di Erika Noschese
«Mio figlio deriso da alcuni ragazzi, è vittima dell’ennesimo episodio di razzismo». La denuncia arriva da Marco M., papà di un ragazzino di circa undici anni, con tratti orientali in quanto la mamma è una splendida donna giapponese. L’episodio è avvenuto venerdì mattina in via Dalmazia, alle ore 8 circa, proprio nei pressi della Cittadella Giudiziaria dove la famiglia vive e si stava recando alla scuola media Tasso quando è stato preso in giro e deriso da una banda di ragazzi prima di essere aggredito fisicamente. «Mio figlio si stava recando a scuola, ha provato ad ignorare la banda di ragazzi che si prendeva gioco di lui a causa dei tratti orientali ma ad un certo punto si è stufato e si è girato verso di loro, chiedendo di smettere con le offese – ha raccontato il papà – A quel punto, uno di loro si è avvicinato e lo ha colpito in faccia con un pugno, spalleggiato dai compagni che erano con lui, incuranti di essere tre contro uno». Il ragazzino a quel punto ha reagito e ne è nata una piccola colluttazione. «È assurdo che ancora oggi si verifichino episodi del genere, che si guardi con occhio cattivo ragazzi che magari hanno caratteristiche differenti per via delle origini del genitore, poteva accadere una vera e propria tragedia per strada», ha raccontato il papà che sta ora valutando l’ipotesi di sporgere regolare denuncia alle forze dell’ordine dopo quanto accaduto, anche solo per assicurare una tutela al figlio, costretto a percorrere tutti i giorni quel tratto di strada per recarsi a scuola. «Vorrei che anche le famiglie dei ragazzi venissero a conoscenza di quanto accaduto, non chiedo per loro punizioni ma magari provare a spiegare loro la volontà di abbattere le barriere con ciò che oggi viene definito diverso – ha detto ancora Marco – Fin da piccolo ha fatto i conti con le offese e le accuse dei compagni di classe ma mai era stato raggiunto un livello di scontro fisico. Chiaramente, sono molto preoccupato dopo l’accaduto e dovrò organizzarmi per accompagnare mio figlio personalmente a scuola ed evitare che possano verificarsi altri episodi simili». Il ragazzo si è detto dispiaciuto anche per aver reagito all’aggressione fisica. «Chiaramente, il gesto di mio figlio non è giustificabile, al pari di quello dei ragazzi che hanno palesemente cercato lo scontro, fisico e verbale, ma in quel momento era l’unica possibilità che aveva per difendersi stando per strada da solo e senza interventi da parte dei passanti; nel 2023 episodi di razzismo di questa portata non dovrebbero verificarsi, forse serve un intervento diretto anche delle scuole di ogni ordine e grado».