di Monica De Santis
E’ tornato in Campania dopo un periodo trascorso a Roma, dove ha frequentato un corso di alta formazione per dirigenti della scuola di polizia, il colonnello Filippo Melchiorre, nuovo comandante provinciale dei Carabinieri di Salerno. Da lunedì ha preso il posto di Gianluca Trombetti… “Sono impegnato a garantire la continuità sui lavori messi in atto dal collega e amico che mi ha preceduto, seguendo ovviamente le indicazioni del Comando Generale dell’Arma, che in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico, luogo in cui si individuano le linee strategiche dell’amministrazione ovviamente ha evidenziato la necessità di essere vicino alle fasce deboli della comunità. Partendo dalle donne, per passare ai giovani e anziani, con grande attenzione alla violenza di genere. Fasce che vanno tutelate, perché ovviamente c’è da parte dell’Arma la volontà di portare avanti quelle reti che si sono create nel tempo, reti di monitoraggio e di vicinanza”. Massima attenzione anche per le truffe agli anziani, fenomeno che negli ultimi anni è aumentato tantissimi, spiega il comandante… “Sono sempre di più le truffe che avvengono attraverso sistemi online e che rendono maggiormente difficile il contrasto. Altro settore che per noi sarà di grande interesse è la tutela dell’ambiente. Oggi giorno rappresenta per l’Arma un punto strategico, grazie alla componente carabinieri forestale che dal 2017 sono parte integrante dell’arma dei carabinieri. E questo di Salerno è un territorio che ha tanto paesaggio e ambiente da dover tutelare e proteggere e quindi un impegno specifico in questo settore non potrà mancare. Altro settore sul quale concentreremo le nostre attenzioni è quello della tutela del lavoro. Prescindendo dai posti di lavoro e dalle attività che nasceranno anche con l’utilizzo dei fondi del Pnrr, è chiaro che non si può fare un passo indietro sulla sicurezza sui posti di lavoro che rappresenta anche questo per l’Arma, un settore di specialità su cui ovviamente investigheremo”. Il comandante inoltre spiega che sarà fondamentale seguire i giovani, che sono quelli che hanno risentito di più della pandemia e al momento sono sicuramente i soggetti da attenzionare maggiormente… “Per questo speriamo nella collaborazione con le scuole, dove poter portare avanti il nostro programma di “Cultura della legalità” che ci permette di incontrare gli studenti per poter trasmettere dei pensieri. E’ chiaro che non si può in un’ora far cambiare un concetto positivo o negativo nei confronti delle forze di polizia, però si può lasciare qualche segnale che poi magari possa maturare nel tempo. Come è successo proprio a me. Sono ufficiale dei carabinieri perché un carabiniere ha tenuto un incontro presso il liceo che frequentavo e io sono rimasto affascinato da quello che ha detto e raccontato, tanto da decidere di concorrere per l’Arma. Ora se quell’ufficiale non fosse venuto in quella scuola, forse oggi non sarei qui”. Il colonnello Melchiorre, che all’epoca aveva 18 anni, racconta anche che fino a quel momento il suo desiderio era quello di diventare giornalista. E di aver anche fatto il test d’ingresso per iscriversi alla facoltà di scienze della comunicazione proprio all’Ateno di Salerno… “Quella è stata la prima volta che sono venuto a Salerno”, dice. Sposato, padre di due figli, Melchiorre, spiega che grazie ai tre anni trascorsi a Torre Annunziata, ha avuto modo di conoscere il territorio dell’Agro Nocerino Sarnese, ma si ripromette di conoscere al meglio anche il resto dell’estesa provincia di Salerno. “Ci tengo ad esprimere due pensieri in particolare. Il primo è ai sindaci dei 158 comuni del territorio, perché rappresentano ovviamente le autorità locali di pubblica sicurezza e rappresentano il punto di riferimento per le comunità. L’altro pensiero è rivolto al tenente Marco Pittoni, una figura di un ufficiale ho conosciuto in particolare quando ero a Torre Annunziata, perché come sapete è deceduto a seguito di un conflitto a fuoco a Pagani, per mano di un minorenne di Torre Annunziata. E il caso ha voluto che la mia esperienza professionale, vedesse questa figura come anche un punto di passaggio territoriale. E’ un ufficiale che è stato un punto di riferimento per la comunità e per tutti noi colleghi”.