«Per Giffoni ci sarò sempre perché qui i giovani sono il centro di tutto, perché qui i ragazzi trovano quell’ascolto che non sempre viene loro garantito. È importantissimo che proprio da Giffoni i festival cinematografici italiani si incontrino per conoscersi e discutere. Sto lavorando perché gli eventi dedicati alla cultura cinematografica possano rientrare nell’ambito dell’Art Bonus così da poter attrarre quegli investimenti che sono fondamentali per la loro crescita». Lo ha dichiarato il Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura, Lucia Borgonzoni, che è intervenuta questa mattina a Giffoni alla cerimonia di inaugurazione della Sala Truffaut e della Sala Galileo, oggetto di un importante intervento di restyling. Ad accogliere con entusiasmo queste parole il direttore Claudio Gubitosi: «Una buona notizia per il settore culturale italiano. Da anni ci siamo fatti portavoce di questa esigenza, certamente condivisa anche dagli organizzatori dei festival e delle rassegne cinematografiche presenti da oggi qui a Giffoni, in occasione della tre giorni di confronto che ho fortemente voluto». L’intervento di restyling delle sale, che rientra nelle iniziative e nelle azioni promosse in occasione del Cinquantennale del Festival, è stato finanziato dal Ministero della Cultura. Giffoni ha risposto ad un bando dal valore di 4 milioni e 300mila euro pubblicato dal Mic ed è risultato primo in graduatoria tra tutte le proposte presentate, ottenendo risorse pari a 600mila euro. La Sala Truffaut torna ad essere la casa dei juror con settecento poltrone di nuova generazione e un sistema di proiezione 4K laser, mentre la Sala Galileo raddoppia la sua capienza con quattrocento posti ancora più comodi. I lavori di ristrutturazione hanno riguardato i servizi, le tecnologie delle sale per i collegamenti on line, l’impianto di aria condizionata. Infine è stato installato un sistema di video sorveglianza ed un servizio anti-intrusione in tutte le strutture. Parola d’ordine sicurezza, ancor di più in questa fase di emergenza sanitaria: le due sale hanno un modernissimo sistema di sanificazione dell’aria tale da distruggere virus e batteri, garantendo così la massima sicurezza agli spettatori. «Non sono uno che si emoziona facilmente – ha continuato Gubitosi –ma questa mattina non posso farne a meno perché oggi si aggiunge una pagina importante alle tante che in questi cinquant’anni abbiamo scritto. La Sala Truffaut ha fatto la storia del nostro Festival e finalmente si presenta totalmente rinnovata e sicura. La Sala Galileo, invece, sarà destinata alla formazione, alle Università. Oggi consegniamo queste strutture alla comunità in un esempio virtuoso di collaborazione tra un ente culturale come il nostro ed i livelli istituzionali. È questo, infatti, un caso unico di risorse pubbliche che vengono restituite al servizio pubblico. È anche così che intendiamo celebrare il nostro cinquantennale. Adesso, quello che ci aspettiamo dal Governo è che ci venga incontro rispetto alla possibilità di aumentare la capienza delle sale, passando dall’attuale limite del 30% al 50%. Sarebbe una grande opportunità per tutto il settore». Non si è lasciata attendere al riguardo la reazione del Sottosegretario Lucia Borgonzoni: «Mi sono sempre detta contraria alla chiusura dei luoghi della cultura perché, a mio avviso, sono sempre stati sicuri – ha aggiunto – Ora dovremo perciò avviare una narrazione di segno contrario perché è giusto che la gente torni al cinema o al teatro. Dobbiamo dirlo: la magia della sala non è ripetibile altrove. Sono, perciò, convinta che bisognerà aumentare la capienza possibile attraverso appositi protocolli che coinvolgano le Regioni. È quanto accaduto con l’Arena di Verona. È quanto stiamo facendo in Toscana. Per la Campania mi rendo disponibile a seguire questa procedura perché si possa anche qui arrivare ad un aumento della capienza. La sicurezza nei luoghi della cultura non è in discussione. Il mio appello, anzi, è a tornare in sala per riprendere a vivere la magia del cinema, del teatro, della cultura». Emozione per la giornata che rappresenta il simbolo della ripartenza possibile è stata espressa da Fulvio Bonavitacola, Vicepresidente