Mario Biondi, romanticamente anni Settanta - Le Cronache
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Mario Biondi, romanticamente anni Settanta

Mario Biondi, romanticamente anni Settanta

Stasera alle ore 21, il crooner catanese con la sua band, sarà ospite del cartellone di “Un’Estate da Re” esibendosi tra le geometrie della Reggia di Caserta

Di Olga Chieffi

Poco più di una quindicina di anni fa Mario Biondi, grazie a “This Is What You Are” e a una vocalità immediatamente riconoscibile, si impose come un unicum sul nostro panorama musicale avvicinando il grande pubblico alle sonorità soul-jazz che solitamente non sono avvezze a conoscere i vertici delle classifiche di vendita. Mario non ha dilapidato il capitale di fama e notorietà regalatogli da quel brano avviando una carriera che tuttora gode del favore della gente, trasformandosi in un artista imprescindibile del nostro panorama musicale, unico con la sua voce profonda che cavalca uno stile in cui nessuno riesce ad apparire credibile quanto lui. Voce ricca, piena, di timbro scuro e intenso volume; spazia nella zona centrale del registro. Ha gli stessi passaggi di registro del baritono lirico-drammatico, quindi la differenza tra i due è essenzialmente una differenza di timbro e tessitura, ricca di armoniche basse che le conferiscono una morbidezza e un colore riconoscibile tra mille. La sapienza e la padronanza dello stesso arriva da anni di gavetta, di live in lungo e largo per tutta la penisola che gli han permesso di non essere impreparato all’arrivo del successo. Tanti anni in cui Mario ha collaborato con i più grandi della nostra musica, come ad esempio, Claudio Baglioni, non disdegnando altresì emergenti di belle speranze, trovando in tali collaborazioni linfa vitale poi collimata in progetti propri, In questi anni il crooner-soul man catanese ha inanellato successi, si è concesso collaborazioni importanti, ha frequentato palcoscenici di grande visibilità come Sanremo. Questa sera alle ore 21, lo ritroveremo ospite dell’ VIII edizione del cartellone di Un’Estate da Re, firmata da Antonio Marzullo, accompagnato da una band di otto elementi, naturalmente uno spettacolo sold out già da tempo, che fa da preludio alle due serate finali con Claudio Baglioni. Il concerto prende il nome dall’ultimo progetto di Mario Biondi, “Romantic”, per il quale è  stato scelto meritevolmente di proporre una scaletta piuttosto eterogenea. Quindi, le nuove canzoni si collegano alle cover di brani già conosciuti, l’inglese alla lingua italiana e ai dialetti “Romantic” mostra una certa eterogeneità anche dal lato musicale. Così il mambo di “Papa loves mambo” di Perry Como si alterna al soul soffuso di “What’s Going On” dell’enorme Marvin Gaye, qui ripresa però nella versione del pianista e cantante Les McCann; oppure un altro classico della musica black degli anni Settanta, “You’ll Never Find Another Like Mine” di Lou Rawls, si ricava un suo spazio vicino a “Take It As It Comes”, versione inglese di “Prendila così” di Lucio Battisti. Ma la song principe Romantic Song è una splendida suggestione del sound degli Eart Wind&Fire e dei Commodores. In scaletta anche “Fino all’ultimo respiro, una intensa ballade, dalla spiegata linea melodica, al pari della bossa nova di Tu malatia, in dialetto siciliano, un brano di oltre quarant’anni fa che tra gli autori annovera il padre di Mario Biondi, Stefano. Il ritmo pulsante e la speziatura jazz, impreziosirà, poi, Prisoner, mentre puro funky con un arrangiamento di fresca creatività sarà Loneliness, in una serata in cui colui che ascolta e colui che canta  troverà un amalgama perduto di passato, presente e futuro.