«La Regione Campania è in prima linea con determinazione a tutelare il diritto all’istruzione dei giovani campani e dell’intero Mezzogiorno; il diritto ad avere un’istruzione adeguata e una formazione di qualità in Istituti scolastici affidati a un Dirigente titolare, che ne garantisca progettualità e visione. E’ evidente la trazione nordista del Governo, che mortifica la cultura e la formazione al Sud». Lo ha dichiarato Tommaso Pellegrino, capogruppo di Italia Viva in Consiglio regionale della Campania, che alla vigilia del nuovo anno scolastico tuona contro l’attuazione di alcune misure volute dal Governo sulla Scuola. «Nella nostra regione con la ripartenza delle attività didattiche – ha proseguito Pellegrino – 124 scuole verranno “affidate in reggenza”, vale a dire gestite a distanza da un unico Dirigente che dovrà governare diversi Istituti Scolastici spesso anche distanti tra loro e con indirizzi didattici completamente diversi. È molto probabile che questo notevole aggravio di lavoro andrà a pesare sull’efficienza del servizio. La cosa che mi fa ancora più indignare è che sono tanti i Dirigenti campani che lavorano in altre Regioni, i quali tornerebbero volentieri nella propria terra, ma sono impossibilitati a farlo perché incredibilmente al Ministero dell’Istruzione risulta che in Campania il fabbisogno dei Dirigenti è pari a zero». Per il capogruppo in consiglio regionale di Italia Viva «tale situazione andrà a penalizzare anche i neo vincitori del concorso da Dirigente, i quali saranno costretti a migrare in altre regioni, spesso settentrionali, spegnendo ambizioni e mortificando professionalità. Inoltre il Dimensionamento scolastico disposto dalla Legge di Bilancio in Campania rischia di determinare un drastico taglio del numero degli Istituti scolastici, che inevitabilmente andrà a penalizzare soprattutto le Aree Interne, che ancora una volta si vedranno private di alcuni servizi preziosi e fondamentali come quello dell’istruzione. In qualità di Rappresentanti delle Istituzioni del Sud, abbiamo il dovere di continuare a far sentire la nostra voce per garantire alle nuove generazioni le stesse opportunità dei coetanei delle altre Regioni, così come previsto dalla nostra Carta Costituzionale». Intanto, con la ripresa delle attività scolastiche altro tema attuale è il caro libri: andiamo a vedere i dati sull’andamento inflattivo e lo paragoniamo all’aumento dei prezzi dei libri di testo non c’è corrispondenza: l’inflazione è al 6-7%, i libri sono aumentati del 3 massimo 4%, praticamente la metà. A chiedere la messa a punto di interventi per aiutare le famiglie a sostenere l’acquisto dei libri di testo per il prossimo anno scolastico 2023/2024, a poco più di un mese dalla ripresa delle lezioni in tutta Italia, sono prima di tutto gli studenti ma anche il Codacons che difende i consumatori.
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