“Non è vero che vogliamo essere felici. Non è vero che ci piacciono gli altri. Non è vero che siamo creativi”. Tre negazioni, tre provocazioni da cui ripartire per raccontarsi e comprendersi un po’ di più: è questo l’obiettivo di Giffoni Shock, la prima edizione di un evento che non vuole essere un semplice festival, ma l’occasione concreta di liberarsi dagli stereotipi che affliggono i giovani della nuova generazione, via dalle interpretazioni superficiali, per andare dritti al centro delle cose ed esplorare nuovi territori di discussione e visioni più complesse. Dal 16 al 20 aprile, la Multimedia Valley (Giffoni Valle Piana) ospiterà cinque giorni intensi e coinvolgenti, dove innovazione, creatività, cambiamento e condivisione saranno le parole chiave. Il progetto è stato realizzato dal team di Giffoni con la direzione artistica di Luca Apolito, il curatore della rassegna è Gianvincenzo Nastasi, mentre il coordinamento è affidato al direttore generale Jacopo Gubitosi. IL PROGRAMMA. A fare da filo conduttore di Giffoni Shock saranno tre frasi provocatorie che raccolgono i temi fondamentali da affrontare nel corso dell’evento. Tutto questo avverrà nella forma di show con dibattiti, laboratori, performance, produzioni artistiche ed eventi dedicati ad alcuni dei temi più urgenti della contemporaneità. Mercoledì 17 aprile si metteranno in discussione le più profonde certezze con “non è vero che vogliamo essere felici”. Un invito a capovolgere la prospettiva, a cambiare punto di vista e capire, ad esempio, che la tristezza non è un fallimento, ma un’emozione naturale e necessaria. Per cancellare lo stigma intorno all’espressione di infelicità. Per abbattere le semplificazioni che raccontano la felicità come una condizione costante e le pressioni sociali che spingono verso ideali di felicità non sempre reali e spesso irraggiungibili. Per godersi di più il “viaggio” e la propria crescita personale, senza ignorare aspetti preziosi della vita che è costellata da un panorama di caleidoscopiche emozioni, tutte rilevanti e importanti. A parlarne insieme a 250 ragazzi, dai 18 ai 30 anni, sarà Michele Mezzanotte, psicoterapeuta e divulgatore che porta la psicologia sui social, spiegando in modo semplice e diretto concetti e comportamenti spesso complicati da comprendere. Si continua, sempre mercoledì, con Vera Gheno, sociolinguista, divulgatrice e traduttrice dall’ungherese, insegna all’Università di Firenze e si occupa di questioni di genere, diversità, equità e inclusione. Un confronto per comprendere quanto le parole siano importanti e che il modo in cui scegliamo di esprimerci influenza anche le azioni della collettività, generando azioni che determinano conseguenze. Parte, invece, dall’assunto “non è vero che siamo creativi” la giornata di giovedì 18 aprile. Siamo immersi in un mondo che spesso sembra premiare la conformità piuttosto che l’originalità. Spinti a seguire i trend, a conformarci agli standard per trovare il nostro posto in un panorama che altrimenti sembra metterci da parte. Ma come fare a esprimere la nostra identità e creatività quando sembra a rischio la possibilità di essere accettati? Di questo e molto altro si parlerà con Cristiano Godano, musicista, cantautore, scrittore e frontman della band Marlene Kuntz. Godano porta con sé un bagaglio di esperienze ed estro. Un’opportunità per aprire la mente, per esplorare nuove prospettive e per trovare ispirazione nel coraggio di essere se stessi. È un invito a rompere gli schemi, ad abbracciare la nostra originalità e a vivere la vita con autenticità e passione. Nella stessa giornata sarà la volta anche di Stefano Bartezzaghi, scrittore, critico letterario, professore all’Università Iulm Milano e giornalista italiano noto per il suo lavoro nell’ambito dei giochi di parole e degli enigmi linguistici. Un’occasione per approfondire la complessità della creatività umana e per esplorare nuove prospettive nel rapporto tra linguaggio, pensiero e identità. Sempre giovedì spazio a Fondazione Deloitte che presenterà il documentario “Un punto preciso”, in cui si racconta la scelta di donare, con la collaborazione di Casa degli Artisti e il supporto del Comune di Milano, una scultura alla città di Milano in occasione del centenario della nascita dell’astrofisica Margherita Hack. L’opera, intitolata “Sguardo fisico” e realizzata dall’artista Sissi, è la prima scultura su suolo pubblico dedicata a una scienziata in Italia. Il docufilm propone una riflessione corale sull’eredità intellettuale della Hack. L’obiettivo è insistere sull’importanza di avvicinare le studentesse alla scienza e contrastare il pregiudizio secondo cui non sia una materia per ragazze. Al termine della proiezione, a confrontarsi con i ragazzi sarà Marco Martinelli, divulgatore scientifico e tiktoker, ha lanciato il