di Arturo Calabrese
Il giorno dopo la firma di Vincenzo De Luca alla nomina a presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni di Giuseppe Coccorullo, il centrodestra locale fa quadrato intorno all’esponente di Fratelli d’Italia.
Mentre c’è chi aspetta con cautela la ratifica da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, come ad esempio il senatore Antonio Iannone, c’è chi interviene: «la vicenda della nomina del Presidente del Parco impone una riflessione – dice il già sindaco di Castellabate nonché co-coordinatore provinciale di Forza Italia Costabile Spinelli – chiarisco subito che Pino Coccorullo è persona perbene, secondo me, anch’egli vittima dello spettacolo indegno al quale abbiamo assistito. Quello che doveva essere un confronto istituzionale è diventato uno scontro che ha interessato anche le aule di giustizia riducendo l’Ente Parco ad un campo di battaglia nel quale misurarsi in una prova muscolare assurda. Si è creato un corto circuito istituzionale nel quale ognuno ha fatto valere le proprie prerogative dimenticandosi che non si discuteva di bandierine da piazzare, ma del futuro di uno dei Parchi più grandi D’Italia che comprende anche due Aree Marine Protette. Il territorio del Parco – continua – si aspettava da questa nomina, che arriva dopo una lunga fase commissariale, un momento di rilancio grazie al quale mettere mano a tante questioni sospese, recuperare quella centralità oltre che di rappresentanza anche di proposta con la quale interagire con voce forte ed autorevole nei confronti delle istituzioni Regionali e Nazionali. Purtroppo non è stato così – conclude Spinelli – abbiamo assistito ad una partita dove non ci sono vincitori ma un solo sconfitto che è il territorio».
Altro esponente di destra della politica locale, e cioè il sindaco di Roscigno Pino Palmieri, aveva parlato di una inutile dimostrazione di forza da parte di “altri”, e qui il riferimento alla politica regionale è tutto tranne che velato, mentre «chi a cuore le sorti del territorio – ha detto – cerca in tutti i modi di costruire tavoli di discussione qualificati ed utili a poter cambiare in meglio lo stato delle cose». Dice la sua anche il già direttore del Parco cilentano e di quello Nazionale dell’Alta Murgia Domenico Nicoletti che alla vigilia della nomina di Feola come commissario aveva parlato della necessità di avere competenze nei ruoli apicali: «aspettiamo sviluppi – dice l’ex dirigente che entra nel merito burocratico della questione – non credo possa essere come si descrive. La norma prevede che ci sia il parere delle commissioni ambiente della Camera dei Deputato e del Senato. Dopo il passaggio alla Corte dei Conti, almeno fino all’ultima norma, dovrebbe arrivare il decreto del Ministro. Questo a meno che le norme siano cambiate – conclude – ma non credo». Insomma, la situazione non è ancora ben chiara. Lo stesso presidente Coccorullo non scioglie ancora le riserve sempre in attesa della nomina ufficiale da parte del ministro Gilberto Pichetto Fratin che dovrò ora ratificare quanto deciso da Palazzo Santa Lucia. «Sicuramente bisognerà lavorare e anche tanto – le prime parole – ma l’impegno non mi spaventa. Il territorio deve tornare al centro dell’agenda».