di Enzo Sica
SALERNO – Aniello Aliberti non ci sta e su quella retrocessione dalla serie A nella stagione 1998 -1999, rispetto a quella di oggi di Danilo Iervolino esprime le sue considerazioni. «Penso che siano diverse l’una dall’altra. Ricordo che noi siamo retrocessi per un solo punto, dopo aver dato filo da torcere a molte squadre blasonate soprattutto combattendo in ogni partita senza esclusione di colpi mentre questa Salernitana, che ha soli 16 punti in classifica in 36 gare non si è mai rialzata da inizio stagione, anzi è peggiorata dopo la campagna di rafforzamento di gennaio quando tutti si aspettavano che potesse emergere».
A soli 180 minuti dal termine del campionato, con Danilo Iervolino che retrocede, suo malgrado, per la prima volta dalla A alla B parlare con Aliberti, colui che riportò la gloriosa casacca granata in serie A negli anni 90 per poi, purtroppo, riportarla negli inferi negli anni successivi, ci sembra giusto. Anche perchè Aliberti, malgrado le vicissitudini di quella sua società, finita tra tante negatività aveva dimostrato grande attaccamento alla città ed alla sua tifoseria. «Devo dire che mi è dispiaciuto molto vedere la Salernitana tornare di nuovo in serie B ma spero tanto che un imprenditore importante come lo è Danilo Iervolino possa rimanere al comando della società con un programma che possa riportare la squadra subito in serie A»
Presidente Aliberti, si parla anche di fondi esteri, sembra americani che potrebbero subentrare. Come vede tutto ciò?
«Penso che non accadrà assolutamente perchè l’imprenditore Iervolino che purtroppo quest’anno non è riuscito a fare quello che la tifoseria si aspettava con una tranquilla salvezza vuole riscattarsi e cercare, proprio allestendo una squadra forte, di riportare la Salernitana nel calcio che conta»
Un anno, presidente, iniziato male e finiti malissimo con tanti record negativi eguagliati dalla squadra che francamente nessuno si aspettava?
«Può capitare a tutti, quando si va in confusione. Ripeto questa squadra non ha mai dato segnali tali da emergere nel momento in cui si aspettavano grandi cose. Ed è chiaro che se i calciatori sono in palese difficoltà la stagione scivola avanti come quella attuale. Ed i segnali di ripresa, purtroppo, non si vedono»
Eppure a gennaio, ad inizio campagna di rafforzamento, la squadra era a soli due punti dalla quota salvezza. Poi il….baratro. Come se lo spiega?
«Diciamo che il mercato di gennaio non ha inciso su come, probabilmente, aveva prospettato tutto il presidente Iervolino. L’arrivo di Sabatini come direttore generale che poteva e doveva portare quel qualcosa in più non ha permesso quel cambiamento di rotta che l’arrivo di ben dieci calciatori doveva dare. Ma va detto che il presidente Iervolino ha investito davvero tanto ma il rendimento è stato vicino allo zero e qualche calciatore che doveva fare la differenza non è emerso come la stagione precedente. Insomma quel qualcosa che si aspettava potesse accadere ma che, purtroppo, positivamente non è accaduto»
Ora con il paracadute che prenderà la società per la retrocessione si potrà cercare di allestire una buona squadra di serie B?
«Io dico che è sempre troppo poco quello che ti toccherà dopo la retrocessione per cercare di costruire la squadra per la B della prossima stagione. Dunque Iervolino dovrà ponderare bene il tutto, cercando di portare in società nomi di direttori sportivi e di allenatori che riescano a ridare anche alla tifoseria quella dignità che non hanno mai perso»
Anche perché, presidente, non c’è stata mai una contestazione nei confronti di questa società malgrado la retrocessione sia quasi ufficiale da oltre due mesi e, anzi, gli ultras della curva sud Siberiano hanno voglia di sbalordire tutti con una coreografia eccezionale per salutare la serie A dopo tre anni nella partita contro il Verona lunedì sera alle ore 18,30. Come vede tutto ciò?
«Non sono meravigliato, tutt’altro. Nel bene e nel male questa tifoseria è stata sempre vicino alla squadra. Certo sono cambiati i tempi da quando ero presidente, oggi si vive molto sui social, non ci sono quelle dimostrazioni che noi all’epoca vedevamo sotto la sede della società. Va anche tenuto in considerazioni che se becchi un Daspo per la contestazione, vai nei verbi difettivi e non puoi andare allo stadio. Dunque molti dicono: ma chi ce lo fa fare? Ed è anche giusto che la pensino così con il calcio che è cambiato. Dunque per chiudere mi auguro che Iervolino possa rimanere, non credo nei fondi esteri che non investiranno in questa società. Sono convinto che con questo grande presidente che vuole riscattarsi anche nel calcio la città tornerà a sorridere con lui al comando».