della Regione Campania: «Giffoni – ha dichiarato – è un po’ come un cammino. Ogni giornata riserva cose belle e cose meno piacevoli: ecco, Giffoni rappresenta la parte bella di una giornata. Ed è il luogo in cui ci si riconcilia con la cultura e con i giovani. Ora siamo in un momento molto delicato che è quello della ripartenza. Siamo cambiati noi ed ecco perché dobbiamo organizzare un nuovo inizio. In questo i giovani sono e devono essere protagonisti perché i ragazzi sono naturalmente proiettati verso il futuro. A Giffoni si fa questo: si costruisce nuova classe dirigente». Soddisfazione per Antonio Giuliano, sindaco di Giffoni Valle Piana: «È una bella giornata, quella di oggi. Sento il dovere di ringraziare tutti coloro che in questi mesi hanno prestato il loro servizio per permetterci di uscire dall’emergenza e di guardare nuovamente in faccia al futuro. L’anno scorso, in piena pandemia, insieme al direttore Gubitosi decidemmo che il Festival non si doveva fermare. Oggi inauguriamo le sale rinnovate ed è questa la conferma di come se c’è sinergia tra le istituzioni si vince sempre. Adesso è in via di realizzazione il secondo lotto funzionale della Multimedia Valley con la realizzazione del Museo ed il terzo con l’Arena per i grandi eventi. Poi verranno gli Studios e le strutture dedicate alla formazione. Inizia così una nuova fase che ancora una volta mostra come la collaborazione tra enti ed istituzioni sia la strada vincente».Ringraziamenti al Ministero della Cultura per la fiducia mostrata sono arrivati da Piero Rinaldi, presidente dell’Ente Autonomo Giffoni Experience: «Siamo orgogliosi – ha detto – di questa ristrutturazione perché è fatta all’insegna dell’innovazione che da sempre contraddistingue Giffoni. Il Ministero della Cultura ci ha dato nuovamente fiducia offrendoci così la possibilità di ospitare i nostri juror in un ambiente rinnovato e tecnologicamente avanzato. L’obiettivo ora è di superare le restrizioni di questa fase per abbracciarci di nuovo e continuare quel percorso di condivisione che a Giffoni non si è mai interrotto». In chiusura di mattinata la proiezione in anteprima di “This is Giffoni” il docufilm che celebra la storia del “festival più necessario”. L’opera, realizzata dal dipartimento produzione di Giffoni, porta la firma in particolare di Fiorenzo Brancaccio che ne ha curato l’aspetto autoriale e il montaggio. Ottanta minuti di grande intensità per un racconto che attinge all’imponente materiale d’archivio del festival. Si parte dal 1971, l’anno in cui la scintilla dell’intuizione di un appena diciottenne Claudio Gubitosi accese il sogno di un festival del cinema per ragazzi, per arrivare all’evoluzione dei giorni nostri. Alla cerimonia di inaugurazione hanno preso parte anche i direttori ed i rappresentanti dei Festival e delle rassegne cinematografiche che fino a domenica si confronteranno per dare vita a un manifesto di proposte e idee dedicato al settore, il primo mai scritto. Sono circa 200 i partecipanti a nome di oltre 100 festival e rassegne cinematografiche italiane che rappresentano, in modo capillare, diverse realtà da tutte le regioni d’Italia, si incontrano per costruire un pensiero e una riflessione corale sugli indirizzi di politica culturale da assumere nel post Covid-19. La tre giorni – sostenuta dalla Regione Campania – vede la partecipazione dei sociologi Domenico De Masi e Barbara Maussier. Si alterneranno, poi, esperienze e testimonianze da tutta Italia attraverso sette spunti tematici individuati: dal ruolo dei festival nella rete culturale italiana al racconto di chi li ha ideati, pensati, fondati e fatti crescere; dalla riflessione sulle prospettive all’analisi del ruolo che questi eventi rivestono sui rispettivi territori; dall’innovazione che sono in grado di attivare fino al rapporto con gli investitori, pubblici e privati. L’appuntamento finale di domenica 13 giugno sarà dedicato all’elaborazione di una bozza di manifesto, una piattaforma di idee che rappresenterà la traccia per gli incontri futuri e anche la base per dialogare con le istituzioni, partendo dal Ministero della Cultura, dalle regioni e dai sindaci.
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