di Marta Naddei
Miccio c’era. Così come c’era la Crescent srl e perfino Italia Nostra. Al tavolo tecnico di ieri mattina mancava chi, quel tavolo, quel confronto, lo aveva fortemente voluto, anche se non previsto da alcuna normativa. Il Comune di Salerno, contrario alla presenza delle altre parti, nonostante si trattasse di un confronto, ha così deciso di disertare per procedere poi ad un incontro ravvicinato ed in solitudine con il soprintendente Gennaro Miccio, lontano da occhi e orecchi indiscreti. Una circostanza che ha lasciati interdetti i componenti della delegazione di Italia Nostra (la presidente Raffaella Di Leo, l’avvocato Oreste Agosto, l’architetto Vincenzo Strianese ed il geologo Alberto Alfinito) che si sono ritrovati seduti ad un tavolo al quale non avrebbero voluto prendere parte perché considerato – fin dalla sua convocazione – «illegittimo ed inutile» ma in assenza di chi, invece, quello stesso confronto lo ha sempre preteso. «Pessimo» il comportamento del Comune a parere di Lella Di Leo, secondo la quale il Comune si è comportato in modo irrispettoso nei confronti delle altre parti interessate alla vicenda e soprattutto poco attento alla dovuta comunicazione a Italia Nostra che non dimentichiamo è vincitrice con la sentenza del Consiglio di Stato. Hanno semplicemente fatto sapere che non volevano né noi né la Crescent». E a quanto pare anche per l’associazione ambientalista il dettaglio di quanto Soprintendenza e emissari di Palazzo di Città si sono detti nel corso di tre ore di colloquio resterà top secret, almeno fino all’accesso agli atti la cui richiesta sarà inoltrata già questa mattina. «Miccio – ha spiegato Di Leo – ci ha fatto intendere che quello che dobbiamo farci dire dal Comune stesso quale è la sua posizione». Nella riunione di ieri mattina, Italia Nostra altro non ha fatto che ribadire la propria posizione ed acquisire quella della Crescent srl. Entro i prossimi sette giorni sarà poi consegnata una memoria dell’associazione che darà così il proprio contributo “cartaceo”. Dura anche la posizione del legale di Italia Nostra, Oreste Agosto che ha sottolineato un aspetto su tutti e che si ricollega proprio all’incontro di ieri in via Tasso: i termini per la chiusura del procedimento sono scaduti lo scorso mese di agosto ed ora il Comune non deve far altro che agire in conformità ai dettami del duplice preavviso di diniego inoltrato da Miccio. «L’articolo 146 del codice Urbani prevede una tassativa scansione procedimentale. Nel caso di specie non è previsto alcun tavolo tecnico, quello che si è tenuto è sempre stato per noi illegittimo. La soprintendenza ha fatto la propria parte con il preavviso di diniego e oggi è solo l’architetto Cantisani – responsabile del procedimento per il Comune di Salerno – a dover adottare il provvedimento in conformità con quanto stabilito dalla Soprintendenza. Capisco che siano in difficoltà, però: sanno benissimo che il procedimento è chiuso. La questione Crescent, a Salerno, è ormai una questione speciale, non più normale ma noi faremo di tutto affinché la legge venga rispettata». Gli scenari che potrebbero aprirsi dopo la farsa di ieri sono molteplici, ma tra gli altri c’è anche quello della denuncia alla Procura della Repubblica.