di Marco Visconti
L’attivista Alfonso Giorgio addita il consigliere di minoranza Vincenzo Violante e don Flaviano Calenda, il quale l’ha definito business man, perché vogliono riappropriarsi della Fondazione Carminello ad Arco. Tuttavia il consigliere Violante afferma di «non aver chiesto di ritornare alla Fondazione Carminello ad Arco, non sono minimamente interessato». Prosegue Violante, «non dialogo con la maggioranza, probabilmente è l’attivista Alfonso Giorgio a essere interessato alla Fondazione, visto che ne parla ormai da diversi giorni». Spiega l’attivista Alfonso Giorgio, «qualcuno dimentica il consigliere comunale Violante, che grida ai quattro venti di ritornare alla Fondazione Carminello ad Arco altrimenti farebbe crollare il consiglio comunale, retto dall’attuale sindaco Raffaele Maria De Prisco». Prosegue Giorgio, «non capisco il motivo di questo affronto visto che questo consigliere è di minoranza, però minaccia il sindaco e la sua amministrazione. Voglio ricordare a tutti che questo consigliere faceva parte della cricca che, con il prete business man, don Flaviano Calenda, ha fatto sparire oltre un milione di euro per 3 terreni venduti». Si domanda Giorgio, «dove sono finiti tutti questi soldi senza rendicontazione?». Precisa, «una cosa è sicura, il prete business man, don Flaviano Calenda, e Vincenzo Violante stanno aspettando le nomine entro luogo alla Fondazione Carminello ad Arco, perché vorrebbero riprendere il controllo e la gestione della struttura, questo è ciò che Vincenzo Violante racconta in giro. Perché c’è tutto questo interesse per un ente benefico che, da quando è nato, il suo motto era altro e invece è diventato uno spezzatino di carne per tutti? Spero che il Sindaco e il consiglio comunale facciano chiarezza sul consigliere Vincenzo Violante e abbiano il coraggio di non nominare gentaglia che vuole lucrare e arricchirsi sulla Fondazione Carminello ad Arco». Si rivolge al consiglio comunale, «suggerisco al consiglio comunale di fare tutto il possibile per modificare lo statuto e cacciare fuori dalla Fondazione Carminello ad Arco la nomina vescovile, il vescovo monsignor Giuseppe Giudice è l’unico artefice della disfatta della chiesa del Santissimo Corpo di Cristo di Pagani, perché non ha mai avuto il coraggio di mandare via il prete business man, don Flaviano Calenda, perché il prete minaccia il vescovo di spifferare dei segreti a lui molto cari».
Conclude, «do un consiglio spassionato al presidente della Fondazione Carminello ad Arco Nello Gaito di denunciare tutto alle autorità giudiziarie e alla corte dei conti, facendo nomi e cognomi di tutti i partecipanti che interessano lo stabile. Qualora il presidente Gaito non avesse ancora formalizzato regolare denuncia davanti alle autorità competenti contro i responsabili del disastro Fondazione Carminello ad Arco, lui stesso sarà responsabile insieme ai suoi predecessori di tutti i reati che hanno commesso».