Un bando che è un vestito cucito su misura. E’ così che appare il concorso approntato dal Comune di Salerno per l’assunzione di sei figure dirigenziali, che dovranno andare a sostituire alcuni dei fedelissimi del sindaco Vincenzo De Luca che andranno in pensione alla fine dell’anno. Tutto normale se non fosse che nel bando sono previsti criteri piuttosto stringenti, con la richiesta di competenze molto specifiche e che restringono il campo a pochi eletti candidati. Infatti, per poter partecipare al concorso bisogna aver svolto attività in organismi ed enti pubblici o privati, aziende pubbliche o private, con esperienza acquisita per almeno un triennio, in funzioni dirigenziali; aver conseguito una particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica desumibile dalla formazione universitaria e post universitaria, da eventuali pubblicazioni scientifiche e da concrete esperienze di lavoro maturate per almeno un quinquennio nella pubblica amministrazione in posizioni funzionali per l’accesso alla dirigenza; l’aver esercitato, per almeno 7 anni, la professione correlata ai titoli di studio richiesti con relativa iscrizione all’Albo professionale; l’aver maturato, con servizio continuativo, per almeno quattro anni presso enti ed organismi internazionali, esperienze lavorative in posizioni apicali. Insomma, un bando non propriamente aperto a tutti. Come se non bastasse, il contratto a tempo determinato potrà essere rescisso se al sindaco di Salerno – con preavviso di trenta giorni – aggraderà. Motivi che hanno indotto il consigliere comunale di Forza Italia, Giuseppe Zitarosa, e quello di Principe Arechi Raffaele Adinolfi, a contestarlo aspramente, chiedendone il ritiro e redigendolo ex novo con possibilità di accesso a tutti. «Quale giovane laureato può vantare tali competenze nei servizi richiesti dal nostro Comune?» – si domanda Zitarosa, rincarando la dose e facendo notare come «tutti questi requisiti richiesti portano già a leggere i nominativi di quelli che saranno i designati». Adinolfi ha quattro motivi per dire no al bando per dirigenti: in primis perché «ce ne sono già troppi», in secondo luogo perché il Comune è in difficoltà economico-finanziaria, in terzo luogo perché sono pochi i giorni di preavviso ma soprattutto per la clausola rescissoria: «il contratto dura tre anni “fermo restando che il sindaco , a suo insindacabile giudizio, potrà avvalersi del recesso ad nutum (ossia liberamente, discrezionalmente e senza obbligo di motivazione) con preavviso di 30 giorni. Quest’ultima clausola significa che l’avviso/concorso è pubblico ma di fatto può vincerlo o restare in carica solo chi è gradito all’onnipotente (man)
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