobili, ovvero 4,4 volte di più di tutte le automobili circolanti nel nostro continente. Un documentario del quotidiano inglese The Guardian dal titolo “Le navi da crociera sono una catastrofe per il pianeta” ha ulteriormente precisato i danni ecologici prodotti da queste super imbarcazioni che non tendono a diminuire nonostante i tentativi di adozione di sistemi sostenibili. Le crociere sono viste dal cittadino medio, grazie alla pubblicità, come possibilità di turismo e svago, mentre impattano in maniera spropositata sulle emissioni e sui rifiuti prodotti. Secondo gli esperti del Guardian, un singolo passeggero di una nave da crociera mediamente emette un quantitativo di anidride carbonica quattro volte superiore a quelle di un viaggiatore su mezzo aereo, mentre una sola nave da crociera in un solo giorno emette un quantitativo di polveri sottili pari ad un milione di automobili. Dati a cui vanno sommati i danni degli sversamenti in acqua di petrolio e liquidi chimici vari tanto che il 25% dei rifiuti presenti nel mare, plastiche e liquami vari compresi, proviene dalle navi da crociera pur essendo queste solo l’1% delle imbarcazioni commerciali del pianeta. Il documentario del Guardian fa poi luce su tutta una serie di forme di inquinamento ritenute minori o meno impattanti ma comunque complici del degrado marino, con danni cioè alla flora e alla fauna del mare. A tutto questo non corrisponde alcun vantaggio per le città ospitanti. Si è calcolato che mediamente una nave da crociera rimane attraccata per otto ore, oltre alle eventuali ore notturne in cui i passeggeri sono a bordo. Inoltre nel costo del biglietto sono compresi i pasti e le bevande. Ne deriva che anche le discese a terra dei crocieristi producono impatti negativi, con richieste di bagni e ingorghi di pedoni, per non contare delle eventualità di trasmissione di virus e batteri provenienti da altre aree geografiche. Insomma, se all’avvocato Andrea Annunziata, forse non contento dei 230mila euro che gli devolvono i cittadini, non sta a cuore il loro interesse, che sia il sindaco di Salerno e il presidente regionale, eletti alla loro tutela, a bloccare il nefasto Piano proposto dall’Autorità portuale, senza ricorrere alla regola che vuole i politici indifferenti verso colleghi operanti in altri campi.