Europee, chi votare? Un rebus. I partiti italiani irresponsabili - Le Cronache Ultimora
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Europee, chi votare? Un rebus. I partiti italiani irresponsabili

Europee, chi votare? Un rebus. I partiti italiani irresponsabili

di Aldo Primicerio

Sì, è l’unica certezza davanti alla confusione in vista del voto dell’8 e 9 giugno. Ci riferiamo alla pochezza e alla irresponsabilità dei politici e dei partiti italiani. La prima conferma? L’astensione di Fdi, Lega, FI, Pd ed il no del M5S alla riforma del Patto di Stabilità e Crescita. Da ridere o piangere? La stessa maggioranza che si è astenuta aveva già approvato come governo quella riforma. Anzi, l’avevano negoziata lo stesso ministro dell’Economia Giorgetti nel Consiglio Ecofin e la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel Consiglio Europeo. C’è di più, la stessa riforma è stata alla fine approvata dalla maggioranza del Parlamento Europeo composta dai gruppi Popolare, Socialista e democratico, e da Renew Europe, cui appartengono Forza Italia e buona parte delle forze di opposizione italiane, i cui parlamentari poi si sono astenuti. E c’è ancora di più. La signora Meloni, presidente di ECR, l’European Conservatives and Reformist Party – partito che promuove a Bruxelles la democrazia parlamentare – è la stessa persona che invece con la riforma del premierato in Italia intende soffocarla. Insomma, stupidità o irresponsabilità? Delle due l’una.

Un governo Meloni dalle decisioni impopolari e, contrariamente a quello che dichiarano, senza alcuna intenzione di riavviare il Paese

Si ha la netta sensazione che questo governo proseguirà sulla strada delle decisioni schizofreniche. L’ultima sarà probabilmente il no dei trojan nelle intercettazioni dei corrotti e dei pubblici amministratori, proposto dal solito Costa, con il plauso di Nordio per onorare la memoria di Silvio. E per far vedere anche ai ciechi che qui in Italia i politici corrotti devono essere lasciati in pace e tranquilli. E sembra inoltre che questo governo Meloni non abbia alcuna intenzione di riavviare il Paese al risanamento ed al rilancio, con quegli investimenti resi possibili dall’UE attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la parte italiana Next Generation EU, di cui l’Italia è il maggior beneficiario, con 209 miliardi tra sovvenzioni e prestiti agevolati. Altrimenti, come si spiegherebbero i 114 milioni di euro, denaro dei cittadini, che la Meloni sta spendendo per le armi all’Ucraina e per una guerra che non avrà mai fine? Quando è sempre lei che governa un Paese che ha il più alto deficit pubblico in Europa, il più alto debito in termini assoluti e il secondo in proporzione al PIL, dopo la Grecia? Un Paese che quindi dovrebbe mostrare senso di responsabilità rispetto alle finanze pubbliche, e alla necessità di non mandare all’aria l’unione monetaria con dei comportamenti fiscali irresponsabili.

Partiti europei invisibili e semisconosciuti agli elettori. Pentoloni in cui, alla sans-façon, alla meglio e con sciattezza, convergono i partiti nazionali

