di Erika Noschese
“Il Pd apra alle minoranze, a chi crede in un partito plurale, con idee innovative per allinearsi al partito nazionale e per tornare ad essere punto di riferimento in provincia di Salerno”. È l’appello lanciato da Rosaria Chechile, candidata al consiglio comunale di Salerno, la scorsa tornata elettorale con la civica Salerno città aperta, a sostegno di Elisabetta Barone e promotrice delle Agorà dem a Salerno città. Intanto, il prossimo 16 dicembre si terrà il congresso provinciale con la riconferma del segretario uscente Vincenzo Luciano, unico candidato alla guida del partito, in provincia di Salerno.
E’ in corso il congresso del Pd, lei appartiene a quella minoranza che, alle scorse elezioni comunali, ha scelto di non sostenere la candidatura del sindaco Napoli ma quella di Elisabetta Barone. Perché?
“Perché era necessario dimostrare, soprattutto alla cittadinanza, di avere un’idea di città diversa, aperta, una città a misura del cittadino che, con la precedente amministrazione, non era stato possibile ottenere. Nella nostra idea, basandomi sempre sui concetti fondamentali dell’azione del partito democratico, ho deciso di appoggiare un’idea di cambiamento”.
Proprio da questa idea nasce l’Agorà del Pd da lei sostenuta e voluta per rilanciare l’idea di un partito aperto al confronto…
“Sì, esatto. È necessario avere un partito aperto, plurale, nel quale anche le minoranze abbiano voce. È fondamentale perché il dibattito democratico e la partecipazione rendono viva la dinamica politica, fanno crescere non solo una nuova classe dirigente ma fanno anche crescere i territori”.
Crede che il Pd oggi non sia tale: aperto al confronto e plurale? Era questo l’obiettivo della sua Agorà, riportare il dialogo al centro così come il confronto?
“Il Pd, a livello nazionale, è un partito aperto ma noi abbiamo un problema a livello locale, dove fino ad oggi c’è stato un pensiero univoco; speriamo che con il congresso in corso la dirigenza decida di aprirsi anche a voci altre, diverse che non significa voci contrari ma idee innovative plurali: il Pd deve assolutamente esprimere queste idee innovative perché, a livello nazionale, è un partito plurale in cui sono rappresentate tante sensibilità che rendono il Pd uno dei partiti più importanti a livello nazionale, che esprime ministri importanti e che sul territorio, a Salerno e provincia, può tornare ad essere un partito protagonista. Cosa, questa, che non è accaduta alle recenti elezioni comunali dove ha perso ovunque, con il simbolo di partito”.
Cosa si aspetta dal nuovo Pd e dal congresso provinciale?
“Il partito che nascerà dopo le agorà sarà partecipato, aperto al confronto che potrà essere il principale attore sulla scena nazionale, alle prossime elezioni. Spero che anche a Salerno si possa puntare a questo, con una dirigenza pronta ad aprirsi per costruire un Pd che possa essere protagonista sull’intera provincia, il maggiore avversario delle destre che potrebbero imperversare sui nostri territori”.
Alla segreteria provinciale vi è un unico candidato, il segretario uscente Enzo Luciano. Cosa ne pensa?
“Il congresso provinciale è stato rinviato al 16 dicembre. C’è stato poco tempo per riuscire ad organizzare un’alternativa ad Enzo Luciano; può anche andar bene la sua riconferma, a patto che il partito si apra anche alle minoranze, a chi ha idee politiche differenti rispetto al pensiero univoco che accompagna la segreteria provinciale in questi ultimi anni”.