di Andrea Pellegrino
Vincenzo De Luca, Umberto del Basso de Caro, Pina Picierno e Lello Topo. Questa è la lista più accreditata che circola negli ambienti democrat napoletani nel caso in cui si dovesse scegliere la strada delle primarie. Per ora restano prime indicazioni, dovute ai primi movimenti messi in atti dal sindaco di Salerno Vincenzo De Luca e dalle insistenti richieste di Pina Picierno giunte all’attenzione della segreteria nazionale del Pd. Quanto ad Umberto del Basso de Caro, il sottosegretario al Mit sarebbe spinto dall’area dalemiana e, quindi, dall’eurodeputato Massimo Paolucci (le cui dimissioni dal parlamento italiano hanno riportato a Roma Anna Maria Carloni, moglie di Antonio Bassolino) ma anche dal deputato Guglielmo Vaccaro che ha in dote il 30 per cento dei consensi ottenuti alle scorse primarie per la scelta del segretario regionale. Ma il quadro è in evoluzione. Non fosse altro che sul caso Campania – considerato anche l’immobilismo dell’assemblea regionale (la direzione ed il presidente ancora devono essere nominati) – vorrebbe scendere in campo Matteo Renzi in prima persona. D’altronde, strappare questa regione al centrodestra sarebbe, per il premier, il certificato più importante della sua azione politica e governativa in lungo ed in largo per la Penisola. I dati elettorali, tra l’altro, marchierebbero comunque la Campania come una regione tendenzialmente di destra e l’innegabile vantaggio di Stefano Caldoro (che governerà fino all’ultimo giorno utile) potrebbe mettere in dubbio la scalata nel caso di frizioni interne alla sinistra o di un candidato debole. Ed è per questo che gran parte della dirigenza napoletana vorrebbe evitare lo stillicidio delle primarie, che diventerebbero più importanti delle elezioni stesse. Anche perché c’è una fetta del Pd che lavora ancora per recuperare parte del Nuovo centro destra di Alfano o dell’Udc. Ancora da definire la struttura della coalizione. Perché – in caso di accordo tra più partiti – le primarie dovrebbero essere di coalizione e non di partito. Ancora c’è la partita per Palazzo San Giacomo. Molti vorrebbero votare per il rinnovo del sindaco del Comune di Napoli in contemporanea con le Regionali. E sempre secondo l’intenzione di una parte dirigente del Pd napoletano se primarie ci saranno per Santa Lucia, dovranno esserci anche per la scelta del candidato sindaco. Infine il caso Picierno, l’eurodeputata che ieri ha lasciato il posto in Parlamento a Camilla Sgambato, la casertana vicina all’area Vaccaro. Ma la candidatura della Picierno non sarebbe ben vista da gran parte della dirigenza regionale. Seppur c’è chi scommette che se Picierno sarà, avrà certamente un forte e chiaro lasciapassare da parte di Matteo Renzi. Non fosse altro che la sua candidatura è fortemente sostenuta da Francesco Nicodemo, napoletano, membro della segreteria nazionale del Pd, nonché aspirante sindaco di Napoli. Ed ancora, l’identikit disegnato da Lorenzo Guerini (numero due di Renzi, ndr) si avvicinerebbe molto al profilo della Picierno. «Un candidato – così come detto dal vicesegretario nazionale democrat – fuori dagli schemi». Ed allora per gli altri competitors potrebbe mettersi male.