di Antonio Manzo
Primo: non credete agli allarmi lanciati in difesa della libertà di stampa o allo spauracchio agitato per un presunto bavaglio ai cronisti. Niente di tutto questo. Tranne che voler scientemente continuare a preservare il diritto di pochi cronisti di sputtanare il prossimo. Secondo: le intercettazioni telefoniche non servono solo a snidare i colpevoli e i presunti imputati ma anche a colpire, per svariati motivi, cittadini inermi minati, inesorabilmente, nella loro onorabilità sociale quando non rientrano nelle maglie del processo e vengono registrati inconsapevolmente.
Terzo: l’obbligatorietà dell’azione penale è stata, finora, solo un modo per mascherare la emissione a raffica di avvisi di garanzia finiti nel tritacarne delle presunte condanne anticipate. Spesso in indagini finite con il timbro assolutorio dopo aver gettato fango su innocenti. Quarto: bisogna separare le carriere dei magistrati ma, soprattutto, bisogna “separare” le carriere tra giornalisti e magistrati, come riconosceva, acutamente ma tardivamente, Luciano Violante. Non sono solo opinabili riflessioni di chi scrive ma soprattutto sono il frutto di esperienza concreta sul campo che riferiremo, punto per punto, con significativi ed eclatanti esempi di casi registrati a Salerno.
Questo giornale ha inventato il grido “Nordio resisti” all’inizio del Governo Meloni, ben sapendo le tattiche dilatorie che hanno negativamente segnato iter parlamentari (e sono trent’anni e passa) sulla riforma della giustizia. Ora in Consiglio dei ministri è arrivato il disegno di legge della riforma Nordio, ex magistrato e teorico di uno sperimentato garantismo. “Nordio resisti’ ha portato fortuna. Perchè è importante la riforma Nordio? Toglie di mezzo l’abuso d’ufficio, un reato già modificato che ora scompare. Non esisterà più nel codice penale l’abuso d’ufficio considerato dai magistrati un reato spia per arrivare, eventualmente, a presunti reati di concussione. E’ stato un reato che ha menomato il potere dei funzionari, incerti nel loro lavoro per paura della incriminazione: moltissimi processi procedimenti sono stati aperti per questo reato ma poche sono state le condanne. La burocrazia, tutt’altro che veloce in Italia, è stata impaurita. Le intercettazioni telefoniche, qui procediamo per esempi in modo che spieghiamo la necessità di porre riparo ad una diffusione delle intercettazioni più indicative di una presunta colpevolezza. Le intercettazioni allegate agli atti processuali inducono i cronisti alla scelta tra quelle telefonate più intriganti ma probabilmente meno importanti nel contesto accusatorio. A Salerno, ad esempio, capitò un caso strano e singolare nel corso della inchiesta sulla zona industriale. Tra gli indagati vi era un noto industriale, poi alla fine assolto, che fu scoperto nella sua doppia vita per una intercettazione telefonica con la moglie alla quale comunicava la sua assenza a tavola ripetutamente. . All’ennesima telefonata della moglie scoppiò una crisi familiare, a telefono. Lo zelante maresciallo dei carabinieri registrò la telefonata e nella trascrizione del verbale ritenne opportuno interpretare anche il contrasto tra l’industriale in fuga a pranzo e la moglie solitaria a casa. Nel verbale, il maresciallo ritenne di spiegare la genesi del contrasto scrivendo e spiegando, pudicamente tra parentesi: (è crisi). L’industriale fu assolto ma saltò il matrimonio. Il verbale-resoconto dell’intercettazione fu trascritto con macchina da scrivere e agli occhi dei cronisti non parve vero scrivere la piccante crisi familiare scoperta dalla procura salernitana.
Ma il caso più clamoroso a Salerno capitò con il brogliaccio delle intercettazioni telefoniche indirette nel quale finì l’allora deputato Vincenzo De Luca, già sindaco di Salerno. De Luca fu intercettato indirettamente, cioè compariva nelle telefonate degli altri indagati. De Luca da deputato beneficiava della immunità parlamentare e il pm salernitano non inoltrò alcuna richiesta alla giunta per le autorizzazioni a procedere per poter intercettare direttamente il deputato indagato. Procedura illegittima. Le intercettazioni indirette non potettero essere utilizzate nel processo perché la giunta per le autorizzazione a procedere decise per la distruzione. Ma la distruzione disposta dal gip non avvenne in toto perché negli stessi giorni i cronisti riuscirono ad avere le fotocopie del pacchetto delle intercettazioni telefoniche indirette e non utilizzabili nel processo Sea Park. Le intercettazioni, ormai inutilizzabili, restarono nelle mani di incolpevoli cronisti. Le telefonate indirette di De Luca erano un oggetto molto singolare di conversazioni telefoniche con l’oscillazione, molte, da dialetto a quelle, pochissime, in italiano. De Luca era raggiunto da telefonate di suoi amici collaboratori, industriali, politici, amministratori e con personaggi in cerca d’autore.
Altro caso clamoroso fu quello dell’allora presidente dell’associazione magistrati. Simone Luerti fu interrogato da un pm salernitano nell’inchiesta sullo scontro di procure Salerno-Catanzaro e fu ostaggio di un interrogatorio, puntualmente trascritto su un verbale fedelmente registrato al computer e diffuso ai cronisti. Le prime domande del pm furono davvero singolari: perché Luerti avesse fatto il voto di castità e aderito ad una organizzazione religiosa. Immediatamente dopo l’interrogatorio il magistrato non inquisito ritenne opportuno dimettersi dall’incarico. In quei giorni i magistrati italiani dovettero cambiare il loro presidente e iniziò l’era Palamara. Il giovane magistrato rientrò tramortito a Milano dove tuttora svolge il suo lavoro e si dimise a seguito dell’interrogatorio. Ecco perché “Nordio deve resistere”. Non solo per questi esempi apparentemente banali ma tutt’altro che isolati. Per questo siamo pronti a raccogliere altre segnalazioni di malagiustizia che racconteremo, queste si, senza alcun bavaglio. Per rafforzare Nordio sia per l’abolizione dell’abuso di ufficio, sia per la rivisitazione del reato di indefiniti traffici di influenze, sia per affidare la valutazione delle richieste di custodia cautelare a tre magistrati, sia per regolarizzare la pubblicazione di intercettazioni telefoniche. Cambiamenti necessari per tutelare la dignità umana soprattutto nell’esercizio del diritto penale. Dignità umana, non sarà mai articolo di un codice né un comma residuale del diritto penale “chiodato”. Grazie Nordio. E resisti.