La pioggia spegne i fuochi di Sant’Antonio Abate - Le Cronache
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La pioggia spegne i fuochi di Sant’Antonio Abate

La pioggia spegne i fuochi di Sant’Antonio Abate

La notte dei Fucanoli a Campagna rinviata al 28 gennaio per l’allerta meteo. Pronti grandi preparativi anche da parte dell’Istituto Confalonieri con la rievocazione dell’accampamento e della cattura del brigante Ciardullo

Di Olga Chieffi

Campagna in questa notte si trasforma in onore di Sant’Antonio Abate nella Città del Fuoco. Tra le sue vie, si riapre il grande libro della vita, della morte e dell’universo che ci circonda, leggibile coerentemente secondo il linguaggio codificato dell’immaginario collettivo. Il viaggiatore che stasera passerà per Campagna sarà consapevole che il nostro meridione è “la terre des morts”, purchè si aggiunga subito che qui, da noi, la morte (e il sesso, che instancabilmente la rifornisce di oggetti deperibili) anima una vita ricchissima dell’immaginario, del mitico, del magico, del religioso, del simbolico. La fiamma che si eleva e parla nella notte, balugina nelle acque che attraversano Campagna, purificandone la terra: i quattro elementi s’incontrano e si scontrano in questa notte che inaugura l’anno agricolo e tutti gli abitanti del paese partecipano a questa drammatizzazione. Campagna, con l’accensione dei “falò”, vuole anche ricordare la tragica morte del monaco e filosofo nolano. Parliamo dell’eretico Giordano Bruno, arso vivo sul rogo, che perfezionò le sue teorie a Campagna, dove nel 1573, nel Convento dei Padri Domenicani, annesso alla Chiesa di S. Bartolomeo, fu ordinato sacerdote e cantò la sua prima messa. Una sorta di interiorizzazione di quel fuoco del rogo e dei falò da cui siamo all’inizio partiti. Certo è che tra credenze popolari, mistificazioni e magie, Campagna intende custodire e tramandare alle future generazioni genuine tradizioni, cui è particolarmente legata per la salvaguardia della memoria storica del suo vasto patrimonio culturale. Ecco allora il rito dei Fucanoli, attraverso cui si rilegge la propria storia, si rinnova il racconto, esorcizzando il Male, liberandosene. Il fuoco è l’espulsione del Male, è l’estrema garanzia, è l’evento che per così dire, raddoppia la sicurezza del rito, e quasi nello stesso tempo rende i suoi effetti concreti, immediatamente percepibili nella effettiva liberazione che segna il ritorno alla Luce. Tutto rinviato però al 28 gennaio per l’allerta meteo, anche la rievocazione storica delle gesta del Brigante Ciardullo, realizzata da tutte le forze dell’ IIS “T. Confalonieri” di Campagna, che  in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, la Pro Loco, il Comando dei Vigili Urbani, presenta la rievocazione storica del Brigantaggio a Campagna dopo l’Unità d’Italia. L’attività rientra nei progetti PON per la scuola-competenze e ambienti per l’apprendimento (FSE) dal titolo MusicArt con i docenti esperti, Ottavia Piccolo e Nicola Tommasini, coordinati dal docente Tutor Luciano Marchetta e referente del Liceo Musicale. L’evento del Confalonieri ha già visto una prima edizione, sotto l’egida del Dirigente Scolastico, prof. Gianpiero Cerone,  nell’anno della pandemia e quest’anno finalmente si riprende laddove ci eravamo lasciati, con  pastori, contadini, braccianti, carbonai analfabeti, renitenti alla leva o disertori, sbandati del disciolto esercito borbonico, semplici avventurieri alla ricerca di bottini e di vendette personali contro i “galantuomini” che si radunano presso il falò di Folcata, dove un tempo vi era il u’ pallummiell (palmento) dei proprietari terrieri, ed oggi vi è la cappella di San Francesco d’Assisi.  Questi erano i briganti che compivano numerosi ricatti e sequestri di persona, vendette contro i possidenti, le autorità municipali e i membri delle guardie nazionali. Una fitta rete di appoggi, di complicità e connivenze, nelle montagne e nei paesi, li teneva al riparo dalle perlustrazioni delle truppe. Antonino Maratea, alias Ciardullo, capobrigante di Campagna, fu uno dei più temibili briganti sul territorio salernitano, un omiciattolo dagli occhi felini, barba biondiccia e le dita inanellate e luccicanti, diffidava di tutti e di tutto, non si fidava neppure degli uomini della sua banda e soprattutto dei campagnesi. Il 24 dicembre 1864, la Banda Ciardullo pianificò il sequestro del Sottoprefetto di Campagna e del Maggiore di Piazza proprio nei pressi del muro del Convento di San Martino, quando si recavano di solito per una passeggiata, ma poi scovati dai carabinieri. Così gli arresti si susseguirono l’uno dopo l’altro e la vita dei briganti si faceva più complicata sino ad essere arrestato anche il Ciardullo e fucilato il 1 dicembre 1865 nei paraggi di Largo Sant’Antonio del suo paese, insieme al “ferocissimo ladro, assassino e stupratore” Carmine Amendola di Giffoni, detto il Pestatore. Intanto, una volta radunati tutti i personaggi in costume si raggiungerà proprio l’ex convento dei frati cappuccini per recuperare il carro della memoria addobbato con prodotti agricoli e culinari realizzato rispettivamente dagli studenti dell’Istituto Professionale Industria , Artigianato per il Made in Italy e Gestione Risorse Forestale , Montane dell’IIS Confalonieri. Da qui si partirà con il brigante a cavallo, il carro e le varie bande, con la banda “musicale” in testa, alla volta del centro storico. Il corteo dei briganti giunto all’ingresso del paese sarà accerchiato dai percussionisti e sarà catturato il “capitan capraio”, come si faceva pomposamente chiamare il Ciardullo, per essere giustiziato sul teatro delle sue ignobili gesta. Quindi sulle note di “Brigante se more” si proseguirà per il corso principale del paese sino a raggiungere la grotta dei briganti, attraverso i Fucanoli, cui si rilegge la propria storia, si rinnovando il racconto, esorcizzando il Male, liberandosene. Festa solo rinviata.