A Salerno non vediamo più un progetto - Le Cronache Salerno
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A Salerno non vediamo più un progetto

A Salerno non vediamo più un progetto

di Alessandro Turchi,

Presidente di Salerno Migliore Diciamocelo francamente, Salerno è sempre più una città sonnacchiosa, in attesa di risolvere tutta una serie di emergenze che minano sempre più il vivere civile. Emergenze, lo abbiamo sottolineato pochi giorni fa da queste colonne, legate alla mancata attenzione per la pulizia, alla sciatteria con cui vengono affrontati i problemi, alla cultura dimenticata, al mancato impegno per le giovani generazioni, pronte a fare la valigia per raggiungere la prospettiva di un domani credibile. L’idea che molti, sempre più, si stanno facendo, è che sia venuto a mancare un progetto complessivo per il nostro futuro, oggi tutto è fermo, a parte un turismo incontrollato e di passaggio e una cementificazione che aumenta le possibilità abitative di una città in oggettivo calo demografico. E mentre tutto sembra immobile, mentre le proposte latitano, mentre non si riesce neanche a gestire la quotidianità, il dibattito latita, sembra esserci una sorta di assuefazione nella stragrande maggioranza dei salernitani. C’è una evidente e colpevole incapacità politica di ragionare per accogliere le richieste inespresse di chi vuole uscire da questa indeterminatezza, così come si è incapaci o incompetenti rispetto all’uso di tecnologia IoT (Internet of Things) nella pubblica amministrazione, nei trasporti, nella illuminazione, nella sicurezza, nella salvaguardia ambientale, nella stessa gestione degli edifici pubblici e, soprattutto, nella comunicazione e nelle informazioni da fornire agli utenti. Niente città intelligente, sostenibile, innovativa, tesa a rendere la vita di chi ci abita sempre più facilitata e di qualità. Un sistema dei trasporti, inefficiente che rende il traffico sempre più caotico, la mancata manutenzione delle strade, piene di buche, i cantieri perennemente aperti, il caos e la sporcizia nei quartieri, rendono Salerno sempre meno attraente. Sarebbe bello dibattere e auspicare una città vivibile, con la drastica diminuzione del traffico veicolare, ci piacerebbe vedere una spinta in una qualche direzione, ma spesso, troppo spesso, la politica cittadina di basso cabotaggio tende, in una sorta di loop infinito, a quella immutabilità che non fa bene a nessuno. Perché se si va a Reims o a Nantes troviamo poche automobili, e al loro posto vediamo tram efficienti e belli, con strade pulite e silenziose? A Salerno per venire da Mercatello a Teatro Verdi si impiegano tre quarti d’ora, per via di un traffico impossibile. Ci aspettiamo, compatibilmente con la situazione finanziaria, scelte di avanguardia, competenti, precise, un vero e proprio salto in avanti in una città che ha grandi potenzialità ma che deve, però, uscire dal pantano. Come vedete non abbiamo citato il turismo, la nuova vocazione della città, che richiede un capitolo a parte che presto affronteremo. Chiudiamo con un esempio che la dice lunga sulla incapacità di lavorare in prospettiva: in città si allungano le spiagge, ma gli stabilimenti balneari continuano a offrire le stesse malinconiche strutture, il mare è sempre più sporco e i prezzi aumentano a dismisura. A Nizza, per rimanere alla vicina Francia, moltissime spiagge sono libere, pulite e attrezzate, con docce e strutture gratuite per agevolare i disabili. E non trovi una carta a terra. Da noi è proprio impossibile provare a lavorare per raggiungere queste condizioni minime?

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