“Salviamo il presidio Ruggi di Salerno” - Le Cronache
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“Salviamo il presidio Ruggi di Salerno”

“Salviamo il presidio Ruggi di Salerno”

Il Presidio Ospedaliero San Giovanni Di Dio e Ruggi D’Aragona, Dea di II° livello, è l’unico Ospedale di una Città, Salerno, di 127.000 abitanti ufficiali, con numerosi pendolari provenienti dalla provincia e altrettanti numerosi studenti di scuole superiori e studenti universitari. Struttura con 780 posti letto che grazie alle lotte sindacali dal 1980 si è dotato di servizi e soprattutto di funzioni specialistiche alcune di esse di grande eccellenza. A ribadirlo Cittadinanzattiva, Tribunale per i diritti del malato Sa, Medicina Democratica Sa, Spi Cgil, Alleanza Verdi Sinistra Italiana che presenta un report per dire no alla privatizzazione della sanità e ai profitti nella sanità. Nel 1992 diventa Azienda Ospedaliera Universitaria. Superata la fase pandemica con estreme difficoltà, si ritrova con mole funzioni assistenziali in difficoltà per carenza di Medici, Infermieri; Fisioterapisti, logopedisti, tecnici e personale di supporto. Ed alcuni presidi inattivi come il G.Da Procida.
I pazienti si rivolgono sempre di più al privato accreditato, sempre più forte ed attrattivo soprattutto nei confronti di Medici specialisti che portano con loro “clienti” e competenze maturate negli anni con i soldi pubblici. Mentre, nel pubblico, chi rimane è costretto a turni massacranti, con il costante rischio di aggressioni, denunzie, e senza nessun meccanismo incentivante. La principale criticità è il Pronto Soccorso con un afflusso di pazienti che raggiunge anche punte di 200 accessi giornalieri. I Pazienti vi sostano anche per diversi giorni, impauriti e senza un familiare, perché, mancando i posti letto nei vari reparti specialistici, non possono essere trasferiti, con grave rischio soprattutto per le patologie tempo dipendenti. Inoltre, non vi è coordinamento tra AOU e ASL; manca una efficace Medicina Territoriale che dovrebbe funzionare da filtro per i ricorsi impropri al pronto soccorso ed i ricoveri impropri. Mentre, i pronto soccorso dell’intera Asl della Provincia, sono in criticità per carenza di operatori, la Dirigenza dell’Asl SA e la Regione Campania, chiude e accorpa interi reparti e propone megaospedali a Salerno e tra Eboli e Battipaglia.
I NUMERI:
Al Pronto Soccorso del Ruggi i Medici da 30 si sono ridotti a 8, i turni vengono assicurati dai Medici dei reparti, che si sentono come buttati in una arena, che è il pronto soccorso, non hanno ascolto nella dirigenza e sentendosi abbandonati tentano anch’essi di andare via dal Ruggi.Gli Infermieri sono 80, di essi 7 sono in maternità, 7 usufruiscono della 104 e 16 sono in congedo per vari motivi. Gli OS sono in numero di 50 (insufficienti). Vanno integrate le ore mancanti degli Infermieri. I concorsi per assumere Medici dell’emergenza al Ruggi sono stati banditi ed andati deserti, perché vi è la paura di operare in un contesto difficile come è diventato il Pronto Soccorso del Ruggi. I posti letto ordinari persi al Ruggi sono 300 (finiti al privato); di questi il 70% sono dell’area medica ed il 30% dell’area chirurgica. La normativa relativa al contenimento degli afflussi incontrollati al pronto soccorso obbliga all’aumento dei posti nelle varie specialità in modo mirato; ai pazienti anziani, fragili ed oncologici vanno assicurati percorsi riservati e posti letto dedicati per evitare che sostino anche 5 giorni al pronto soccorso dove si sentono abbandonati ed impauriti. La Breast Unit ha solo 2 medici, necessita almeno di un chirurgo. È necessario riattivare la consegna dei prelievi propedeutici alla terapia TAO, o in alternativa, attivare un progetto di domiciliazione dei prelievi con Infermieri dell’Ospedale. Bisogna trovare una sistemazione dignitosa e rispettosa delle norme ai pazienti affetti da Aids, ed all’ambulatorio di malattie infettive, che non può continuare la sua attività in un corridoio anche perché, quanto prima, dovranno iniziare i lavori per l’istallazione della Tac Pet. L’attività di riabilitazione e recupero funzionale, strategica nell’AOU per il numero di pazienti assistiti, per la complessità delle prestazioni erogate e per la valenza nell’assicurare una più celere dimissione e continuità nel percorso di recupero dall’acuzie fino al domicilio, necessità di Fisiatri di Fisioterapisti e logopedisti, ma soprattutto di una programmazione delle attività con il ripristino dell’UO semplice dipartimentale al presidio Ruggi. Alcune Fisioterapiste sono in maternità è necessario, quindi, un avviso pubblico a tempo determinato per coprire i vuoti in organico. Per ciò che concerne la Sanità nei distretti dell’ASL SA essa è, come denunciato nell’incontro avuto con la direzione sanitaria il 27/01/2023, in estrema difficoltà nell’assicurare l’assistenza minima sia nei pronto soccorso che nei vari reparti. Anche qui si assiste ad una continua emorragia di posti letto e di operatori che passano al privato, mentre nel pubblico dall’Agro Nocerinosarnese fino a Sapri si chiudono interi reparti o vengono accorpati alla menp peggio. Non si è a conoscenza di quanti posti letto mancano nell’intera Asl. E’ stato bandito dopo diversi errori nelle procedure un concorso per 156 Medici nell’area medica.
La Medicina Territoriale deve essere resa efficiente ed efficace al più presto, applicando le norme ed i principi del DL n.77 del 2023 , assumendo medici, infermieri, tecnici, fisioterapisti, assistenti sociali, psicologi e sociologi; riconvertendo le attività dei poliambulatori secondo la medicina di iniziativa e di prossimità, dotandoli di una piastra radiologica e laboratoristica h 24, garantendo l’accessibilità e il raggiungimento con mezzi pubblici, attivando l’assistenza domiciliare ai non autosufficienti tramite gli infermieri di famiglia e le équipe territoriali multidisciplinari. Da qui la richiesta alle direzioni generali di Aou e Asl di istituire una commissione interaziendale sulle criticità nella sanità a partire dall’emergenza del pronto soccorso, ormai da allarme sociale; attivare un tavolo tecnico che periodicamente si confronti con le associazioni di utenti e le organizzazioni sindacali ed ascolti le necessità ed i bisogni della comunità, a partire dai più poveri e più fragili; affrontare e regolamentare la presenza di un parente di riferimento per assistere i pazienti più anziani, con demenza, non autosufficienti e con disabilità, ciò nel rispetto delle norme di sicurezza e per prevenire la sindrome da abbandono e solitudine.