Pagani: Resta sempre vivo il ricordo di Marco Pittoni - Le Cronache
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Pagani: Resta sempre vivo il ricordo di Marco Pittoni

Pagani: Resta sempre vivo il ricordo di Marco Pittoni

Di Marco Visconti

«Per molti di noi vive ancora il ricordo di quel tragico 6 giugno del 2008, quando con eccezionale coraggio il tenente Marco Pittoni non esitava ad affrontare un rapinatore armato di pistola, decidendo di intervenire senza impugnare la propria arma per evitare di mettere a rischio altre persone, dopo aver ingaggiato col malvivente una violenta colluttazione veniva aggredito alle spalle da colpi di arma da fuoco, nonostante la ferita, si rialzava e correva qualche metro pensando di poter fermare il rapinatore, ma le forze vennero meno» queste sentite parole provengono dal Comandante provinciale  dei carabinieri di Salerno Filippo Melchiorre, durante la fine della cerimonia commemorativa dedicata a Marco Pittoni, tenuta ieri in mattinata a Pagani. Sono trascorsi 15 anni da quella tragica vicenda. Come per tradizione, l’evento commemorativo è iniziato presso la chiesa del Santissimo Corpo di Cristo di Pagani, hanno partecipato le scuole locali; gli uomini dell’Arma, il Comandante provinciale dei carabinieri di Salerno Filippo Melchiorre; il Colonnello Rosario Di Gangi; il Generale provinciale della finanza Oriol De Luca; il sindaco del Comune di Pagani, Corbara, Sant’Egidio del Monte Albino, Nocera Inferiore, Nocera Superiore; mentre per i Comuni di Castel San Giorgio e San Valentino Torio, ci sono stati i delegati dei due rispettivi sindaci. Ha partecipato inoltre la protezione civile «Papa Charlie», il presidio Libera «Antonio Esposito Ferraioli» e la cooperativa sociale Autismo e Aba. Don Carlo Lamelza, cappellaio militare della legione dei carabinieri della regione Campania, ha scelto di non fare la predica, dunque ha ceduto il passo a don Flaviano Calenda, parroco della chiesa del Santissimo Corpo di Cristo. Don Flaviano ha riportato il Vangelo secondo Marco, capitolo 12 versetti dal 15 al 17  «ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: “Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda. Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: “Di chi è questa immagine e l’iscrizione?“. Gli risposero: “Di Cesare“. Gesù disse loro: “Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio“». «Ho messo in evidenza, spiega don Flaviano, l’immagine della moneta di Cesare, paghiamo le tasse, rispettiamo le autorità, non ci inchiniamo di fronte ai Cesare di questo mondo ma a Dio, ognuno di noi deve rispettare il prossimo, Marco Pittoni ha messo in evidenza il rispetto per la divisa, per gli altri, per il proprio dovere, non ha esitato a sacrificarsi a non usare la pistola, così da evitare di mettere in grave difficoltà l’incolumità della gente». Don Flaviano conoscenva il tenente Marco Pittoni, «avevo un buon rapporto con Marco, partecipava con l’ex sindaco del Comune di Pagani Alberico Gambino alle novene del mattino presso la chiesa del Santissimo Corpo Di Cristo . Pittoni era un tipo semplice, amante dei bambini, una volta un bambino piangeva perché voleva la bicicletta, lui comprò la bici e gliela regalò. Fu definito il tenente dei bambini. Andava nelle scuole per parlare della legalità ai giovani, era molto apprezzato. Lui si faceva voler bene». Ricorda l’incontro avvenuto con Pittoni pochi giorni prima che ci fosse la violenta colluttazione coi malviventi nei pressi dell’ufficio postale, «il  2 giugno venne in chiesa, poi ci recammo nei pressi del monumento ai caduti in guerra di Pagani, in merito alla giornata celebrativa della Repubblica Italiana, mentre camminavamo gli  dissi quando avrebbe ottenuto il titolo di tenente, allora era sottotenente, lui rispose è troppo presto, 4 giorni dopo fu ucciso, divenne tenente». Finita la messa in ricordo del tenente Pittoni, i presenti si recano presso l’ufficio postale, parla il sindaco del Comune di Pagani, Raffaele Maria De Prisco, «sono queste giornate di ricordo che uniscono le comunità, rimettono in sesto il rapporto tra noi e gli uomini che hanno dato tutto per noi». Il Comandante Melchiorre fa una domanda provocatoria ai presenti, «chi era Marco Pittoni?». La risposta la ricava tramite la lettera che Matteo e Cristina hanno dedicato al fratello Marco Pittoni, «era una persona che trasmetteva sicurezza, precisa, affidabile, ma quando si prefiggeva un obiettivo sapeva essere rigoroso e tenace, per questo non accettava facili giustificazioni e soprattutto pretendeva molto da chi gli stava accanto, perché lui dava tantissimo, in particolare aveva un grande senso dell’onestà, che anteponeva sopra ogni cosa. E’ questo aspetto che vogliamo si ricordi, per i suoi valori, il suo indiscusso coraggio, il messaggio chiaro che ha lasciato a questa terra, con la sua fermezza, per il suo concetto della giustizia, ci ha mostrato quanto è difficile essere fedeli ai propri principi, soprattutto quando il senso del dovere ci chiede di rinunciare ai propri privilegi o alla propria vita, ma sopra ogni cosa ha voluto farci capire che tutti, prima o poi, saremo chiamati a decidere il percorso che vogliamo fare, e lui quel giorno ha scelto il suo senza esitazioni, senza scorciatoie, onorando la divisa, che da ufficiale dell’Arma era stato chiamato a rappresentare, per tutto il percorso della sua vita, fatto di sacrifici e ostacoli, superati con dignità, noi abbiamo perso un fratello, un pezzo della nostra vita, che non ci sarà più restituito, ma voi giovani avete l’opportunità di riflettere sull’importanza della coerenza e giustizia, quella giustizia che va contro ogni forma di prevaricazione e violenza, e si nutre dell’impegno quotidiano svolto con determinazione, soprattutto quello del carabiniere, a volte poco compreso e difeso. Siete solo voi che potete davvero fare in modo che il gesto di Marco assuma il giusto valore, prendendo semplicemente coscienza e agendo ogni giorno con la consapevolezza di essere liberi di creare un’opportunità, di costruire la vostra esistenza e di avere un’opinione diversa, non è importante arrivare a destinazione, qualunque essa sia, ma è importante arrivarci rispettando se stessi e le persone che condividono con voi il vostro viaggio. Nessuno dice che sia facile, ma sicuramente otterremo il privilegio di guardare il destino dritto negli occhi e poter decidere noi stessi, come ha fatto Marco che non ha mai accettato mezze misure». Alla fine della cerimonia, gli studenti Vincenzo Grimaldi e Alfonso Tortora, dell’ Istituto superiore Ipsseoa «Marco Pittoni» di Pagani, coordinati dalla dirigente scolastica professoressa Pasqualina Varchetta e dalla professoressa Iolanda Ferraioli, hanno deposto i fiori ai piedi della lapide marmorea dedicata al tenente Marco Pittoni.