Cava: ex Cofima. Stangata della Corte dei Conti per l'ex sindaco Galdi e l'ex maggioranza - Le Cronache
Cava dè Tirreni

Cava: ex Cofima. Stangata della Corte dei Conti per l’ex sindaco Galdi e l’ex maggioranza

Cava: ex Cofima. Stangata della Corte dei Conti per l’ex sindaco Galdi e l’ex maggioranza

di Pina Ferro
Contesta un danno erariale da 1,2 milioni di euro, la Corte dei Conti della Campania che ha chiesto al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli di notificare un invito a dedurre dei magistrati contabili a 22 persone, tra le quali amministratori e dirigenti protempore del Comune di Cava de’ Tirreni.
L’invito è stato notificato, nello specifico a: Marco Galdi (allora sindaco), agli allora consiglieri Gerardo Baldi, Antonio Barbuti, Roberto Bellizia, Gianpio De Rosa, Giovanni Del Vecchio, Annalisa Della Monica, Massimo Esposito, Clelia Ferrara, Vincenzo Landolfi, Bernardo Mandara, Matteo Monetta, Enrico Polacco, Gaetano Santoriello, Marco Senatore, Pasquale Senatore, Raffaele Senatore, all’allora vicesindaco e assessore al ramo urbanistica Luigi Napoli, all’allora segretario generale Paola Miranda, al dirigente responsabile dell’Ufficio Finanziario Assunta Medolla, al dirigente responsabile settore “Lavori Pubblici e Patrimonio – Ufficio Condono” Antonino Attanasio, al dirigente responsabile del settore Urbanistica Luca Caselli
Le convocazioni per riferire ai magistrati contabili riguardano il sindaco pro tempore, il vice sindaco pro tempore, nonché di 16 amministratori e 4 dirigenti pro tempore del Comune salernitano. Le indagini dei finanzieri si sono concentrate sull’acquisto, avvenuto nel corso del 2010, dell’area industriale denominata “ex Cofima”. Dagli accertamenti è emerso che il compendio immobiliare è stato rilevato da una procedura fallimentare al prezzo di 4.644.000 di euro, denaro ottenuto attraverso un mutuo bancario pluriennale stipulato con un soggetto privato, anziché con la Cassa Depositi e Prestiti che offriva condizioni più favorevoli e agevolate.
L’operazione è stata proposta, avallata e deliberata nell’arco di soli sei giorni (tra il 5 e 11 ottobre 2010), senza alcuna previsione programmatica di spesa, senza individuare una chiara finalità pubblica cui destinare il bene e senza acquisire i previsti pareri tecnici che avrebbero potuto evidenziare i numerosi abusi edilizi presenti. Il complesso immobiliare non solo non è stato mai utilizzato ma, a partire da ottobre 2021, è stato posto in vendita dal Comune mediante asta pubblica, andato allo stato deserta. La Procura Contabile ha ascritto in capo ai pubblici amministratori che hanno avallato e deliberato l’acquisto del bene un danno alle pubbliche finanze quantificato, sino a dicembre 2022, in 1.230.501,22 euro, pari agli interessi passivi scaduti e pagati sui ratei di mutuo non ancora prescritti.