Scafati. Il ragioniere capo del Comune di Scafati Antonio Ferraioli deposita la lettera di dimissioni, la minoranza alza la voce contro l’amministrazione guidata dal sindaco Pasquale Aliberti. “La decisione di Antonio Ferraioli non mi meraviglia, anzi, credevo che le sue dimissioni arrivassero molto prima. Non si può pensare di lavorare sotto la pressione incessante di un sindaco che ignora piani di riequilibrio e diffide della Corte dei Conti, interessato a variazioni di bilancio pur di sperperare soldi in feste, festini e notti bianche” dice il consigliere di opposizione Francesco Carotenuto di “Scafati Arancione”. E aggiunge. “Non si può pensare che un dirigente, chiamato a gestire soldi pubblici, possa sottostare a tale stato di cose e subire addirittura segnalazioni alle autorità per coprire una manifesta incapacità di chi invece continua a credere di essere il despota della città. Scafati rinasce, ma nel baratro più assoluto. In tutto ciò, c’è chi continua a sostenere che va tutto bene mente sapendo di mentire e dal nostro canto proviamo a dirlo in tutte le salse, dentro e fuori il consiglio comunale”. Ancora più duro il commento del coordinatore cittadino di Fdi Santocchio. “Quando si vogliono spendere soldi che non si hanno, quando non si rispettano le prescrizioni della Corte dei Conti, è inevitabile che un valido e preparato professionista come il Ferraioli rimetta l’incarico. La casa comunale è ritornata ad essere un comitato festa, con la pianificazione di eventi per centinaia di migliaia di euro che da un lato offrono momentaneo svago, ma dall’altro andranno a impegnare le tasche degli scafatesi per debiti che si ritroveranno presto a dover pagare, tramite salassi e servizi scadenti”. Per Santocchio la storia insegna, “perchè a far piombare nel buio la città è stato tanto lo scioglimento quanto i 40 milioni di debiti prodotti e lasciati ai poveri cittadini. Non è questa una gestione oculata, penso ad esempio alla gestione delle farmacie comunali, sulla quale questa amministrazione comitato festa ha steso un velo di silenzio”. Infine “il Consorzio accumula debiti su debiti, gestendo di fatto le nostre 5 farmacie sulle quali non abbiamo nessun controllo, ma saremo chiamati a pagare la metà dei debiti prodotti”.
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