di Erika Noschese
Palazzo Santoro, rigettato il ricorso presentato dall’ingegnere Giuseppe Carluccio. Lo ha stabilito la Cassazione che prova a mettere la parola fine alla vicenda del Palazzo di Lungomare Trieste su cui vi è una querelle giudiziaria per gli illeciti che sarebbero stati realizzati nel corso degli anni, come più volte denunciato dal condomino Alessio Colombis. L’ingegnere Carlucci, il progettista incaricati dal condominio del restauro dell’immobile, ha presentato ricorso contro la sentenza del 25 settembre 2020 emessa dalla Corte d’Appello di Salerno, che lo aveva condannato, ai soli fini civili, per 3 violazioni dell’articolo 481 c.p. con l’ipotesi d’accusa di falso ideologico. Il fatto Il 22 febbraio 2011, il Gup del Tribunale di Salerno, il dottor Attilio Franco Orio, aveva contestato all’ing. Giuseppe Carluccio tre violazioni dell’articolo 481 del codice penale: la prima compiuta nella Dia il 9 giugno 2006 presentata dal Comune di Salerno, la seconda nel Progetto 12 ottobre 2006, presentato alla Soprintendenza Abap di Salerno e la terza nei Grafici datati 14 febbraio 2007 presentati dall’ing. Giuseppe Carluccio sempre alla Soprintendenza Abap di Salerno. Le 3 violazioni dell’art. 481 c.p. erano dovute al fatto che i Grafici dell’ing. Carluccio non contenevano mai la rappresentazione fedele dello stato dei luoghi perché erano finalizzati non a ripristinare il loro stato originario, ma invece ad apportare alle facciate dei piani 6° e 7° della Scala A le stesse modifiche abusive già poste in essere alle facciate dei piani 6° e 7° della Scala B. Tuttavia, i 3 reati erano tutti andati in prescrizione, e quindi l’esame della Corte d’Appello si era limitato a valutare la colpevolezza dell’ing. Carluccio non agli effetti penali ma solo a quelli civili, e cioè al risarcimento dei danni subiti dalle 3 Parti Civili, che sono il prof. Alessio Colombis e gli avvocati Aurelio Barela e Gabriella Pastore, tutti condomini di minoranza di Palazzo Santoro, che, da 16 anni, agiscono in sede penale, civile e amministrativa per tutelare l’Edificio ed ottenere che esso venga restaurato e vengano eliminate le modifiche abusive, in buona parte apportate proprio dall’ing. Giuseppe Carluccio in particolare alle facciate dei piani 6° e 7° dell’Edificio, su indicazione della maggioranza condominiale. L’ingegnere Carluccio è il tecnico scelto dalla maggioranza condominiale con cui è imparentato, visto che di tale maggioranza fanno parte anche sua moglie e sua suocera e nel Decreto che dispone il Giudizio, il Gup aveva ipotizzato che le 3 violazioni dell’art. 481 c.p. fossero state compiute dall’ing. Carluccio in concorso anche con l’amministratore di Palazzo Santoro rag. Antonio Marotta. Ebbene, la Sentenza della Corte d’Appello non ha riguardato il rag. Antonio Marotta neanche agli effetti civili, in quanto la Corte ha ritenuto che non ci fossero prove del suo coinvolgimento e della sua colpevolezza, ed ha quindi proceduto soltanto nei confronti del progettista, ing. Giuseppe Carluccio. Finalmente, dopo 16 anni, la Sentenza della Cassazione ha accertato in modo definitivo, anche se solo ai fini civili, le responsabilità dell’ing. Carluccio per le 3 violazioni dell’art. 481 c.p., compiute negli anni 2006 e 2007, accogliendo le contestazioni che erano state mosse dalle 3 Parti Civili, cioè dai suddetti 3 condomini di minoranza. «Un passo in avanti, quindi, anche se la vicenda di Palazzo Santoro continua, mentre il Palazzo, fin dall’agosto del 2002, e cioè da oltre 20 anni, è cinto ancora dall’impalcatura e continua a produrre danni anche esistenziali ai condomini di minoranza», ha dichiarato il professor Colombis.