Chirurgia d’urgenza, i medici rifiutano - Le Cronache
Attualità

Chirurgia d’urgenza, i medici rifiutano

Chirurgia d’urgenza, i medici rifiutano

di Erika Noschese
Colmare la carenza di personale al reparto di chirurgia d’urgenza. È la richiesta inoltrata da Cittadinanzattiva e Tribunale per i Diritti del Malato, attraverso Margaret Cittadino e Maria Grazioso alla luce delle diverse segnalazioni sulla carenza di organico medico in chirurgia di urgenza, dal quale consegue sovraccarico anomalo di turni, di orario di lavoro e incremento del rischio clinico soprattutto in Sala operatoria e al Pronto Soccorso, come denunciato nei giorni scorsi attraverso queste colonne, nonché disapplicazione di normative italiane ed europee. «Siamo a conoscenza inoltre che le procedure concorsuali per chirurghi sono complete anche con la relativa graduatoria definiva in data 3/5/2023», hanno dichiarato Cittadino e Grazioso. Stando a quanto emerso fino ad ora, infatti, i primi in graduatoria avrebbero deciso di non andare al reparto di cardiochirurgia d’urgenza, optando invece per altri reparti. Altro problema riguarda il reparto di neurochirurgia: solo pochi giorni fa, infatti, il primario del reparto di neurochirurgia ha rassegnato le dimissioni. Una scelta avvenuta come un fulmine a ciel sereno dopo – a quanto trapela – un incontro con il direttore generale Vincenzo D’Amato durante il quale sono state avanzate diverse problematiche presenti all’interno del reparto, a partire dalla questione organizzativa; la mancanza di una terapia intensiva idonea in grado di “contrastare” la rianimazione in quanto sempre più spesso i pazienti lì ricoverati accusano problemi di salute legati alla presenza di germi e batteri. Altra richiesta che era stata avanzata dall’ormai ex primario è la presenza di un anestetista specifico, in grado di lavorare in reparto esattamente come dovrebbe avvenire all’interno del reparto di neurochirurgia. Per i pazienti si configura un’altra problematica: difficile l’accesso al Da Procida, il presidio ospedaliero infatti prende in carico solo i pazienti leggeri mentre gli altri. E dopo aver avanzato queste richieste, un paio d’ore dopo sono giunte le dimissioni, inaspettate anche dalla caposala perchè mai era stata affrontata la questione nonostante i disagi.