Autonomia differenziata, separazione delle carriere e due CSM - Le Cronache Ultimora
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Autonomia differenziata, separazione delle carriere e due CSM

Autonomia differenziata, separazione delle carriere e due CSM

di Michelangelo Russo

Il Governo Meloni sa di avere tempi brevi per consolidare il potere sul territorio nazionale. Sa, in altri termini, che il volubile popolo italiano è ciclicamente tentato da fiammate d’amore improvviso, che poi si spegne, come ogni amore occasionale, quando arrivano i problemi che creano di solito gli amori clandestini. Per questo il Governo Meloni tende a distrarre il Popolo Italiano con quegli stratagemmi che si usano con una amante che si teme di perdere, tergiversando con un week end di sotterfugio o qualche cena al lume di candela la tendenza alla proroga sine die dell’inevitabile tagliola che le amanti pongono come traguardo finale della relazione: io o tua moglie? Così farà il popolo italiano, l’amante, quando perderà la pazienza. E così sta facendo il Governo Meloni, infingardo, che furbescamente, temendo la tagliola delle scelte, dispensa i weekend della separazione delle carriere P.M. – Giudicanti l’Autonomia Differenziata, e la cenetta del Premierato, per non rispondere alle domande sul salario minimo, la tassazione dei grandi patrimoni, l’evasione fiscale, il lavoro precario, la sanità pubblica devastata, l’edilizia scolastica, la regolamentazione delle università private, la tutela dell’ambiente, gli stipendi ridicolamente fermi da anni in confronto a quelli europei. Insomma, le scelte finali che, voglia o no, il Governo deve fare per non perdere di botto l’amante. Ora, c’è questo pallone gonfiato dell’Autonomia Differenziata (un termine che ci ricorda automaticamente il martedì per l’umido e il mercoledì per la plastica nel cassonetto). A ben vedere, è una riforma goffa che si vede subito che è un espediente demagogico. Tutti gli allargamenti dei poteri regionali che vogliano differenziarsi (ovviamente ne beneficeranno le sole regioni del nord che possono contare su una ben diversa capacità contributiva dei loro cittadini per aumentare la spesa pubblica) sono subordinati alla predisposizione, nei prossimi 24 mesi, da parte del Governo, dei parametri dei LEP. Che sono i livelli minimi di prestazioni essenziali, misurabili sulla base delle erogazioni statali alle singole regioni negli ultimi anni. E qui casca l’asino, per iniziare. A definire questi LEP dovrebbe essere una cabina di regia (termine a metà tra la cabina con l’ombrellone, vista l’estate, e la cabina di regia di un talk show) presso la Presidenza del Consiglio. C’è solo da impallidire al pensiero del tafferuglio che accadrà, in termini di ricorsi ai Tribunali Amministrativi, quando (e qualora fossero affrontati nei termini) arriveranno i conti dei LEP. Ma è l’estensione stessa delle materie affidate alla Autonomia Differenziata che innesca l’esplosione a catena, futura, di un sistema nato nella fretta di ammansire l’amante impaziente senza pensare alle complicanze venture. Tra le materie della “Differenziata” ci sono Salute (immancabile, no?), Istruzione, Sport, Ambiente, Energia, Trasporti, Cultura e Commercio Estero. Insomma, allo Stato Centrale restano solo i carrarmati e la flotta, e la povera Giustizia. Qualcosa di simile all’Utopia transitoria di Papa Pio IX a metà Ottocento, quando immaginò l’Italia come un raggruppamento di staterelli confederati. Per fortuna ci furono Mazzini, Garibaldi e Cavour a fare l’Italia. Dopo l’incostituzionale Premierato, l’amore clandestino del Governo perderà un altro po’ di tempo con le riforme (incostituzionali) del doppio CSM e della Separazione delle Carriere. Ci sarà un altro putiferio, scioperi delle toghe, trambusto: insomma, un altro po’ di scuse da ammannire all’amante giudicata allocca. Che prima o poi si sveglierà dall’illusione, e porrà la tagliola: io, con i miei bisogni, o tua moglie? Senza contare che adesso, il terzo incomodo che sta di guardia, l’Europa incomoda secondo Salvini, è arrivata con il decreto ingiuntivo della riduzione immediata del debito nazionale. Il Governo delle passioni adulterine non ha più tempo! Dove va a prendere subito altri 10 miliardi all’anno per ridurre appena appena il pauroso buco di bilancio? Salvini ha già la risposta. Ridurremo la spesa per le Regioni del Sud, che hanno l’immenso patrimonio culturale del passato. Quello si che è da tassare, mica i poveri miliardari del Nord!! Auguri, Governo Meloni!