Mari da Montecitorio: "sì al centrosinistra unito ma senza De Luca" - Le Cronache Attualità

di Erika Noschese e Arturo Calabrese

Sì all’unità del centrosinistra ma a patto che si rinuncia al terzo mandato per il presidente De Luca. Questo, in sintesi, il pensiero dell’onorevole Franco Mari, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Italiana in una intervista rilasciata a Le Cronache dalle stanze di Palazzo Montecitorio che ospita oggi la Camera dei Deputati. L’onorevole Mari ribadisce la necessità di una discontinuità rispetto all’attuale governo regionale guidato dal presidente Vincenzo De Luca. «Solo così possiamo evitare di rischiare di consegnare la Campania alle destre», ha detto il parlamentare salernitano, lanciando un appello all’unità.
Onorevole Mari, Sinistra Italiana è reduce da una forte battaglia in Parlamento contro l’autonomia differenziata. Oggi è legge, quali sono le vostre preoccupazioni?
«Le nostre preoccupazione sono quelle che abbiamo espresso da anni, dall’inizio di questa storia e poi in tutto l’iter parlamentare. È un disastro per il Paese, ma è un disastro calcolato, c’è tanto cinismo in questa in questa scelta; c’è egoismo, soddisfacimento di una cultura politica che da anni prova a spaccare l’Italia e sembrerebbe riuscirci ma noi abbiamo ancora tante armi, tante carte da giocare a cominciare quelle del ricorso innanzi la Corte e poi un referendum. L’elemento positivo è che aumenta la consapevolezza degli italiani rispetto al pericolo rappresentato da questa legge, nel Mezzogiorno ma non solo. Ci sono tantissimi iniziative e adesso sarà costituito un comitato referendario, coordinamento di tutte le forze che si oppongono all’autonomia differenziata. Nel merito, e la faccio semplice, è in qualche modo la fine della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza: tutto quell’impianto unitario programmatico che salvaguardare i diritti dei cittadini, a partire dal fatto che devono essere uguali su tutto il territorio nazionale, non c’è più come non c’è più nel loro disegno il contratto collettivo nazionale di lavoro, non c’è più il rapporto tra la fiscalità generale, la possibilità per tutti di beneficiare degli stessi servizi su tutto il territorio nazionale. Insomma viene la Costruzione, vengono meno gli elementi di equilibrio che sono nella Costituzione, la compensazione tra i poteri e poi a completare questo disegno c’è ovviamente il premierato, l’altro pezzo che è stato licenziato in prima lettura al Senato».
È ancora tempo di analisi del voto, possiamo dire che Alleanza Verdi Sinistra Italiana è stata la sorpresa di questa tornata elettorale…
«È un dato da cui ripartire questo sì, avevamo detto che saremmo stati la sorpresa ma devo dire la verità fino a questo punto la sorpresa no, invece siamo stati una cosa eccezionale. È stata premiata la coerenza, è stato premiato il nostro non avere scheletri nell’armadio, non avere niente di cui farci perdonare, di essere stati più unitari prima delle elezioni politiche, durante e dopo fino ad oggi; di essere allo stesso tempo unitari e radicale rispetto alle risposte che intendiamo dare alla crisi, ai problemi dei cittadini, domanda di giustizia sociale, la domanda di giustizia ambientale. Ma poi rispetto alla pace – e lo dico con amarezza – molti hanno provato a intestarsi questa battaglia, ma l’unica forza politica, che dal governo Draghi fino ad oggi, ha sempre votato contro tutti i provvedimenti che riguardavano la guerra – fossero i finanziamenti, l’aumento della spesa militare, le emissioni, le scelte di politica internazionali – è sempre stata Sinistri Italiana e poi Alleanza Verdi Sinistra. Alla luce di ciò, nessun altro se la poteva intestare questa battaglia e anche far nascere un’altra soggettività politica sul tema della guerra non era opportuno. Tutto questo poi ci ha portato, assieme alle candidature speciali che abbiamo fatto, ad avere questo risultato straordinario. Ma le candidature straordinarie che abbiamo fatto incarnano tante questioni decisive come l’accoglienza, l’antifascismo, la sanità e abbiamo potuto farlo perché avevamo quella storia dietro e sono state accettate perché per fare una candidatura si deve essere in due e quindi anche queste personalità hanno scelto Sinistra Italiana e Verdi proprio perché rappresentavamo una garanzia da questo punto di vista. Questo ovviamente ci carica anche di responsabilità…».
Regionali, il centrodestra oggi litiga sul nome del candidato mentre per il centro-sinistra forse è l’occasione anche per unirsi. Secondo lei oggi c’è questa possibilità?
«C’è la necessità di unirsi perché se non ti unisci si rischia di consegnare la regione Campania alle destre, come è avvenuto per il Paese. Questo però va fatto su un ragionamento molto chiaro, molto netto: non possiamo accedere all’idea di un terzo mandato per il presidente De Luca, c’è bisogno di una discontinuità forte dal punto di vista del governo della Regione Campania, perché ci sono anche dei fallimenti significativi. De Luca è l’assessore alla Sanità della Campania da 9 anni ma ci sono temi come i beni comuni, a partire dall’acqua, sui quali questa Regione si è schierata contro i movimenti, c’è una questione urbanistica gigantesca: una legge urbanistica che in realtà è una legge sull’edilizia che ha trovato l’opposizione di tutte le intellettualità su questo terreno degli urbanisti, degli ambientalisti, delle stesse forze sindacali. Almeno su tre grandi questioni noi abbiamo il dovere di fare una domanda di discontinuità, a parte il fatto che siamo culturalmente contrari al fatto che si possa occupare la stessa postazione di governo per più di dieci anni. Ci vuole una discontinuità, bisogna battere le destre, dobbiamo trovare in Campania l’unità delle forze di centro-sinistra, possiamo fare un ottimo lavoro sul programma».

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