suo primo format scritto e condotto da lui: “Il Piccolo Chimico” in onda su Rai Gulp e in streaming su Rai Play, inoltre conduce su Rai2 un programma sulla sostenibilità ambientale in onda il sabato mattina “Italian Green”. “Non è vero che ci piacciono gli altri” è l’affermazione, volutamente irriverente, che guida la giornata di venerdì 19 aprile. Più che una negazione questa frase nasconde una verità più profonda: l’identità umana è composta di frammenti in continua evoluzione, non è un blocco monolitico e la nostra unicità risiede proprio nelle nostre differenze. Siamo influenzati dalle persone che incontriamo, dagli ambienti che frequentiamo, dalle culture che ci circondano. In questo contesto, l’asserzione “non è vero che ci piacciono gli altri” assume una nuova prospettiva. È un invito a guardare oltre le superficiali distinzioni e a riconoscere la complessità delle relazioni umane. Ci piacciono gli altri non perché sono simili a noi, ma proprio perché sono diversi e ci offrono una prospettiva differente, una nuova luce con cui guardare il mondo. E a parlarne con il pubblico sarà Marianna Mammone, in arte Bigmama, rapper talentuosa, da subito si afferma per i suoi testi schietti che sensibilizzano e colpiscono l’ascoltatore con flow e giochi di parole estremi, che vanno sempre dritti al punto. Canta di discriminazioni e omofobia, sempre in maniera personale, tracciando un percorso nuovo dove spicca il coraggio di mettersi a nudo, senza vittimismi, ma con forte personalità, mostrando con audacia quelle cicatrici che l’hanno ispirata e che racconta nelle sue canzoni. Dopo aver infiammato il palco di Sanremo lo scorso febbraio, BigMama viene invitata a tenere un discorso al Palazzo di Vetro dell’ONU a New York, davanti a una platea di 2000 ragazzi, portando un intenso momento di riflessione. E ancora nella stessa giornata toccherà a Jonathan Bazzi, stella abbagliante della narrativa, appassionato di tradizione letteraria femminile e questioni di genere. Dopo gli studi artistici e la laurea in Filosofia, ha esordito nel 2019 con “Febbre” (Fandango), finalista nel 2020 al Premio Strega e vincitore di numerosi premi, tra cui il Bagutta Opera Prima, e Libro dell’Anno di Fahrenheit-Radio 3. Nel 2022 è uscito il suo secondo romanzo, “Corpi minori” (Mondadori). Ha scritto diversi racconti inclusi in antologie e riviste. Collabora col quotidiano Domani e col Corriere della sera. Bazzi è da sempre impegnato nelle tematiche di genere e nella lotta contro le discriminazioni. Chiude Marilena Umuhoza Delli, fotografa, autrice, regista e attivista per i diritti umani, conosciuta per il suo impegno nel promuovere la consapevolezza sulla questione dei rifugiati e sulla necessità di “accoglienza e integrazione. I suoi lavori sono stati pubblicati in tutto il mondo da BBC, CNN, Al Jazeera, The Guardian, VICE, Corriere della Sera, Le Monde, Rolling Stone, Smithsonian e il New York Times. Ha scritto quattro libri sulla sua esperienza di donna afrodiscendente in Italia, conduce un programma radiofonico nazionale su Radio Radicale e scrive per Vanity Fair. Ha co-fondato la prima Accademia di Antirazzismo in Italia black owned e presenta regolarmente workshop in tutta Italia, Brasile, Stati Uniti e Regno Unito. Nel 2020 è stata nominata tra le 50 donne dell’anno da D-Repubblica e nel 2023 è stata nominata Community Leader of Change ai Black Carpet Awards organizzati da Vogue e AFW. La sua voce sarà un’aggiunta preziosa al dibattito sulla diversità e sull’importanza di accogliere e valorizzare le differenze culturali e individuali. IL COLLETTIVO. Durante Giffoni Shock, una sezione del progetto sarà dedicata a un laboratorio residenziale che vedrà la formazione di un collettivo di dodici giovani artisti, chiamati a vivere un’esperienza di produzione collaborativa inedita. Pittori e illustratori, fotografi, attori, musicisti e compositori, scrittori, poeti, artisti digitali, videomaker, performance-artist troveranno uno spazio dove esplorare nuove forme di ispirazione e partecipare ad un dialogo interdisciplinare. Esperienze creative diverse si incontreranno, immagineranno insieme percorsi, trovando nella libertà di sperimentare una possibilità di varcare i confini tra le discipline e di aprire spazi alla nascita di nuove idee. Ogni artista sarà incoraggiato a tracciare un percorso personale, ma sarà anche integrato in un processo collettivo, tra i selezionati: gli illustratori Giusy Lambiasi, Chiara Ferrante, Leonardo Forte, Diana De Stefano ed Elisa Patafio, la videomaker e sceneggiatrice Giulia Minella, la scrittrice Venera Dora Leone, il cantautore Simone Castelluccio, la performer e attrice Marica Mastromarino, l’animatrice 2D Bianca Costanzo, i fotografi Matteo Gioia ed Emma Graziani. C&S
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