Al presidente non resta che richiamare Sousa e spendere una 50na di milioni - Le Cronache
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Al presidente non resta che richiamare Sousa e spendere una 50na di milioni

Al presidente non resta che richiamare Sousa e spendere una 50na di milioni

di Nino Petrone
Chissà se Pippo Inzaghi conosce la storia degli Argonauti di Giasone. Forse l’ha sognata,ma l’impresa di conquistare il Vello d’Oro è miseramente fallita.Col Sassuolo vinceva 2-0 ed ha pareggiato 2-2 soltanto grazie a tre miracoli di Ochoa, il trentottenne portiere ancora nazionale messicano dopo 162 presenze. Poco elegante, stile da clown, tutto quello che si vuole ma col vanto di numerosi ed efficaci interventi. Di questa squadra è indiscutibilmente Il Migliore. Chi ancora lo critica è da querela, al suo posto io la farei personalmente , la Magistratura gli farebbe incassare anche un bel po’ di soldi.Per il resto, sappiamo da tempo che cosa non va e da quando é arrivato Pippo anche di più perché al suo quarto Calvario si é aggiunta anche un pizzico di Iella. Soprattutto non va il centrocampo, compreso Coulibaly. Con un anno in più sul groppone Candreva non ripete le gesta della stagione Mazzicchi dopo l’infortunio in nazionale é irriconoscibile. Come si é sempre saputo, Fazio è un lumacone e lo stesso osannato Dia non segna come l’anno scorso occasioni d’oro. Con questi chiari di luna la retrocessione è inevitabile. A meno che il presidente non giochi alla roulette richiamando Sousa e spendendo una cinquantina di milioni. Ma anche questo è un sogno…. In realtà al Iervolino non resta che mettersi subito al lavoro ingaggiando o bloccando d.s.e allenatori nuovi per costruire una squadra in grado di rientrare subito in Serie A grazie anche ai 25 milioni consolatori della FIGC. Sugli impagabili tifosi potrà sempre contare, in termini affettivi ed economici Parafrasando una celebre commedia di Oscar Wilde, “L’importanza di chiamarsi Claudio” é fondamentale.Ranieri,appunto. Il “testaccino” (romano del popolare quartiere Testaccio) come orgogliosamente si auto definisce , vanta una bacheca con nove trofei tra nazionali e internazionali. E non è neppure casuale che abbi stabilito un record mondiale forse imbattibile. Lo incontrai a settembre 20166 all’hotel 4 Fontane di Venezia. In occasione della Mostra d’Arte Cinematografica. “Mister, che ci fa lei qui?”. “Ho profittato della sosta di campionato per venire un po’ a giocare col mio nipotino. Mia figlia è il marito lavorano nel Settore Cinema”. “Già, avete cominciato benissimo, due partite, due vittorie. Quest’anno il suo Leicester punterà di sicuro su un’agevole salvezza e magari qualcosa in più, la Zona UEFA…”. E lui, scoppiando in una risata:”Ma no, cosa dice?…Noi stiamo solo mettendo un po’ di fieno in cascina per tentare di restare in Premier League. E Dio solo sa se ci riusciremo”, Occorreva davvero un intervento dall’Alto per evitare la retrocessione a un organico costato appena 23 milioni composto da freschi carpentieri e studenti, ovvero da una banda di dilettanti capace di giocare solo per strada con un leggero pallone in plastica.Ebbene, questa accozzaglia di giocatori volò da la chimera della salvezza allo scudetto. I bookmaker lo quotavano campione 5000 a 1. Nessuno nell’intero mondo calcistico, proprio nessuno, vanta un’impresa simile.Ed è evidente che non c’entra solo il Signore. L’estate scorsa a 71 anni stava seriamente pensando di smettere per vivere tra le sue belle case di Roma e Londra per dedicarsi alla famiglia ed agli amici. Ma come il canto di una sirena arrivó una telefonata da Cagliari.”Mister, siamo in piena zona retrocessione, lei è la nostra unica speranza”. “Ci pensai per meno di un minuto per dire sì. Io ero in debito con quel club che mi aveva offerto una panchina in uno dei rari intervalli della mia carriera, l’affetto col popolo sardo non era mai venuto meno, neppure quando lavoravo in Inghilterra. E poi ritenevo mio dovere saldare quel un debito. Così feci una piccola valigia e in serata ero già a Cagliari a parlare con i giocatori, una alla volta”. Ed oggi la classifica è quella che è, nonostante l’onorevole sconfitta di Torino contro la Juventus, in pratica dovuta ad errori e parate dei rispettivi portieri: la squadra sarda è al quarto’ ultimo posto, salva, sia pure solo per un punto. Se nella Zona Bassa c’è un Club che può rimanere in A, questi è il Cagliari “ dell’importanza di chiamarsi Claudio”. Claudio come l’Imperatore. Come Ranieri, appunto.