I partiti europei esistono, anche se non si notano e non tutti gli elettori li conoscono. E quindi abbiamo ritenuto utile fare una rapida panoramica. Questi partiti hanno una loro organizzazione e vertici interni, e sono rappresentati all’interno del Parlamento europeo dai vari gruppi politici. Ognuno di questi gruppi è espressione di uno o più partiti europei, ma può contenere al suo interno parlamentari di forze politiche che non fanno parte di nessun partito europeo. I parlamentari europei che all’interno di un gruppo provengono dallo stesso Paese compongono le “delegazioni nazionali” di quel gruppo. Oggi sono 10 i partiti politici europei. Il PPE, Partito Popolare Europeo, è quello con più europarlamentari. Si posiziona nel centrodestra moderato. Tra i suoi principi fondamentali. il pluralismo democratico, l’economia sociale di mercato e la sostenibilità ambientale. Sei partiti italiani aderiscono al PPE: Forza Italia, il Südtiroler Volkspartei, Alternativa Popolare, il Partito Autonomista Trentino Tirolese, Popolari per l’Italia e Unione di Centro. Il PSE, Partito Socialista Europeo, è il secondo più rappresentato. I partiti italiani che hanno aderito al PSE sono il Partito Democratico e il Partito Socialista Italiano. Promuovono i valori di «equità sociale, uguaglianza e benessere sociale. Renew Europe riunisce i liberali con i partiti italiani Azione, i Liberali Democratici Europei, Più Europa e Radicali Italiani, Italia Viva e L’Italia c’è. Del gruppo Renew Europe fa parte anche Renaissance, il partito del presidente francese Emmanuel Macron. La destra europea è costituita dai Conservatori, da ID, e dai Riformisti Europei, l’ECR di cui è presidente la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni . Promuovono la libertà individuale, la sovranità nazionale, la democrazia parlamentare, la proprietà privata, la limitazione della sfera d’intervento dello Stato, il libero scambio, i valori familiari e il decentramento dei poteri. L’ID, rappresentato in Italia dalla Lega di Matteo Salvini, ha tra i suoi principi fondanti «la sovranità degli Stati» in contrapposizione al trasferimento di competenze alle istituzioni europee, «la preservazione dell’identità dei popoli e delle nazioni d’Europa» e «la difesa delle libertà individuali. E non si capisce quindi cosa ci fa nell’Unione Europea se le è contraria. Chi dovesse votarlo sarà in stato confusionale. Pur essendo entrambi due partiti di destra, tra ECR e ID ci sono alcune differenze, a partire dalla posizione sulla guerra in Ucraina: il partito presieduto da Meloni ha più volte ribadito il suo sostegno all’Ucraina, mentre all’interno di ID ci sono diversi partiti con posizioni filorusse, ed il filoputiniano Salvini ne è un esempio. A seguire, il Partito Verde Europeo. E un partito che raggruppa le forze politiche regionaliste e autonomiste, e promuove «il diritto all’autodeterminazione democratica e sostiene le aspirazioni dei popoli di scegliere il proprio futuro politico», con particolare riferimento alle rivendicazioni indipendentiste e autonomiste. Di recente anche il Movimento 5 Stelle, i cui parlamentari fanno parte del gruppo dei Non iscritti, ha provato a entrare nel gruppo politico dei Verdi europei, ma dopo mesi di contatti le trattative si sono fermate a marzo. Il Partito della Sinistra Europea riunisce «i partiti democratici della sinistra alternativa e progressista in Europa che aspirano a una sostanziale trasformazione delle attuali relazioni sociali per realizzare una società pacifica e socialmente giusta». L’unico membro italiano è il Partito della Rifondazione Comunista, mentre Sinistra Italiana ha lo status di “osservatore”. Insomma una minestra variegata che ribolle in un pentolone in cui si stenta a riconoscere odori e sapori. Non si votano i partiti europei ma quelli nazionali. Dai sondaggi Fdi sempre primo, ma in sensibile calo e senza più vento in poppa Anche il sistema di voto è assurdo.

Non si votano direttamente i partiti europei, ma i partiti nazionali che vi convergono.

Ecco perché andare alle urne europee è un atto di grande coraggio. Ma dobbiamo assolutamente andarci e, per ora, votare a naso, sperando di non avere il raffreddore. Con quali consensi si presentano i partiti italiani alle europee? Intanto a poco più di un mese dalle urne stanno cambiando le nostre intenzioni di voto, almeno stando ai sondaggi. Secondo Youtrend e Demos per Repubblica, Fratelli d’Italia resta sempre il primo partito, ma è in continuo calo sotto il 28%, il livello più basso da febbraio 2023. La leader della maggioranza si avvicina al test delle urne sempre forte ma senza più il vento in poppa di cui beneficiava fino a pochi mesi fa. In crescita il Pd, stabile il M5S, in salita Forza Italia che sopravanza la Lega, dove Salvini è sempre più in bilico come segretario. Si vedrà.