di Erika Noschese
Una donna al Quirinale. Non ha dubbi Rosaria Chechile, promotrice delle Agorà del Pd a Salerno città che interviene in merito alle elezioni per il Capo dello Stato. Minoranza del Pd, la Chechile dopo la candidatura al consiglio comunale di Salerno a sostegno dell’attuale leader dell’opposizione, Elisabetta Barone, non trascura la politica nazionale con uno degli appuntamenti più importanti per la democrazia e il Paese. “In un tempo nel quale ai vertici dell’Unione Europea ci sono tante donne, Roberta Metsola, è stata eletta in queste ore Presidente del Parlamento Eu, in sostituzione del compianto David Sassoli, mi chiedo se in Italia vedremo mai una donna al Quirinale – ha dichiarato la Chechile – Nel nostro Paese dire eleggiamo una donna al Quirinale è affascinante ma per nulla facile da ottenere ed è pericoloso perché si corre il rischio che diventi esso stesso uno stereotipo che generalizza, svilendola, la scelta del Presidente della Repubblica con un tranchant “basta che sia donna”. Per l’esponente dem, infatti, andrebbe invece individuato un profilo senza sesso e scegliere la persona che meglio si adatta in esso. Ovviamente ottenere che questi sia una donna è complicato almeno finché i “decisori” politici, i segretari dei partiti, saranno sostanzialmente tutti uomini. “Parliamo di una donna Presidente quando le regioni, tra i 58 grandi elettori per il Quirinale, ne hanno delegate solamente 5. Siamo in un Paese nel quale, nei giorni scorsi, si è discusso largamente della dotazione di mascherine rosa ai Carabinieri che sarebbero poco virili, come se un colore fosse indizio di mascolinità – ha aggiunto – Se non si cambia paradigma in generale, allora per essere credibile, almeno in Italia, una donna che aspira al ruolo più importante, quello di Presidente della Repubblica, deve probabilmente trasformarsi in Bocha Posh, la pratica afgana per la quale i genitori sono risoluti a “mascolinizzare” la figlia femmina, vista come un peso, perché questa possa essere libera di studiare, di lavorare, di vivere”. La responsabile delle Agorà sembra avere le idee chiare anche sui nomi: “Eppure avremmo tante donne che sarebbero perfette nel ruolo di Presidente della Repubblica, penso a Liliana Segre (che bel segnale sarebbe!), Emma Bonino, Marta Cartabia ma pure Letizia Moratti o Elisabetta Casellati – ha aggiunto – Forse non siamo pronti e forse non lo siamo perché una donna qualunque non basta, in questo momento storico il Paese ha bisogno di solidità e standing internazionale, ci sono i fondi comuni di NextGen Eu da spendere nei prossimi 5 anni, l’Europa ci chiede garanzie e l’unica che possiamo offrirgli si chiama Mario Draghi. Se il respiro della legislatura fosse stato più lungo, allora si sarebbe potuto pensare a una persona diversa, anche nel genere. Si potrebbe invece vedere finalmente una donna, autorevole e preparata, alla Presidenza del Consiglio per questo scorcio di legislatura, che potrebbe essere, con grande merito, la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia”.